La resistenza di Afrin nel 5. giorno

Introduzione
Il Cantone di Efrîn (Afrin) si distende a sud della mezzaluna fertile che è stata considerata la madre della civilizzazione. Situata a ovest del Rojava, consiste in 202.775 ettari di terra ricca di risorse naturali. Efrîn ha sette distretti che comprendono Şêrawa, Cindirêsê, Mabeta, Reco, Bilbil, Şiyê û Şera. Questi sono popolati da curdi. All’interno della città di Efrîn city, tuttavia, c’è un piccolo gruppo di popolazione araba. Nel distretto di Mabeta, ci sono curdi aleviti. In tutta Efrîn ci sono decine di villaggi popolati dagli yazidi per un numero complessivo di 25.000 abitanti.

Durante il regno del regime siriano, la popolazione di Efrîn è stata ignoratae sottoposta ad una assimilazione culturale e oppressione politica. A causa di tutto ciò molte persone sono migrate nelle metropoli siriane comprese Aleppo e Damasco. La guerra civile ha costretto molti curdi a tornare a Efrîn quando gli attacchi razzisti su di loro si sono intensificati. Insieme a tutto ciò, rifugiati da altre parti della Siria sono migrati e si sono insediati ad Efrîn,portando ad un aumento della popolazione. Mentre nel 2011 la popolazione dell’intero cantone era di circa 500.000 persone, questo numero adesso è aumentato a 1.200.000.

A causa della sua antichità Efrîn ospita anche i resti di antiche civilizzazioni come quelle degli urriti, dei mitanni e dei romani. Suolo fertile e una sufficiente piovosità ha permesso ad Efrîn di produrre una vasta varietà di prodotti agricoli.Efrîn è ben conosciuta per i suoi alberi di ulivo, circa 18 milioni di piante, mentre la sua produzione secondaria è il frumento. La sua naturale abbondanza ha reso l’embargo in atto da parte dello Stato turco e suoi gruppi affiliati inefficace.

La rivoluzione del Rojava
Con la dichiarazione dell’Amministrazione Democratica del Rojava il 12 luglio 2012 è stato istituito un nuovo sistema basato sulla democrazia diretta, l’uguaglianza di genere, il pluralismo e il laicismo. Sia il curdo che l’arabo sono state dichiarate lingue ufficiali, e il sistema educativo è stato progettato insieme al paradigma della nazione democratica.

Le popolazioni del Rojava hanno anche creato il loro sistema di autodifesa istituzionalizzato nelle YPG (Unità di difesa del Popolo), nelle YPJ(Unità di difesa delle donne) Asayîş (forze di sicurezza), nel dovere di autodifesa e della comunità delle forze di difesa. Fondato dalla popolazione, questo sistema è progettato per difenderla in caso di attacco. Come risultato della protezione fornita da queste forze, Efrîn si è trasformata nel posto più sicuro dell’intera Siria attraendo centinaia di migliaia di rifugiati. Nonostante Efrîn ha sofferto dell’embargo, ha abbracciato e sistemato quei rifugiati. È stato nel settembre del 2014 che L’Amministrazione autonoma ha fondato il campo profughi di Robar ospitando 400 famiglie. Inoltre a seguito del crescente numero di rifugiati che si sono riversati ad Efrîn, l’amministrazione autonoma nel luglio del 2016 ha istituito il campo di Şehba Camp sistemando 250 famiglie. Le istituzioni dei diritti umani non hanno fornito nessun aiuto ad Efrîn, e quindi ha dovito farsene carico da sola.

L’approccio della Turchia verso il Rojava
Per tutta la rivoluzione del Rojava, lo Stato turco non è stato in grado di tollerare l’istituzione di un nuovo sistema basato sulla democrazia diretta, l’uguaglianza di genere, la cooperazione interetnica, il laicismo e la protezione dell’ambiente. Uno dei primo provvedimenti che il governo turco ha adottato è stato di erigere un muro di 900 km lungo i suoi confini meridionali, uno dei più grandi al mondo.

L’invasione di Efrîn da parte dell’esercito turco e dei gruppi estremisti non è un’esperienza nuova. Per tutti questi anni lo Stato turco ha bombardato terreni agricoli lungo il confine, non consentendo agli agricoltori locali di coltivare le loro terre. Nell’agosto del 2017, per esempio, l’esercito turco ha lanciato uno dei più pericolosi attacchi su Efrîn.

