Isis, le donne curde che combattono Daesh: ‘La pace non verrà da chi vende armi’

L’attivista curda Dilar Dirik racconta al ilfattoquotidiano.it il protagonismo delle donne nella rivoluzione culturale e sociale del Rojava siriano, l’organizzazione confederale e democratica che la scorsa settimana ha proclamato la propria autonomia. Un anno fa a Kobane l’Unità di Protezione Popolare (YPG) ha respinto l’aggressione dell’Isis e oggi continua a resistere. Come sconfiggere il terrorismo in Medio Oriente? “I bombardamenti sono la migliore propaganda per il Daesh”, spiega Dilar. E aggiunge: “I governi occidentali dovrebbero sospendere il commercio di armi con Arabia Saudita, Qatar e Turchia, che hanno contribuito alla nascita del Daesh”. Ma di speranze ne ha poche: “Non lo faranno, ci sono interessi economici troppo alti legati al commercio delle armi. Inoltre la comunità internazionale dovrebbe condannare la politica turca nei confronti dei propri cittadini e verso la Siria e l’Iraq. In posti come Cizre, città curda in Turchia, la gente viene bruciata viva dall’esercito di Erdogan e nessuno dice nulla”

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