Gli avvocati si rifiutano di partecipare alle udienze nel caso Kobanê fino a quando non sarà garantito un processo equo
Un totale di 108 personalità della politica, della società civile e del movimento di liberazione curdo sono sotto accusa nel processo Kobanê in relazione all’appello di solidarietà di HDP con Kobane nel 2004 in quanto sotto assedio da parte di Isis.
La settima tornata di udienze del “processo Kobanê” è iniziata lunedì ad Ankara. La prima seduta si è aperta con un altro scandalo. Dopo che il presidente del tribunale era già stato rimosso dal processo senza giustificazione formale con decisione del Consiglio dei giudici e dei pubblici ministeri (HSK), un altro membro del tribunale è stato ora richiamato.
Parlando dopo l’udienza, l’avvocato Cihan Aydın ha dichiarato: “Non è più possibile per noi continuare con questa udienza. La delegazione del tribunale sembra aver già preso la sua decisione. Non saremo una parte in questo crimine. Siamo di fronte a una delegazione che non rispetta la sentenza della Cedu e non collabora con la difesa. Non parteciperemo alle udienze a meno che non sia assicurato un processo equo. Solo allora noi e i nostri clienti siamo pronti per essere presenti in aula”.
L’avvocato ha osservato che si sarebbero difesi una volta rese disponibili le condizioni per un processo equo, aggiungendo: “I nostri assistiti non hanno avuto il tempo di visualizzare i documenti di migliaia di pagine. Non saremo partecipi di questo. Siamo pronti a saldare i conti una volta concesse le condizioni adeguate. Non vogliamo essere presenti nell’aula del tribunale dove la legge viene calpestata. Non saremo presenti alle udienze previste per due settimane”.
Il contesto
Nel processo Kobanê sono accusate un totale di 108 personalità della politica, della società civile e del movimento di liberazione curdo. Rischiano pene detentive severe sulla base di accuse inventate, in dozzine di casi, ergastoli aggravati e quindi reclusione fino alla morte. L’accusa di 3.530 pagine si riferisce a eventi avvenuti nell’ottobre 2014 attorno alla città curda di Kobanê, nel nord della Siria.
In un post su Twitter, che la CEDU considera un discorso politico, HDP aveva chiesto solidarietà con Kobanê che si trovava sotto assedio da parte dell’ISIS, e proteste contro il governo turco per non aver posto fine al suo sostegno all’ISIS. Durante queste proteste sono scoppiati violenti scontri tra i manifestanti, la polizia, i militari e le organizzazioni vicine all’Isis, provocando secondo HDP 43 morti.