Il funzionamento della legge in Rojava

Il processo rivoluzionario in Rojava ha fatto decadere anche il sistema giuridico preesistente.

La popolazione e il movimento politico che hanno attuato il cambiamento hanno rifiutato l’apparato di sicurezza, i rappresentanti politici, i servizi di sicurezza esistenti e li hanno sollevati dai loro incarichi. Importante è stato il loro allontanamento, ma altrettanto importante è sapere cosa verrà. Chi si batte per l’emancipazione, per una società giusta ed egualitaria deve dire no agli scontri, alla violenza, alle rapine e ai saccheggi, che avvengono quando vi sono rivolgimenti e che non danno il via a una vera ed emancipatoria trasformazione sociale.

Una decisione presa negli anni ’90 si è rivelata molto saggia e decisamente conveniente in riferimento all’apparato giuridico attuale, ossia l’istituzione di comitati per la pace e per il consenso, nelle località ad alta presenza kurda nel territorio statale siriano. Questi comitati furono dapprima istituiti dal PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, nei territori dove godeva di molto appoggio. Avevano il compito di garantire in quel quartiere o località la pace sociale, di operare contro la criminalità e le ingiustizie. Nonostante l´aumento della repressione nei territori kurdi a partire dal 2000, sono continuati ad esistere anche se in maniera meno evidente, e anche se non in tutte le località kurde.

Questa esperienza dei Comitati per la Pace ed il Consenso, ha fatto sى che la liberazione del Rojava non abbia significato il caos in assenza del diritto del regime. Subito sono stati costituiti dei Comitati, in base a modelli già esistenti.

Dopo la liberazione delle città e delle località più piccole nel 2012, nelle diverse regioni sono stati istituiti Consigli per la Giustizia (in kurdo Diwana Adalet). Sono sorti su iniziativa del TEV-DEM (organo esecutivo del sistema dei Consigli del popolo). Non sarebbe potuto essere diversamente, visto che il TEV-DEM era la forza che ha portato avanti la rivoluzione. Ai Consigli per la giustizia hanno preso parte giudici, avvocati, Pubblici Ministeri e altri operatori della giustizia che avevano preso le distanze dal vecchio sistema di dominio, e naturalmente membri dei Comitati per la pace ed il Consenso. Questi Consigli per la giustizia sono decisivi per la formazione di un nuovo sistema amministrativo.

La costruzione del nuovo sistema giuridico

Il consiglio per la giustizia di Cizire è composto da 11 membri, mentre a Afrin e Kobani da 5 membri. E’ evidente che questi consigli non sono composti da molte persone, tuttavia il sistema è stato istituito grazie a un’ampia discussione diffusa sul territorio.

Il primo livello è il Comitato per la Pace e il Consenso che si occupa di un quartiere o di una comunità di villaggi (dai sette ai dieci villaggi), e cerca di trovare una soluzione laddove è possibile, a tutti i casi. I membri sono eletti dal Consiglio del popolo del quartiere o dal Consiglio del popolo della comunità dei villaggi. Principalmente sono elette persone dei diversi comuni, alle quali si attribuiscono capacità di saper risolvere conflitti e di saper favorire una ampia discussione. Non vanno intesi come dei giudici di pace, ma sono eletti democraticamente e paritariamente in relazione al genere di appartenenza. L’obiettivo delle sentenze non è la condanna, bensى il trovare il consenso tra le parti. L’obiettivo di lunga durata è favorire la solidarietà e l´avvicinamento tra la gente nella società. Questa pace sociale ha sempre più successo. Questo nuovo approccio è completamente diverso dai sistemi giuridici degli Stati capitalisti, di quelli del socialismo reale, dittatoriali o parlamentari.

Il fatto che sempre più arabi e persone di altre etnie si rivolgono in caso di problemi a queste strutture, lascia intendere che questi Comitati funzionano bene. Le modalità operative di questi Comitati per la Pace e il Consenso non sono definite per iscritto in ogni loro singola parte. Regole e principi sono venute a crearsi con la prassi.

Solo se un caso non puٍ trovare una sua soluzione grazie a questi comitati si passa ad un secondo livello. Va detto che casi difficili come un omicidio non vengono trattati da questi Comitati ma si passa al livello superiore.

