Ecco la tabella dell’embargo internazionale contro i curdi

Il Programma Alimentare Mondiale dell’ONU (WFP) dice di aver distribuito nel mese di luglio viveri a 2.4 milioni di persone in tutta la Siria invece dei previsti tre milioni. La regione curda non ha ricevuto alcuna assistenza umanitaria dalle Nazioni Unite. La tabella del WFP ne è la prova.

Il Kurdistan occidentale, cioè il territorio curdo in Siria, è sotto embargo della Turchia dall’inizio della rivolta lanciata nel marzo 2011. Il paese ha chiuso le porte ai curdi pur lasciandole aperte ai combattenti di Al-Qaeda e a quelli dell’Esercito siriano libero (ESL), i quali ricevono il sostegno militare e finanziario della Turchia.

All’interno del paese, i gruppi affiliati ad Al-Qaeda e certe brigate dell’ASL, hanno stipulato un’alleanza contro i curdi. Dal 16 luglio, la lotta infuria tra questi gruppi, sostenuti e armati da paesi stranieri, e i combattenti curdi.

La dimensione dell’embargo internazionale è visibile su una tabella degli aiuti “umanitari”, pubblicata nella relazione del WFP. Si tratta piuttosto di una tabella di “discriminazione” e di “embargo”.

Secondo la portavoce del WFP a Ginevra, l’agenzia è al di sotto dei suoi obiettivi iniziali non essendo riuscita a raggiungere che 2,4 milioni di persone in Siria nel mese di luglio, anziché i tre milioni previsti. La portavoce Elisabeth Byrs dice che l’agenzia spera di poter rimediare a queste lacune e raggiungere nel mese di agosto l’obiettivo dei tre milioni. “Ma questa situazione di insicurezza e la raddoppiata violenza, soprattutto in certe zone come Homs, Aleppo e Al Hasakeh, ha portato a dei ritardi”, ha detto per spiegare questa situazione.

Sulla tabella si vede che la regione di Al Hasakeh, che include il Kurdistan occidentale, non ha ricevuto alcun aiuto; si tratta della regione più stabile in Siria ma ha bisogno di cibo a causa dei confini e delle strade chiuse sia all’esterno sia all’interno.

Non c’è alcun rischio per consegnare dei viveri nella regione curda, a meno che non si tratti di un embargo imposto da forze internazionali e regionali per spezzare la resistenza della gente che ha adottato la “terza via” nel conflitto siriano, per un’autonomia democratica all’interno di una “confederazione di popoli del Medio Oriente.”
Maxime Azadi –  Mediapart