Donne e ragazze del Rojava vengono vendute nei campi profughi nella KRG
Secondo un articolo pubblicato su Özgür Politika, donne e ragazze di famiglie che vivono nei campi profughi gestiti dal KDP a Hewlêr e Duhok vengono vendute ad acquirenti benestanti che arrivano fin da Mosul, Baghdad, da Dubai, e dal Qatar. I profughi sono arrivati nella KRG fuggendo dai combattimenti nel Rojava e solo di rado riescono a tornarci.
L’articolo cita un rapporto del sito web del Kurdistan Strategic Research Center (Centro di Ricerche Strategiche del Kurdistan), secondo il quale le famiglie di profughi sono state trattate come se fossero ostaggi e che è stato loro negato il permesso di tornare nel Rojava. Molti vivono in condizioni di estrema povertà e sono disperati e le donne possono essere vendute a prezzi che variano dai diecimila ai quarantamila dollari. La tratta delle donne all’interno dei campi, secondo il rapporto, viene controllata sia da funzionari dei partito El Parti, che da Peshmerga del KDP.
Pare che bambine di 13 e 14 anni e di età inferiore ai 18 anni vengano vendute a prezzi tra 10 e 40 mile dollari. Gli acquirenti non sono solo stranieri, ma anche del luogo, molti dei quali vistano il campo cercando di sposare una seconda o terza moglie. I ricchi di Musul, Bagdat, Dubai e Qatar preferiscono comprare ragazze di diciottoene.
Secondo le testimonianze di un paio di questi acquirenti, i clienti interessati vengono portati nei capi da funzionari dei partiti Azadi ed El Parti che li presentano ai check-point dei Peshmerga all’ingresso del campo. Poi i Peshmerga chiamano gli uomini del campo coinvolti nella tratta, che su dei computer mostrano agli acquirenti foto di donne in vendita.
Non viene riportato il prezzo, ma quando ad un acquirente piace una donna, vengono chiamate la famiglia e la donna ed avviene il negoziato. Dopo la consegna del denaro arriva un imam che celebra una cerimonia matrimoniale. I Peshmerga poi forniscono all’acquirente i documenti che servono per portare la donna fuori dall’Iraq se necessario. Sia i Peshmerga, che gli autisti e gli intermediari all’interno del campo prendono quote del denaro. Quello che resta va alle famiglie.