Karayilan: Stiamo discutendo se ritirare la guerriglia dal Sud
Nel discorso alla cerimonia militare di Armanc Kurdo, Murat Karayilan, membro del Comitato Esecutivo del PKK, ha dichiarato che il guerrigliero dell’HPG Kurdo, proveniente dall’Est del Kurdistan e che stava guidando la resistenza nel Kurdistan meridionale, è stato ucciso per difendere Kirkuk sotto la bandiera del PKK.
Karayilan ha promesso a tutti i martiri nella persona di Kurdo, che lo seguiranno nel loro cammino, che alzeranno la bandiera più alta e manterranno viva la loro memoria nella lotta per il libero e democratico Kurdistan.
Osservando che il Kurdistan sta attraversando un periodo storico, Karayilan ha affermato che gli attacchi contro il Rojava e il Sud del Kurdistan, mirano a trarre profitto dal popolo curdo e sono relativi, per mezzo di piani oscuri, ad occupare il Kurdistan. “Ci opporremo a questo concetto fino alla fine. La difesa per la protezione delle proprietà del popolo curdo è sacra,” ha sottolineato.
Karayilan ha messo in risalto che l’ISIS sarebbe riuscito a conquistare Kirkuk e sequestrare la raffineria di petrolio se le forze kurde avessero infranto il loro attacco, ricordando che i guerriglieri dell’HPG e YJA Star erano intervenuti in tempo, arrivando in aiuto dei peshmerga e difendendo Kirkuk quando è stata attaccata il 29 gennaio. Considerando che il guerrigliero Armanc è stato ucciso durante il tentativo di salvare un combattente peshmerga ferito, il comandante del PKK ha aggiunto: “Si tratta di una questione di grande resistenza, spirito di sacrificio e coraggio.”
Richiamando l’attenzione sull’approccio sbagliato ed errato verso la resistenza dei guerriglieri, Karayilan ha criticato le forze del Sud del Kurdistan e i media del Sud del Kurdistan che hanno imposto la censura sulla verità e hanno fatto sembrare come se le forze della guerriglia non fossero presenti. Karayılan ha evidenziato che le forze del PKK hanno svolto un ruolo importante nella difesa del Sud del Kurdistan, a Sinjar, Makhmur-Hewler e Kirkuk, e ha ricordato quelle considerazioni che accusano la guerriglia come se si recasse a compiere un’occupazione. “Consideriamo questi orientamenti come un insulto. Si vuole presentare il PKK come forza illegittima,” ha ribadito, criticando questo atteggiamento che, ha detto, ha lo scopo di mistificare la verità.
“Stiamo combattendo lì, dando la vita e sacrificando i nostri giovani rispettabili e coraggiosi. Siamo lì per le sacre terre del Kurdistan, non per la propaganda. La negazione della verità, tuttavia, non può essere accettata. La nostra amministrazione sta discutendo se ritirare o meno la guerriglia dal Kurdistan meridionale,” Karayilan ha detto, aggiungendo che l’atteggiamento della gente era importante anche per loro.
Sottolineando che il governo del Sud del Kurdistan dovrebbe cambiare atteggiamento nei confronti della guerriglia, Karayilan ha dichiarato di poter ritirare le loro forze a meno che il governo del Sud cambi l’atteggiamento che nega la guerriglia e non la considera legittima. Ha aggiunto: “Vogliamo che la nostra gente sappia che non si tratta di una nostra preferenza. Abbiamo predicato la resistenza al nostro popolo e vogliamo difendere le loro conquiste. I nostri guerriglieri e il movimento hanno l’esperienza e lo spirito per difendere le nostre terre e resistere agli attacchi dell’ISIS e sconfiggerli. Questo però richiede l’eliminazione delle attuali carenze.”
Osservando che guerriglia e peshmerga stavano combattendo fianco a fianco, mentre invece i comandanti non erano insieme, il comandante del PKK ha asserito: “Contro gli attacchi rivolti ai conseguimenti del popolo curdo, le forze militari stanno combattendo insieme, a Sinjar, Kirkuk e Baqırtê, ma ci sono due principali carenze. Perché non c’è un consiglio militare, un comando congiunto e una forza congiunta del Kurdistan? Questo è un nostro suggerimento a cui però nessuno risponde. Si tratta di una necessità che la storia e la resistenza sacra di Kobanê, Sinjar e Kirkuk, ci obbliga a stabilire. Si tratta di un approccio inaccettabile che deve essere modificato.”
Rilevando che la lotta contro l’ISIS deve diventare più forte, Karayilan ha indicato che l’ISIS potrebbe essere sconfitto in Kurdistan attraverso una tattica e una strategia basate sulla difesa attiva in sostituzione del presente metodo passivo che viene perseguito tra notizie dell’ISIS che si prepara a sferrare ulteriori attacchi. La lotta deve continuare sulla base di una difesa attiva e di strategie più efficaci, ha sottolineato, aggiungendo che “Ci auguriamo che tutte le forze interessate e i comandanti dei peshmerga, così come i politici del Sud del Kurdistan e il governo regionale del Kurdistan, considerino questa verità.”
Karayilan ha rimarcato che la misura del pericolo che il Kurdistan si trova ad affrontare oggi richiede unità e si basa sull’unità nazionale, continuando come segue: “è necessario stabilire un comando congiunto e la forza per fare avanzare la resistenza all’ISIS con giuste strategie e tattiche. Crediamo che la resistenza a tale livello permetterà l’espulsione dell’ISIS dall’intero territorio del Kurdistan con duri colpi. I poteri curdi hanno questa forza, sarà sufficiente mostrare l’atteggiamento giusto.”
Karayilan ha precisato che il PKK è pronto per qualsiasi tipo di auto-sacrificio per la protezione della proprietà del popolo curdo, e ha invitato la politica curda a rispondere a questa posizione.