L’invasione di Efrîn

Non è stato al 13 gennaio 2018 che i funzionari turchi hanno assunto il livello record di propaganda per stabilire la data esatta per l’attuale invasione di Efrîn . Il 20 gennaio l’esercito turco ha lanciato la sua guerra su due fronti sull’enclave che ha proseguito fino alla data. Gli aerei da guerra turchi hanno bombardato il centro di Afrin, i distretti di Shera, Sherawa, Rajo,i distretti di Leluna e Bilbila, e i villaggi di Ayn Daqna, di Mamula e Hejika nel distretto di Shera.

I caccia turchi effettuato anche attacchi sul campo rifugati Robar che ospita sfollati interni provenienti da Aleppo. Una rifugiata, Nada Khalil, di Idlib, l cui rifugio è stato danneggiato dai bombardamenti ha affermato: “Abbiamo forzatamente abbandonato a causa delle pratiche disumane contro di noi da parte dei gruppi terroristi, e adesso dove possiamo andare?”

Mentre gli attacchi aerei sono continuati, l’esercito turco ha avviato un offensiva di terra attraverso le su postazioni multiple, compreso il villaggio di Bilike. Non riuscendo a passare, hanno intimorito la popolazione locale per guidarli fuori dalle loro abitazioni.

Inoltre hanno sparato colpi di artiglieria sui villaggi di Celeme, Ishka, Basufane Xelil.

Essi hanno cercato di attraversare il confine nei vilagi di Kurdo e Balia nel distretto di Bilbil. In ogni occasione sono stati respinti dai combattenti delle Forze Democratiche Siriane.

Senza ombra di dubbio questa guerra è illegale perché lo Stato turco ha violato la sovranità e l’integrità territoriale degli stati confinanti. É fuori dubbi senza il permesso della Russia, l’invasione non sarebbe stata possibile, perché le truppe russe stazionavano nella zona e lo spazio aereo di Afrin è sotto il controllo della Russia. Una fonte militare di alto livello ha affermato che l’approvazione è giunta dal tavolo di “Afrin-Idlib”.Secondo i rapporti, la Russia, che ha ritirato le sue forze militari dall’enclave dopo l’avvio delle operazioni, è giunta ad un obiettivo comune con lo Stato turco.

Inoltre prendendo di mira i civili, l’esercito turco ha preso di mira anche i siti archeologici.

Per esempio, essi hanno bombardato la zona archeologica romana“Nabi Hori” con il fuoco dell’artiglieria.

L’obiettivo di Erdogan è ambiguo e irraggiungibile. Il suo obiettivo dichiarato per l’invasione è “l’eliminazione di tutti i terroristi”. Un breve sguardo alla storia del ritratto della Turchia del popolo curdo espone il fatto che un singolo pastore curdo che si identifica come un “curdo”, e non come un “turco”, sarebbe etichettato come un terrorista. Questo significa che Erdogan vuole eliminare tutta la popolazione di Efrîn? È a breve realizzabile qualcosa di genocida? Le Forze Democratiche Siriane con la loro gloriosa resistenza che fino ad ora opposto dovrebbero permettere loro di fare questo?

Lo Stato turco ha cercato di legittimare la sua nvasione legale affermando che prende di mira quello che definisce “terroristi”. Ma strategicamente vuole diffondere la sua influenza in Medio Oriente, e tatticamente, vuole far deragliare i colloqui di Sochi nei quali è programmata la partecipazione dei rappresentanti del Rojava.

Le conseguenze della guerra
Inoltre l’esercito turco ha preso di mira varie zone civili sopracitate, uccidendo fino ad ora, mercoledì 24 gennaio, 35 civili e ferendone altri 106. Tra i morti ci sono 8 persone della stessa famiglia araba, che era fuggita da Idlib e si era stabilita ad Afrin a causa della guerra.

La famiglia che si era insediata 4 mesi fa viveva di avicoltura. I nomi e l’età di coloro che sono stati uccisi sono:Wael El Huseyn (1), Salameh Huseyn (6), Musab El Huseyn (6), Fatallah El Huseyn (8), Hadeel El Huseyn (10), Refeh El Huseyn El Homer (33), Ehmed El Huseyn (17), Samak El Huseyn (16).

Un problema critico è la mancanza di forniture mediche. Ci sono sei ospedali nell’intero Cantone di Afrin, con tre di essi mal funzionanti. Martedì 23 gennaio, aerei da guerra turchi hanno bombardato l’ospedale di Jibderes. Questo ha reso la situazione più grave.

Afrin 5. Giorno Dossier PDF

Il Centro di Informazione di Afrin
25.01.2018