Il KNK condanna l’esecuzione dei prigionieri politici in Iran
Il Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK) ha rilasciato una dichiarazione di ferma condanna per l’esecuzione dei prigionieri politici curdi in Iran.
Richiamando l’attenzione sulle esecuzioni nel Kurdistan orientale e il terrorismo del regime iraniano contro il popolo curdo, il KNK ha sottolineato che: “Il popolo del Kurdistan durerà in tutto il mondo.”
“Tutta l’umanità deve sapere che lo Stato iraniano ha il sangue delle ragazze e dei ragazzi del Kurdistan sulle sue mani sporche in quanto la sua politica reazionaria e colonialista ha ripetutamente portato all’esecuzione di giovani curdi con rancore e ostilità”, ha dichiarato il KNK.
Sottolineando che l’arresto, il carcere, la tortura, l’uccisione e l’esecuzione sono meccanismi a cui fanno ricorso soltanto governi codardi, il KNK ricorda che i fratelli Hebibullah e Eli Efsharî e Saman Naseem sono appena stati giustiziati, mentre il destino di altri tre attivisti politici, Sirwan Nijawî, Ibrahim Sapuri e Yunis Axayan, non è chiaramente conosciuto.
Il KNK ha affermato che il popolo curdo non ha timore di esecuzioni e persecuzioni, sottolineando che queste pratiche disumane non potranno che rafforzare ulteriormente la propria lotta e resistenza.
Il Congresso Nazionale del Kurdistan ha concluso la dichiarazione invitando l’opinione pubblica mondiale ad aumentare la pressione sul regime iraniano e a sospendere la diplomazia, e a garantire che il processo dei detenuti nelle carceri iraniane sia svolto in conformità con le leggi internazionali.