Il Presidente del KESK: continueremo a lottare per i diritti e la democrazia
Centinaia di membri del KESK (Confederazione dei Sindacati del Settore Pubblico) si sono riuniti venerdì di fronte al tribunale di Ankara per chiedere il rilascio dei lavoratori del settore pubblico arrestati nelle più recenti operazioni effettuate il 19 Febbraio in ventotto città.
Intervenendo alla conferenza stampa tenutasi davanti al tribunale, il Presidente del KESK Lami Özgen ha affermato che la le operazioni di criminalizzazione contro la Confederazione da parte del Governo AKP al potere infrangono i diritti dei lavoratori sindacalizzati del settore pubblico. Özgen ha osservato: “Le detenzioni e gli arresti non ci spaventeranno mai e non ci allontaneranno dalla nostra lotta. L’opinione pubblica sa già che le operazioni che colpiscono la lotta del KESK per il lavoro e la democrazia sono diventate ora una routine. Come nelle precedenti operazioni, i nostri amici sono stati ancora una volta vittime di trattamenti inumani ed illegali durante la detenzione. Un membro del KESK, che lotta contro il cancro da due anni, è stato tratto in custodia mentre si stava sottoponendo a chemioterapia all’ospedale, nello stesso tempo anche un neonato di tre mesi è stato condotto in carcere insieme alla madre”.
Ricordando lo sciopero del KESK di un giorno il 21 Dicembre 2011, Özgen ha detto che allo stesso è seguita un’operazione contro la Confederazione il 13 Gennaio. Özgen ha continuato come segue: “Nello stesso modo, sedici lavoratrici del KESK sono state tratte in custodia e tra di loro nove sono state incarcerate in seguito ad un’operazione del 13 Febbraio 2012, avvenuta dopo il nostro annuncio del programma sulle iniziative dell’8 Marzo, Giornata Internazionale delle Donne. Ancora una volta, abbiamo dovuto far fronte ad un’altra operazione il 25 Giugno dopo lo sciopero generale indetto nel paese per protestare contro il nuovo sistema educativo. Questa operazione si è conclusa con l’arresto di ventotto funzionari e membri del KESK”.
Riferendosi alla recente operazione del 19 Febbraio contro la Confederazione, Özgen ha detto che la stessa aveva l’obiettivo di reprimere le forze che lottano in favore del lavoro e della democrazia.
“Stiamo vivendo in un paese in cui domina la povertà, l’ingiustizia e l’illegalità. Non è abbastanza ovvio il motivo per cui il KESK, la voce dei lavoratori del settore pubblico ed il difensore della fratellanza dei popoli contro la guerra, lo sfruttamento ed il razzismo, è colpito da operazioni consecutive in un clima in cui non è possibile far cenno alla democrazia, alle libertà ed ai diritti sindacali?”, ha affermato Özgen, sottolineando che il KESK non metterà mai fine alla sua lotta nonostante la repressione.
Özgen ha richiesto l’immediato rilascio dei membri arrestati del KESK che -ha sottolineato- non hanno commesso alcun crimine se non lottare per i diritti, le libertà, la pace e la democrazia. “Ci siamo impegnati a lasciare un futuro dignitoso ai nostri figli e manterremo perció la nostra promessa continuando a lottare anche se saremo arrestati e mandati in esilio”, ha aggiunto Özgen.
ANF Ankara