La Turchia mette a rischio la vita e la salute di milioni di persone tagliando le forniture di acqua alla Siria nord-orientale

Lo stato turco occupante riduce ogni giorno la quantità di acqua che scorre nella Siria settentrionale e orientale attraverso il fiume Eufrate. L’entità del pericolo è ancora una volta chiaramente visibile nell’immagine ripresa dal cielo sul fiume Eufrate, a ovest di Kobanê.

Il pericolo è così grande che i villaggi di Sehil e Qumlix, sommersi dopo che lo stato turco ha rilasciato l’acqua del fiume Eufrate negli anni ’90, sono tornati alla luce.

Secondo l’accordo firmato dallo Stato turco nel 1987, Ankara deve rilasciare in Siria 500 metri cubi d’acqua al secondo. Tuttavia lo stato turco dal 27 aprile ha ridotto la fornitura a meno di 200 metri cubi di acqua al secondo.

Lo Stato turco sta mettendo a rischio la vita di milioni di siriani riducendo il flusso d’acqua.

Anche i campi agricoli e le centrali elettriche sono duramente colpite da questa siccità causata dall’uomo. L’Amministrazione Autonoma ha dichiarato il 3 marzo che la vita di 9 milioni di persone è in pericolo e ha fatto appello alla comunità internazionale affinché si esprimesse e chiedesse allo Stato turco di porre fine a questi crimini.