Kalkan: Le leggi in Kurdistan funzionano in modo diverso

Il componente del Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), Duran Kalkan, dopo il rifiuto di liberare gli imputati nel principale processo KCK, ha commentato dicendo che le leggi in Kurdistan funzionano in modo diverso aggiungendo: “Abbiamo considerato il ritiro delle richieste di liberazione dei prigionieri politici curdi come una presa di posizione onorevole.”

Kalkan ha detto che le leggi in vigore in Turchia non vengono applicate in Kurdistan, aggiungendo: “Gli arresti delle operazioni KCK erano collegate ad un sistema diverso. La gente ha cercato di paragonare il caso al processo Ergenekon, ma è diverso. Dopo le elezioni locali del 2009 l’AKP ha tenuto un incontro con lo stato maggiore e lanciato le operazioni del 14 aprile. Il giorno precedente, il13 aprile, il capo di stato maggiore, İlker Başbuğ, ha spiegato il programma da mettere in atto da parte dell’AKP in una conferenza di due ore alla scuola militare. Il giorno successivo l’AKP ha dichiarato la legge marziale in Kurdistan e iniziato il processo di chiusura del DTP. Vennero rimossi deputati, arrestati sindaci e oltre 10,000 politici curdi messi in carcere. Di fatto è stato un golpe, il golpe curdo dell’AKP.”

Kalkan ha aggiunto: “Perché dopo le elezioni locali esisteva la base per una soluzione politica della questione curda. Le vittorie del DTP le hanno determinate. La possibilità di rinvio e di dolo erano svanite. O sarebbero seguite una vera democratizzazione e una soluzione della questione curda, o avrebbero dovuto iniziare attacchi fascisti. Scelsero la seconda opzione e gli attacchi erano al livello di un golpe.”

Kalkan ha commentato l’ultima decisione rifiutare la liberazione dei prigionieri dicendo: “Il Kurdistan non è governato da Ankara. Le leggi sono diverse e i casi KCK sono qualcosa di diverso. La gente è stata fuorviata, pensava che si trattasse di un processo legittimo. Durante i processi è diventato evidente che quest’idea era sbagliata dato che tutto ciò che è successo era politico. La gente all’interno ha visto la realtà e voleva rendere la situazione evidente a tutti. Diventò immediatamente evidente che le leggi in Kurdistan non funzionano. Le autorità dissero che c’era il rischio che prigionieri malati andassero in montagna, così non li hanno rilasciati. I giudici ora leggono nel pensiero dei curdi che hanno incarcerato.”

Kalkan ha aggiunto che proprio durante il massacro a Dersim le persone sono state uccise con il pretesto che avrebbero potuto opporsi al regime in futuro, oggi la stessa logica viene usata per tenere rinchiusi dei prigionieri malati.

“È diventato chiaro che il Kurdistan è una categoria a parte. Coloro che sono stati messi in custodia preventiva non sono stati arrestati su una base giudiziaria e quindi non possono essere rilasciati per motivi del genere. Il fatto che abbiano ritirato le loro richieste è una presa di posizione onorevole. È necessario continuare la lotta di resistenza come è stata iniziata ad Amed.”

Kalkan ha proseguito dicendo: “I prigionieri politici curdi perpetueranno lo spirito di resistenza del 1980, come rappresentato simbolicamente dai Mazlum, dai Kemal, dagli Hayri, dai Ferhate dagli Ali Çiçek. Rappresenteranno lo spirito di resistenza del PKK. Hanno fatto prese di posizione simili in passato e c’è resistenza ovunque. Sta crescendo. È necessario mantenere la lotta onorevole e portarla avanti con una rivoluzione democratica, una rivoluzione culturale che porta libertà, non secondo le leggi di uno stato che sta attuando un marcio genocidio culturale. Questa è una presa di posizione valida da adottare. Si stanno comportando in modo appropriato e li saluto e mi congratulo con loro per la loro resistenza.”