La popolazione del Kurdistan del sud al voto per il referendum sull’indipendenza
Le votazioni per il referendum sull’indipendenza del Kurdistan del sud sono iniziate alle 08:00 di lunedì mattina e continueranno fino alle 18:00 di questa sera.
La popolazione del Kurdistan del sud esprimerà il proprio voto in 12 mila seggi, di cui 7 mila nelle zone sotto il controllo del Governo Regionale del Kurdistan e 5.000 nei “territori contesi”.
2,8 milioni di persone hanno votato nel 2013 nelle elezioni parlamentari nel Kurdistan del sud, ma il numero di votanti eccede i 5 milioni con l’inclusione dei “territori contesi” nel referendum.
Secondo l’Alto Consiglio per le Elezioni, oltre 5 milioni di persone hanno diritto al voto nella consultazione odierna. 1 milione 280 mila di essi si trovano a Sulaymaniyah e nelle regioni limitrofe, 1 milione e 200 mila a Hewlêr, 800 mila a Duhok, 750 mila a Kirkuk e 400 mila nella provincia di Mosul e nelle regioni limitrofe.
Seggi sono stati costituiti a Hewlêr, Duhok, Sulaymaniyah, Halabja e nei “territori contesi” che comprendono Kirkuk, Tuz Khurmatu, Khanaqin, Jalawla, Qaratapa, Shengal, Makhmur, Hamdaniya, Shexan, Zumar e Bertileyê. In molte delle aree contese, i seggi sono stati costituiti solo in determinati luoghi.
La scheda nel referendum di oggi chiede agli elettori “Sostiene il fatto che la regione del Kurdistan e gli insediamenti curdi che si trovano al di fuori dalla regione del Kurdistan diventino uno Stato indipendente?”
Appello agli Yazidi di non votare al referendum sull’indipendenza
Il Co-Presidente dell’Assemblea Democratica Autonoma di Shengal, Kurdê Elî, ha fatto appello agli Yazidi perché non partecipino al voto per il referendum sull’indipendenza del Kurdistan del sud fissato per il 25 settembre 2017.
Il Co-Presidente dell’Assemblea Democratica Autonoma di Shengal, Kurdê Elî ha parlato con ANF dopo la conferenza stampa in cui l’Assemblea ha annunciato la sua decisione rispetto al referendum.
Kurdê Elî ha detto; “Noi non accetteremo questo referendum. Non permetteremo che si svolta nei nostri villaggi e nelle nostre città e ci opporremo fino alla fine. Il nostro popolo sta ancora soffrendo, costretto alla condizione di profughi fuori dalle proprie terre. Le nostre regioni non sono pronte per il referendum, non è il momento giusto.”
Facendo notare che questo referendum non porterà alcun beneficio per la popolazione Yazida, Kurdê Elî ha detto “Abbiamo saputo che i cittadini hanno visto assaltare le loro case e confiscare le loro carte d’identità dieci giorni fa. Hanno sequestrato le carte d’identità di tutti coloro che hanno dai 18 anni in su e le useranno per votare.
Parte del nostro popolo nel Kurdistan del sud non vuole votare. Non siamo affiliati al Kurdistan del sud e non andremo alle urne. Noi, popolo Yazida, non siamo affiliati alla famiglia Barzani.”