La civiltà come distruzione dell’ambiente

Una società che è costretta a negare le proprie radici ontologiche non può praticare un’esistenza sostenibile nel lungo periodo

a cura di Abdullah Ocalan
La storia della civilizzazione del Medio Oriente è la storia della negazione e della distruzione dell’ambiente. La storia ha assunto il proprio corso come conseguenza dialettica della negazione dei valori sociali del Neolitico in via preliminare della civilizzazione morale e materiale; mentre la società neolitica era sia morale che materialmente ecologica. Il mondo spirituale della società Neolitica era basato su un ambiente vivente e perciò immensamente valutato.

Le radici dell’economia erano basate attorno alla capacità delle donne di fornire alimentazione. Le donne e la natura erano simbioticamente unite. Una comprensione spirituale naturale vivente era simboleggiata da divinità femminili. Il significato della produzione materiale era interamente inventato dalle donne. Tutti questi valori  tuttavia, erano stati negati con l’istituzione della civilizzazione, e venivano trasformati nel significato di sfruttamento e di oppressione dalla nuova egemonia maschile. La madre terra stava per essere considerata insignificante. I libri sacri affermavano: “Le donne sono i tuoi campi, arale come vuoi”.

Le città dei Sumeri iniziarono intensamente a trattare la terra chimicamente alla ricerca di maggiori profitti che condussero a un aumento della desertificazione dentro di un già crescente deserto. Gli sviluppi della civilizzazione hanno avuto un impatto veramente negativo nella desertificazione della Mesopotamia. Nel dominio spirituale della civilizzazione, la natura, l’ambiente e la terra sono sempre stati ritenuti insignificanti. Questo è senza dubbio un approccio ideologico; è stato applicato al fine di avvilire e governare facilmente la cultura dell’agricoltura che era arroccata e fondata su se stessa.

Ideologicamente la civiltà ha creato una costruzione immaginaria del mondo, nella quale era ritenuto un nemico dove gli esseri umani si ritrovano soltanto a rendere conto di se stessi. Ancora una volta i libri sacri affermavano: “Il mondo è il tuo luogo dell’esame”. Invece le élite dello stato avevano sempre creato un paradiso mondano per se stessi, e non avevano mai creduto alle religioni che essi stessi avevano inventato, questo perché sapevano fin troppo bene che le avevano inventate loro stessi.

In effetti, lo sviluppo della società come parte dell’evoluzione geo-biologica, doveva essere sempre negato durante tutto il progresso della civilizzazione(o di attuale regressione)e coperto da immaginarie e astratte costruzioni del paradiso.

Le radici del problema ecologico si trovano all’interno di questo quadro. È facile capire che siamo di fronte ad un problema sociale pericoloso. Una società che è costretta a negare le proprie radici ontologiche non può praticare un’esistenza sostenibile nel lungo periodo. Questo è il motivo per cui la mentalità basata sullo sfruttamento e la ricerca di profitto delle élite di potere e le guerre ideologiche e militari che vengono con essi, sono anti ecologiche, anti biologiche e antisociali.

La depressione in cui si trova oggi il sistema capitalista nella sua fase finanziaria è un chiaro segnale di queste verità. Il mondo falso che ha costruito non può più sostenere le proprie menzogneIn nessun altro momento della storia, l’umanità è stata così alienata dalla natura, dalla vita e dalla socialità.