Il Comandante delle YBŞ: Questo per Shengal sarà l’anno della vittoria e dell’autonomia
A Şengal si è tenuta una cerimonia in occasione del secondo anniversario del massacro perpetrato dall’ISIS e della fondazione delle Unità di resistenza di Shengal (YBŞ).
Le Unità di resistenza dello Shengal (Yekîneyên Berxwedana Şengalê, YBŞ) e le Unità femminili dello Shengal (Yekîneyên Jinên Şengalê, YJŞ) hanno tenuto una cerimonia militare a Şengal presso il villaggio di Xanesor, per commemorare il secondo anniversario del massacro di Shengal. Alla cerimonia hanno assistito 350 combattenti, insieme ai Comandanti in capo delle YBŞ Mazlum Şengal e delle YJŞ Raperin Engizek e a molti ufficiali delle Unità.
Nel suo discorso, il Comandante in capo delle YBŞ Mazlum Şengal ha commemorato tutte le persone uccise nel massacro del popolo êzîdî perpetrato dall’ISIS il 3 agosto 2014, sottolineando come si sia trattato d’un massacro non soltanto materiale ma anche culturale, storico e religioso, col quale le potenze colonialiste e imperialiste e l’ISIS miravano a sterminare il popolo êzîdî cancellandolo dalla storia.
«Sappiamo bene chi ha appoggiato le squadracce dell’ISIS, di questi nemici dell’umanità. Abbiamo tratto una lezione da questo massacro, perpetrato a causa della nostra mancanza di autodifesa e non riuscivamo ad esprimere la nostra volontà. Qui dichiariamo che non accetteremo più una vita senza politica, senza ideologia, senza autodifesa».
Şengal ha ricordato come le YBŞ si siano organizzate autonomamente come forza nata dalla volontà e dall’abnegazione, e abbiano difeso il popolo êzîdî sin dal primo giorno del massacro, rivestendo un ruolo attivo sul monte Shengal e nella liberazione della città di Shengal e dei villaggi circostanti, occupati dalle bande dell’ISIS.
«Tale volontà che è emersa costituisce la forza difensiva dell’Êzîdxan [il territorio êzîdî ancestrale, comprendente le zone di Sinjar, Ba’adra, Shekhan, Hatarah, Bashiqa e Bahzani, nella provincia irachena di Ninive e di tutto il popolo êzîdî, compresa la nostra gente che risiede fuori della città di Shengal. Nostro obiettivo primario è far risorgere la storia del nostro popolo, dare ad esso la forza di vivere con onore e volontà e di mettere in pratica la filosofia e l’ideologia del nostro leader Apo [soprannome di Abdullah Öcalan, ex-dirigente del PKK e dal 1999 prigioniero politico in Turchia – n.d.t.]. Le YBŞ combatteranno le bande e le potenze coloniali in queste terre. A coloro che hanno preso parte al massacro di Shengal diciamo: attenzione a non sottovalutare questa gente, poiché il nostro popolo non è più quel che era un tempo è diverso. E nessuna potenza potrà comandare su questo popolo come prima».
Il Comandante in capo delle YBŞ Mazlum Şengal ha sottolineato l’importanza di istituire un comando congiunto//unico per lottare contro le bande e le potenze coloniali, e ha aggiunto: «Le YBŞ appartengono al popolo êzîdî e sono la forza d’autodifesa dell’Êzîdxan che difende il proprio popolo, le proprie terre e il Kurdistan».
Şengal ha affermato che per Shengal questo secondo anno dal massacro sarà l’anno della vittoria e della libertà, l’anno della realizzazione di un’amministrazione autonoma.