Il livello superiore sono le Corti popolari (in kurdo Mahkemeya Gel), che esistono in tutte le città maggiori e che rappresentano un punto di snodo per il proprio territorio. I Consigli per la Giustizia hanno dato vita a queste Corti popolari. I giudici (in kurdo Dadger) di queste Corti possono essere proposti sia dai Consigli per la giustizia che da singole persone. Non bisogna avere necessariamente una formazione da giurista, tuttavia tra di loro vi sono sempre uno o due giuristi. Le proposte vengono prese in considerazione dai Consigli del popolo su base territoriale (per esempio a Serekaniye, Qamishlo, Amude, Derik, Heseke, Afrin, Kobanî) e per ogni zona territoriale si stabilisce un determinato numero. Questo è un altro punto che si differenzia dagli abituali sistemi di amministrazione della giustizia. La popolazione tramite il Consiglio del popolo ha la possibilità di proclamare dei giudici, che devono rappresentare gli interessi della società.

Dopo la chiusura di un procedimento presso la Corte popolare, una delle parti puٍ presentare ricorso ad una autorità superiore; la Corte di Appello (Mahkemeya Istinaf). Di questo tipo di Corte ne sono state istituite 4 in Rojava, di cui due a Cizire e una rispettivamente a Kobani e Afrin. I giudici di questo livello devono essere dei giuristi.

Un ulteriore livello in Rojava per eventuali altri ricorsi è rappresentato dalla Corte Regionale (Mahkemeya Neqit). Per tutti i tre territori (cantoni) ne esiste solamente una.

Infine esiste anche una Corte Costituzionale Mahkemeya Hevpeyman, ossia Dadgeha Desturî. I sette giudici decidono se tutte le scelte e le decisioni sono rispettate dal governo.

Per salvaguardare l´interesse pubblico operano in ogni cantone i Pubblici Ministeri (Dozgeri).

Il livello più alto del sistema giuridico è rappresentato dal parlamento per la Giustizia che mette insieme tutte le parti di un cantone. Ogni singolo parlamento per la giustizia è composto da 23 persone: 3 rappresentanti del Ministero della Giustizia, 11 rappresentanti del Consiglio per la Giustizia, 7 della Corte Costituzionale e 2 della Camera degli avvocati. Un presidente rappresenta il Parlamento all’esterno.

I compiti di questo parlamento consistono nell’adeguare l´intero sistema di amministrazione della giustizia alle esigenze e ai bisogni della società, e ai mutamenti sociali. Senza dubbio questo processo va ancora avanti. L´impalcatura esiste (le norme e le linee generali) ma le modalità operative vanno ancora decise meglio nei dettagli. Questo sistema di amministrazione della giustizia ha davanti a sé la sfida di dovere esistere accanto e con il sistema siriano. I tre cantoni sono parte dello Stato siriano, ma di uno Stato democratico. Alcune leggi e norme vengono rifiutate, altre accettate.

In questo senso il Parlamento per la giustizia deve attuare necessariamente – per certi ambiti sociali – leggi che derivano dal diritto siriano. Il parlamento per la giustizia delibera anche su questioni tecniche ed amministrative. Le questioni inerenti alla difesa vengono anche discusse dal parlamento e si cerca di trovare delle soluzioni.

Formazione
A metà del 2013 è stata istituita a Qamishlo un’accademia per i giuristi dei tre cantoni. Ogni fase della formazione ha avuto la durata di 4 mesi. La seconda fase è terminata nel maggio del 2014. I candidati, alla fine dei 4 mesi, dopo aver superato gli esami possono iniziare a lavorare. La formazione non finisce qui, ma prosegue per tanti altri mesi. Gli studenti ad intervalli regolari fanno rientro in accademia per proseguire la formazione. Si discute di organizzare ancora meglio la formazione dei giuristi per i prossimi anni. I quattro mesi per ogni fase si rendevano necessari per l´urgente bisogno di personale qualificato.

Risultati del nuovo sistema di amministrazione della giustizia

E´evidente che è stata abolita la pena di morte. Una detenzione a vita puٍ essere inflitta solamente in caso di omicidi, torture o terrorismo. Sinora e´stata inflitta solamente due volte. Nel primo caso nei confronti di un uomo che ha barbaramente assassinato una donna, e nel secondo caso a un uomo che ha torturato ed assassinato un poliziotto.

Non solamente grazie al nuovo sistema di amministrazione della giustizia, ma principalmente grazie alla maggiore auto-organizzazione della popolazione è diminuito sensibilmente il numero dei reati, anche se non si e´ancora in grado di fornire delle cifre attendibili a riguardo.