Gli avvocati fanno appello alle Nazioni Unite e al CPT per agire sull’isolamento di Öcalan

I rappresentanti del comitato per la prevenzione della tortura e delle Nazioni Unite dovrebbero visitare urgentemente la prigione dell’isola di İmralı per ispezionare le condizioni di detenzione del leader del PKK Abdullah Öcalan e di altri prigionieri politici, lo affermano gli avvocati di Öcalan.

Gli avvocati di Abdullah Öcalan, il leader incarcerato del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), hanno letto una dichiarazione al Press Club di Ginevra, in Svizzera.

Gli avvocati hanno invitato ancora una volta il Comitato per la prevenzione della tortura (CPT) del Consiglio d’Europa (CoE) e le commissioni competenti delle Nazioni Unite a visitare urgentemente la prigione dell’isola di İmralı per ispezionare le condizioni di Öcalan e di altri prigionieri politici, che da anni sono sottoposti a un grave isolamento a causa dei continui divieti di visita dell’avvocato e dei familiari.

Gli avvocati si erano rivolti in precedenza all’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) e al relatore del sub-comitato per la tortura e l’unità di azione urgente, ha affermato l’avvocato Rezan Sarıca, aggiungendo che queste autorità dovrebbero ispezionare le condizioni di Abdullah Öcalan e condividere i risultati con il pubblico.

Il CPT e l’OHCHR dovrebbero contattare urgentemente i funzionari del governo turco e agire per garantire il rispetto delle leggi nazionali e internazionali in merito alle condizioni di isolamento quasi assoluto in cui Öcalan è stato trattenuto per anni, ha affermato l’avvocato.

L’isolamento di Öcalan

L’ultimo contatto con Öcalan è avvenuto nel marzo 2021, quando ha parlato molto brevemente al telefono con suo fratello Mehmet Öcalan. La conversazione è stata interrotta bruscamente dopo pochi minuti.
I suoi avvocati hanno ricevuto l’ultima informazione su di lui nell’agosto 2019. Dopo questo periodo i divieti di comunicazione di sei mesi alla volta hanno impedito a qualsiasi membro della famiglia o rappresentante di raggiungere il fondatore del PKK imprigionato. Più di recente, a maggio, il divieto di visita è stato prorogato di altri sei mesi.

Il 29 marzo la famiglia Öcalan ha visto respinto l’appello a fargli visita, segnando la decima volta dal 2018.