Expo Gate e San Babila, protesta anti-Erdogan: «Solidarietà ai curdi»
Manifestazione guidata dal collettivo Lambretta contro la settimana dell’amicizia tra governo turco e governo italiano, e poi presidio in centro
«Erdogan assassino! Chi tace è complice» è lo striscione appeso tra l’ala destra e l’ala sinistra dell’Expo Gate da un gruppo di attivisti milanesi, guidati dal collettivo Lambretta, che alle 14 di lunedì hanno aperto la contestazione contro la settimana dell’amicizia tra governo turco e italiano organizzata da Expo 2015. Si sono arrampicati sulla struttura simbolo dell’esposizione universale. Un’azione decisa nei toni, ma pacifica nei modi: la polizia che presidia la zona non è intervenuta per bloccare i ragazzi. «La popolazione del Kurdistan è una popolazione dimenticata. Dimenticata dai media italiani, dal governo europeo e dagli stessi cittadini del nostro Paese che poco sanno delle violenze che questo popolo quotidianamente vive. Per questo motivo non possiamo accettare che passi nel silenzio l’amicizia complice e assassina tra il Governo italiano e quello turco, siglata e riconfermata oggi ad Expo 2015».]
«Erdogan assassino! Chi tace è complice» è lo striscione appeso tra l’ala destra e l’ala sinistra dell’Expo Gate da un gruppo di attivisti milanesi, guidati dal collettivo Lambretta, che alle 14 di lunedì hanno aperto la contestazione contro la settimana dell’amicizia tra governo turco e italiano organizzata da Expo 2015. Si sono arrampicati sulla struttura simbolo dell’esposizione universale. Un’azione decisa nei toni, ma pacifica nei modi: la polizia che presidia la zona non è intervenuta per bloccare i ragazzi.
«La popolazione del Kurdistan è una popolazione dimenticata. Dimenticata dai media italiani, dal governo europeo e dagli stessi cittadini del nostro Paese che poco sanno delle violenze che questo popolo quotidianamente vive. Per questo motivo non possiamo accettare che passi nel silenzio l’amicizia complice e assassina tra il Governo italiano e quello turco, siglata e riconfermata oggi ad Expo 2015».
Tappa successiva a San Babila
«Ocalan Libero. Erdogan = Isis», «Fermiamo la repressione del Governo turco. Rojava fino alla vittoria», «Solidarietà al popolo curdo! Fermare il massacro dei civili», «Turchia fascista, Stato terrorista»: gli slogan attirano l’attenzione di qualche turista, qualcuno di passaggio scatta una foto, mentre i manifestanti accendono fumogeni colorati.
Poco dopo gli attivisti hanno lasciato l’Expo Gate, scendendo dalla struttura su cui rimangono appesi striscioni e lenzuola. Con un corteo di una quarantina di persone hanno attraversato la piazza rilanciando l’appuntamento per il presidio di piazza San Babila.
Qui, fra bandiere, slogan e striscioni contro «Erdogan assassino» si sono raccolte circa 200 persone, pronte per continuare in corteo fino in piazza Duomo. Bloccata la circolazione dei mezzi pubblici dalla piazza verso corso Europa. Il corteo in sostegno alla resistenza curda ha dunque proseguito in piazza Duomo, coinvolgendo a quel punto oltre 500 persone, procedendo senza incidenti sulle note di «O Bella Ciao» via Borgogna e via Visconti di Modrone, bloccate al traffico. Dagli organizzatori l’invito ai manifestanti a non lanciare oggetti, fumogeni e insulti sotto il consolato turco, quando il corteo è sfilato in via Larga.
Davanti al consolato
Alle 20.15 il corteo dei movimenti milanesi che protestano contro l’amicizia tra la Turchia e l’Italia è arrivato sotto il consolato turco di Milano. I partecipanti, ormai quasi 800 persone, si sono seduti a terra per qualche minuto di fronte ai cellulari della polizia in tenuta anti sommossa. «Come italiani dobbiamo ringraziare il popolo curdo per l’esempio di dignità che ci sta dando», ha detto un manifestante al microfono. «Erdogan assassino» sono le parole in vernice bianca che sono comparse davanti alla porta d’ingresso del consolato turco a Milano.
Corriere delle Sera Milano