La Corte Penale Internazionale rigetta il ricorso su Roboski

La Corte Penale Internazionale ha rigettato il ricorso riguardante il massacro di Roboski, giacché la Turchia non è uno stato membro dello Statuto di Roma.

Nonostante siano trascorsi due anni dal massacro di Roboski, il governo dell’AKP non ha fatto assolutamente nulla per trovare gli autori del massacro e questa inerzia sta, inoltre, impedendo che gli assassini siano processati secondo il Diritto Internazionale.

Dato che il governo dell’AKP non ha firmato lo Statuto di Roma, la CPI ha dichiarato irricevibile un ricorso attinente al massacro.

I co-presidenti del BDP Selahattin Demirtaş e Gültan Kışanak si sono appellati alla CPI, dicendo che il massacro è stato un crimine contro l’umanità. Nel febbraio 2012 la CPI ha scritto ai ricorrenti, dicendo che avrebbe eseguito una valutazione. La CPI ha ora risposto dicendo che affinché la Corte possa ammettere il ricorso, lo Stato in questione deve essere membro dello Statuto di Roma, aggiungendo che “lo Stato deve accettare che un crimine è stato commesso”.

La Turchia non è uno stato membro

La CPI fu istituita per indagare sui crimini contro l’umanità e i crimini di guerra, ed è stata creata dallo Statuto di Roma, entrato in vigore nel 2002, quando è stato raggiunto il numero minimo di 60 stati affinché lo Statuto possa avere giurisdizione. Nel febbraio 2013 sono stati eletti 18 giudici. Salvo la Turchia e l’Azerbaijan, tutti i 46 membri del Consiglio d’Europa sono anche membri dello Statuto di Roma. Nel 2002 la Turchia ha dichiarato di non avere sufficienti disposizioni nella propria legislazione e che avrebbe aderito allo Statuto una volta che fossero state apportate le riforme necessarie. Tuttavia, l’AKP non ha fatto nessun progresso in questo senso.