Il silenzio dell’occidente di fronte al massacro da parte di Al Qaeda e dell’ESL
La comunità internazionale continua ad ignorare i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi da gruppi legati ad al-Qaeda e all’Esercito Siriano Libero (ESL) contro la popolazione civile curda in Siria. Solo la Russia ha condannato gli attacchi. Sul campo la lotta infuria: i combattenti curdi infliggono pesanti perdite ai gruppi armati che colpiscono i civili.
Il fronte di Al-Nusra e lo Stato islamico dell’Iraq e il Levante legato ad Al-Qaeda, hanno ucciso il 31 luglio almeno 50 civili curdi dei villaggi di Til Hasil e Til Aran della provincia di Aleppo. Il 1 agosto 20 donne e bambini curdi che volevano scappare dagli jihadisti sono stati uccisi selvaggiamente in un furgone a Til Aran, con cannoni antiaerei. Circa 350 civili sono stati rapiti negli stessi villaggi.
Nel frattempo le moschee di Til Hasil e Til Aran, sotto il controllo degli jihadisti, annunciavano costantemente che le proprietà e le donne curde sono “halal”, invitando quindi allo stupro e al massacro, secondo fonti locali. Diverse donne sarebbero state violentate da questi criminali, mentre migliaia di civili sarebbero stati costretti a fuggire nel deserto per salvarsi la vita.
L’ESL È COINVOLTO NEL MASSACRO
I suoi nuovi attacchi si sono verificati dopo la riunione del 26 luglio alla quale hanno partecipato 70 comandanti dell’”opposizione siriana” a Gaziantep, in Turchia. La decisione di attaccare i kurdi sarebbe stata presa durante quella riunione, secondo l’agenzia di stampa curda ANHA. Il capo del consiglio militare dell’ESL, Abdul Jabar al-Akidi, avrebbe detto che è tempo “di braccare i curdi”.
In un video un altro membro del consiglio militare, Abdul Jabar al-Iqeli, accanto ad altri comandanti dell’ESL, dice che annienterà i curdi, pur aggiungendo che non loro sono contro i curdi ma contro il principale partito curdo PYD, un pretesto per nascondere la verità dato che sono i civili ad essere stati massacrati.
Questi combattenti, qualificati dall’Occidente come “ribelli” o “membri dell’opposizione”, il 20 luglio avevano preso centinaia di civili curdi a Til Abyad, nella regione di Raqqa, dopo aver attaccato le zone curde.
NESSUN PAESE EUROPEO HA CONDANNATO IL MASSACRO
Nessun paese dell’Unione Europea, tra cui la Francia, il “paese dei diritti umani”, ha condannato il massacro, come d’altronde gli Stati Uniti e la Turchia. Nessuna reazione. Solo la Russia ha condannato in modo risoluto gli attacchi contro il popolo curdo.
MOSCA CONDANNA IN MANIERA RISOLUTA
In un comunicato il Ministero degli Esteri russo ha dichiarato: “Condanniamo in modo risoluto gli attacchi dei radicali contro la pacifica popolazione curda. Intendiamo ottenere che le autorità siriane e tutti i gruppi di opposizione, compresi i rappresentanti del Consiglio Supremo curdo, prendano l’impegno comune alla conferenza sulla Siria – Ginevra 2, di eliminare o espellere dal territorio siriano tutte le organizzazioni terroristiche e di estremisti legati ad Al-Qaeda.”
Gruppi legati ad Al-Qaeda e all’ESL sono apertamente sostenuti da alcuni paesi stranieri, compresa la Turchia, che ha aperto le sue frontiere ai combattenti di Al Qaeda. Questi gruppi ricevono armi e inviano rinforzi o combattenti stranieri dai confini di Turchia e Iraq per fare la guerra contro i curdi. Ambulanze turche lavorano per questi combattenti trasportando i loro feriti. La Turchia non ha mai mostrato il suo disappunto quando i combattenti di Al Qaeda erano i suoi vicini di casa a Serekaniyê , prima di essere espulsi dai curdi il 16 luglio. Sono sempre vicini a Til Abyad, al confine con la Turchia, fedele alleata dell’Occidente, in particolare della Francia e degli Stati Uniti.
A SEREKANIYE 35 JIHADISTI UCCISI
Sul campo si intensificano i combattimenti tra i combattenti curdi e Al Qaeda, supportata dalla maggior parte delle brigate dell’ESL.
Il fronte di Al Nusra e l’EIIL hanno bombardato il 2 agosto alle 4 la città curda di Serekaniyê , ferendo quattro persone con proiettili sparati dal villaggio di Til Xelef, a pochi chilometri dalla città.
Le Unità della difesa Popolare (YPG), composte da uomini e donne, hanno di seguito lanciato un’ampia operazione contro le basi di al-Qaeda a Til Xelef. Almeno 35 membri di Al-Qaeda sono stati uccisi e altri 10 sono rimasti feriti, secondo fonti vicine al YPG. I feriti sono stati trasportati agli ospedali di Ceylanpınar in Turchia, si è appreso da fonti locali. Questi gruppi erano stati espulsi da Serekaniye il 17 luglio.
ALTRI 20 UCCISI A GIRKE LEGE
Altri 20 jihadisti sono stati uccisi il 2 agosto da combattenti del YPG nelle vicinanze del villaggio di Girhok considerato la fortezza di Al-Qaeda, nei pressi della città di Girké Lêge nel Kurdistan occidentale, cioè il territorio curdo in Siria.
I combattenti curdi avevano annunciato l’uccisione nella notte dal 31 luglio al 1 agosto di 69 jihadisti nelle regioni Girke Lege e Tirbespiye nel Kurdistan occidentale. Due combattenti curdi sono stati uccisi, secondo la dichiarazione di YPG. Dal 16 luglio centinaia di jihadisti sono stati uccisi dai combattenti curdi.
UCCISO UN EMIRO DELL’EIIL
Inoltre un sito web jihadista ha annunciato che l’emiro dell’EIIL ad est della provincia di Aleppo, Abu al-Oubeida Tunusi, è stato ucciso negli scontri con Jabhat Al-Akrad – il fronte curdo, a Til Aren, senza dare ulteriori dettagli. Il fronte Al-Akrad aveva catturato altri due emiri degli jihadisti a Til Abyad, dopo aver combattuto il 20 luglio.
CONFLITTO INTERNO SUL BOTTINO: UCCISI DUE CAPI JIHADISTI
Secondo un altro sito jihadista appartenente al gruppo Ahrar Al-Sciam, legato all’EIIL, il vice presidente di Ahrar Al-Sciam, Abu Yahha al-Kurdi e le sue guardie del corpo sono stati uccisi, sempre senza ulteriori dettagli. Al-Kurdi era anche un funzionario responsabile del posto di frontiera di Til Abyad.
Secondo fonti vicine all’ESL c’è stata una disputa tra Al-Kurdi e i combattenti dell’EIIL sulla condivisione del “bottino”, cioè dei beni sequestrati dopo il saccheggio di villaggi e quartieri curdi.
Il 1 agosto alle ore 21.30 Ali Sénin, leader del gruppo “Walid Soukhni Hadji Abdo Soukhni”, è stato ucciso dai combattenti dell’EIIL dopo una disputa sulla condivisione del bottino, come si è appreso da fonti locali. Collegato a Ahrar Al-Sciam, il gruppo è noto per i suoi atti di saccheggio e furto.
Maxime Azadi – Mediapart