KCK: Il governo deve agire ora

In una dichiarazione scritta sul processo di soluzione in corso finalizzato ad una soluzione democratica e pacifica della questione curda, la co-presidenza del Consiglio esecutivo della KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan) ha sollecitato il governo del partito AKP a fare dei passi senza avanzare ulteriori scuse.

La KCK afferma che il movimento curdo vuole vedere volontà e progetti comuni per garantire una soluzione permanente della questione curda.

Criticando il governo perché non affronta seriamente il problema, la KCK ha richiamato l’attenzione sulle recenti dichiarazioni del Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan in cui ha affermato che i guerriglieri curdi non si sarebbero ritirati dai confine turchi e ha commentato queste dichiarazioni come una manifestazione dell’insistenza del governo in una guerra psicologica e in tattiche dilatorie.

La KCK ha sottolineato che il governo fino ad ora non ha apprezzato gli sforzi del movimento curdo per la creazione di un ambiente non-conflittuale che – ha detto – è stato il processo più significativo dopo il 1999 ed anche una necessità primaria nel percorso verso una soluzione della questione curda oggi.

La KCK ha detto che in risposta a questi sforzi da parte curda, il governo ha continuato con la costruzione di nuove dighe e postazioni militari e nel reclutamento di guardiani dei villaggi, mentre allo stesso tempo negli ultimi mesi mandava bande ad attaccare i curdi a Rojava e arrestava persone in modo arbitrario.

“Da quanto si capisce dalle dichiarazioni del Primo Ministro, dopo aver speso dieci mesi in vano, il governo non sembra avere intenzione di fare passaggi rilevanti in questo momento, “, ha detto.
La KCK ha anche criticato le dichiarazioni di Erdoğan in cui ha detto che il riconoscimento della lingua curda separerebbe il paese e commentato queste affermazioni come un tentativo di coprire la politica dei massacri praticata dalla Turchia.

La KCK ha sottolineato che la questione curda non può essere risolta fino se il governo non migliora le condizioni del leader curdo Abdullah Ocalan e non riconosce il diritto dei curdi all’autogoverno. Ha fatto notare che le aspettative dei curdi non possono essere soddisfatte con passi unilaterali che il governo prende senza aver raggiunto un accordo con Ocalan e il BDP (Partito della Pace e della Democrazia).

La KCK ha evidenziato che il movimento curdo risponderà alle politiche dilatorie del governo se non dovesse dimostrare una Chiara volontà finalizzata ad una soluzione duratura.