KCK: Non accetteremo più la violazione del coprifuoco
La KCK ha evidenziato che diversamente dalle forze della guerriglia, che hanno continuato il cessate il fuoco e agito con grande responsabilità all’interno di questo processo, lo stato turco ha violato le condizioni della tregua e non ha evitato pratiche che incitano allo scontro.
La co-presidenza della KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan) ha ricordato in una dichiarazione scritta che dalla tregua dichiarata dal movimento curdo in occasione del Newroz del 2013 sono passati due anni e mezzo.
La KCK ha evidenziato che diversamente dalle forze della guerriglia, che hanno continuato il cessate il fuoco e agito con grande responsabilità all’interno di questo processo, lo stato turco ha violato le condizioni della tregua e non ha evitato pratiche che incitano allo scontro.
D’altra parte – recita la dichiarazione – lo stato turco ha tratto vantaggio dalla tregua, non per una soluzione politica, ma per conquistare una posizione vantaggiosa nella preparazione di una guerra costruendo dozzine di posti di guardia, strade per scopi militari e dighe per preparare un genocidio culturale.
LA COSTRUZIONE DI POSTAZIONI MILITARI E DIGHE NON SI È FERMATA DOPO LE ELEZIONI
La KCK ha ricordato le sue precedenti dichiarazioni, in cui il movimento curdo ha continuamente ammonito lo stato turco perché fermasse la costruzione di postazioni militari, dighe e strade per scopi militari, di cui ha evidenziato particolarmente che significano una violazione della tregua e l’avvio di una battaglia.
La dichiarazione ricorda anche che il popolo curdo per dozzine di volte ha manifestato e agito come scudo umano per evitare scontri dopo l’intervento dell’esercito e che molti hanno perso la vita per via degli attacchi delle forze di sicurezza contro i manifestanti.
La KCK fa notare che lo stato turco ha incrementato la costruzione di postazioni militari, dighe e strade in particolare dopo il processo elettorale, traendo vantaggio dall’atteggiamento vigile e paziente del movimento curdo.
LO SCOPO DELLA COSTRUZIONE DI DIGHE È LO SPOSTAMENTO DEL POPOLO DEL KURDISTAN
La KCK ha sottolineato che non c’è necessità di dighe nel territorio del Kurdistan dove – si afferma – le dighe esistenti, Keban, Karakaya e Atatürk – già forniscono un quantitativo di energia 100 volte superiore a quanto qui sia necessario.
La dichiarazione sottolinea anche che la costruzione di dighe in Kurdistan è per scopi militari e mira a spostare la popolazione nella regione curda, a distruggere i valori storici e culturali e a restringere l’area di movimento dei guerriglieri.
“Se si tenesse un referendum sulla questione, il 90% del popolo del Kurdistan direbbe no alle dighe che vengono trasformate in un cimitero per il popolo curdo “, afferma la KCK, enfatizzando che anche il movimento di liberazione curdo come volontà politica e forza del popolo si oppone alla costruzione di queste dighe.
La KCK ha sottolineato che nonostante l’ammonimento da parte della guerriglia che la costruzione di dighe significa violazione del cessate il fuoco, lo stato turco ha continuato con insistenza perché manca di una sua politica per la risoluzione della questione curda.
TUTTE LE DIGHE E I VEICOLI USATI NELLA COSTRUZIONE SARANNO OBIETTIVI DEI GUERRIGLIERI
La KCK ha affermato che a seguito di una valutazione di questo atteggiamento da parte dello stato turco, il movimento curdo ha deciso di non accettare più questo trattamento e di mobilitare ogni mezzo necessario, comprese le forze della guerriglia, per fermare la costruzione di tutte le dighe.
“D’ora in avanti tutte le dighe e i veicoli usati nella costruzione verranno presi di mira dalle nostre forze della guerriglia”, ha detto la KCK e fatto appello agli appaltatori e ai lavoratori coinvolti perché lascino queste aree.
La KCK ha notato che in caso gli appaltatori e il governo dell’AKP dovessero perseverare, saranno responsabili per gli scontri e le conseguenze che si verificheranno d’ora in avanti nelle aree di costruzione delle dighe.
La KCK ha proseguito sottolineando che nonostante tutti gli ammonimenti da parte del movimento curdo, il governo dell’AKP continua le sue operazioni di arresti per spezzare l’organizzazione democratica e la volontà politica del popolo curdo e per lasciare la società senza resistenza, agendo in piena contraddizione con i messaggi della società e le aspettative di democratizzazione in Turchia e di una soluzione della questione curda.
OGNI ARRESTO SARÀ MOTIVO DI RAPPRESAGLIA PER LA GUERRIGLIA
La dichiarazione afferma che il movimento curdo ha anche concluso che gli arresti in aumento nei confronti della popolazione curda indicano l’intenzione del governo dell’AKP di condurre una guerra contro il popolo curdo mentre trae vantaggio dallo spazio attualmente in essere nel paese dopo il processo elettorale.
La KCK ha fatto appello al popolo curdo perché non permetta alcun arresto e evidenziato che d’ora in avanti ogni arresto sarà motivo di rappresaglia da parte della guerriglia.
La KCK ha enfatizzato che il movimento curdo non accetterà mai simili pratiche da parte dello stato turco e del governo dell’AKP, dal quale al momento ci si aspetta che compia passi per il raggiungimento della democratizzazione nel paese dopo le elezioni.
“L’opinione pubblica della Turchia e del Kurdistan deve sapere che le nostre forze di guerriglia useranno il loro diritto alla resistenza contro la costruzione di dighe e postazioni per scopi militari e si vendicheranno per operazioni di genocidio politico contro il popolo”, ha affermato la KCK.
La KCK ha anche sottolineato che il movimento di liberazione curdo non accetterà più la violazione del cessate il fuoco e manifesterà la sua posizione contro politiche che lasciano la questione curda in fase di stallo.