La necessità urgente dei profughi di Kobanê a Suruç sono le medicine

Nell’ultimo mese dozzine di lavoratori sanitari volontari hanno fornito servizi medici alla gente di Kobanê nel distretto di confine nella provincia di Urfa.

Prima che arrivi l’inverno i sanitari volontari continuano a fare checkup medici sui profughi alloggiati nella tendopoli costruita dalla municipalità di Suruç che ospita circa 5000 persone provenienti da Kobanê.

Seher Tümer, uno dei sanitari che opera sul campo ha sottolineato che sono stati colti impreparati e alla sprovvista dal flusso di profughi e ha richiamato l’attenzione sul trauma che la popolazione di Kobanê sta subendo a causa della guerra. Tümer, che arriva da Ankara lavorare su base volontaria e fornire assistenza dice che la necessità più urgente della gente che si trova sul posto sono le medicine.

Tümer ha evidenziato che le persone che le persone fanno ricorso alle medicine per riuscire a superare il trauma che sta vivendo, per ricevere terapie e per far fronte all’esaurimento psicologico causato dalla distruzione portata dalla guerra.

“La salute e le medicine ora sono la loro principale preoccupazione. Non ci sono situazioni critiche di epidemie, ma le condizioni nella tendopoli non sono molto favorevoli. Stiamo cercando di trovare una soluzione al problema infrastrutturale con l’obiettivo di rendere vivibile la tendopoli. Lo stiamo facendo senza ricevere alcun sostegno dallo stato né dalle sue istituzioni “, ha detto Tümer.

Sottolineando che è un dovere umanitario prendersi cura delle persone che hanno subito perdite e sofferenze e dolore per via della guerra in corso a Kobanê, Tümer ha enfatizzato la necessità di altri volontari aggiungendo; “Ci servono anche degli psichiatri qui e squadre volontarie di esperti per un servizio di una settimana – 10 giorni. Io sono turco, ma sono qui con la convinzione che dobbiamo curare le ferite causate dalla barbarie a Kobanê, senza alcuna discriminazione linguistica, religiosa e razziale. Il trauma causato dalla guerra a Kobanê non è una cosa che si possa cancellare dalla memoria così facilmente. La gente che ha lasciato i suoi figli a Kobanê per combattere per l’umanità e che vive nelle tende qui ora ha bisogno di esperti che gli forniscano assistenza, in particolare psichiatri.”