Karayılan: tutti dovrebbero svolgere il loro ruolo in favore della pace

Il Presidente del Consiglio Esecutivo dell’Unione delle Comunità Kurde (KCK) Murat Karayılan ed il membro Ronahi Serhat hanno risposto alle domande dei giornalisti mercoledì in un programma televisivo su Nuçe Tv.

Pubblichiamo alcuni estratti dell’intervista.

Come riassumerebbe il messaggio dell’appello di Öcalan, che riguarda da vicino tutti i Kurdi nelle quattro zone del Kurdistan ed anche i paesi nella regione del Medio Oriente?

Öcalan propone di sviluppare una nuova linea ed una nuova percezione nella regione e ció significa l’inizio di un nuovo processo. Basa la sua proposta su una soluzione che coinvolge sia i Kurdi che i Turchi, le due grandi nazioni nella regione, e sul principio di una vita comune. La sua prospettiva, che condurrà anche all’inizio di un nuovo processo nel Medio Oriente, ha l’obiettivo di formare una Confederazione di Popoli del Medio Oriente col passare del tempo.

Quale tipo di responsabilità devono assumersi le due parti coinvolte nel processo?

Prima di tutto, è importante che questa proposta venga gestita e compresa pienamente dalla parte kurda, dal Governo turco e dalle popolazioni nella regione. La proposta di Öcalan non è un approccio tattico ma strategico che richiede un cambio della mentalità generale. Egli propone la sotituzione dell’attuale divisione e del conflitto tra i popoli con la pace e la convivenza. La sua prospettiva eliminerà tutte le politiche nel Medio Oriente, in cui attualmte esiste un crudele conflitto ed uno spargimento di sangue, principalmente in Siria ed in Iraq, mentre d’altra parte le potenze internazionali stanno sviluppando politiche su queste contraddizioni. Ció che viene proposto è la plasmazione del Medio Oriente, giungendo ad una soluzione della questione kurda ed ottenendo la pace tra le popolazioni in Turchia. La sua prospettiva è infatti una presentazione della sua lunga comprensione filosofica ed è l’unico quadro che puó permattere alla Turchia di effettuare una mossa notevole per i suoi problemi esistenti.

E per ció che riguarda il ritiro delle forze armate dal territorio turco? Si è detto che per i Kurdi è il momento di lottare politicamente in seguito alla fine della lotta armata.

Questo piano prevede tre fasi, la prima delle quali è il cessate il fuoco ed il ritiro. Come abbiamo dichiarato in precedenza, anche il Parlamento dovrebbe assumersi le sue responsabilità mentre noi attuiamo le nostre. Ció che vogliamo non è una disposizione costituzionale ma l’istituzione di una commissione parlamentare che effettui decisioni sul processo di pace. Il coinvolgimento del Parlamento nel processo significherà anche quello delle persone e dei partiti politici, in modo che l’attuale ristretto approccio al processo, orientato verso l’AKP, possa essere eliminato. Il processo di soluzione si dovrebbe anche basare su un terreno legale, in considerazione del fatto che tutti i passi effettuati finora nell’ambito dei colloqui sono illegali secondo le leggi turche, come per esempio la visita della delegazione BDP-DTK a Kandil e l’incontro della delegazione dello Stato con Öcalan. Sia il processo dei colloqui di Imralı sia quello del ritiro hanno bisogno di avere una base legale, poiché, altrimenti, ció potrebbe essere la causa di una situazione di stallo nel processo. Il tempo del ritiro è anche collegato con il tempo del Governo. Le condizioni stagionali non sono ancora adatte per il ritiro, per cui abbiamo iniziato a prepararci, ma senza un quadro giuridico. C’è la necessità di istituire una commissione di monitoraggio ed una di esperti per rispondere a numerose domande senza risposta, come per esempio ció che accadrà dopo il ritiro ed il ritorno ai villaggi.

Potrebbe entrare maggiormente nei dettagli riguardo all’appello che Öcalan ha effettuato a tutti per la ricostruzione della legge di fratellanza basata sulla libertà e l’uguaglianza?  

C’è la necessita di una nuova costituzione per garantire la democrazia e diritti uguali per tutte le popolazioni e le minoranze in Turchia. Questa mossa richiede un radicato cambiamento che porterà anche una soluzione alla questione kurda e consentirà una forma costituzionale per i diritti, l’organizzazione e l’identità dei popoli.

ANF Behdinan