DISK: siamo dalla parte della pace
Kani Beko, eletto Presidente della Confederazione dei Sindacati Rivoluzionari (DİSK) durante la riunione generale starordinaria del 6 Aprile, ha parlato con ANF dell’approccio della Confederazione verso il processo di pace per una soluzione democratica della questione kurda.
Beko ha osservato che la trentennale guerra in Turchia ha causato la morte di cinquantamila persone, ed ha aggiunto: “Le persone uccise in questa guerra sono tutti cittadini di questo paese. Vediamo che giovani e meno giovani oggi chiedono la pace invece della guerra, come abbiamo visto di recente ai festeggiamenti del Newroz a Diyarbakır, in cui si è riunito più di un milione di persone. Esse hanno espresso la loro richiesta di pace e fratellanza. Tutto ció che ora abbiamo bisogno di fare, è ascoltare la voce del Newroz”.
Sottolineando che il processo di soluzione dovrebbe riflettersi anche in Parlamento e nella Costituzione, Beko ha detto: “Tutti i partiti in Parlamento dovrebbero riunirsi per preparare una costituzione democratica ed egualitaria, che difenda le libertà di tutti”. “Dovremmo schierarci o con la guerra o con la pace”, ha continuato Beko, sottolineando che le formazioni di sinistra ed i lavoratori dovrebbero appoggiare quest’ultima: “Abbiamo la possibilità di continuare a guardare le persone morire oppure dire no alle morti. Abbiamo una resposabilità da assumerci se vogliamo la fratellanza. Se siamo leali allo slogan che recita ‘unità dei lavoratori e fratellanza dei popoli, dovremmo fare adesso il necessario e schierarci con la pace”.
Ricordando che i Kurdi ed i socialisti stanno lottando per la pace da molto tempo, Beko ha osservato che il processo in corso è stato raggiunto grazie a questa lotta, non grazie alle richieste del Governo AKP: “I patrioti kurdi ed i socialisti chiedono la pace da anni, questo non è qualcosa di nuovo. Mi ricordo il 1 Settembre del 1975 a Smirne, in occasione della Giornata Mondiale delle Pace, quando erano ancora una volta i democratici, i Kurdi ed i socialisti a sostenere la pace. Queste formazioni hanno contribuito a raggiungere una pace duratura nel paese. Ora è giunto il momento di rendere i contributi in merito una realtà. Il Governo AKP dovrebbe adottare una politica più chiara sul processo di pace. Questo passo sarà inoltre importante per guadagnare la fiducia delle organizzazioni democratiche di massa e dei partiti di sinistra dalla parte dell’opposizione pubblica. Le formazioni che attualmente hanno preoccupazioni sul processo di pace dovrebbero fidarsi del BDP (Partito della Pace e della Democrazia), la cui forza e presenza in Parlamento rappresenta la più grande opportunità in questo processo. La presenza di deputati che rappresentano il popolo kurdo dovrebbe essere considerata importante. E’ importante che il movimento kurdo richieda la democratizzazione non solo verso i Kurdi ma verso tutti. La creazione della pace cambierà l’ordine del giorno da trattare perché i problemi della disoccupazione, della situazione economica ed altre necessità umane fondamentali, come l’elettricità, l’acqua, il lavoro ed il pane sono qui le priorità. La politica si fa per gestire in modo equo le risorse del sottosulo e quelle di superficie. La democratizzazione non gioverà solamente ai Kurdi, soddisferà anche le necessità di 75 milioni di persone che abitano in questo paese. E’ importante ottenere una costituzione libertaria ed egualitaria, poiché essa risponderà anche ai disoccupati, agli abitanti dei villaggi, ai lavoratori ed ai commercianti”.
Beko ha detto che la nuova direzione generale del DISK, formatasi di recente, terrà a sua volta colloqui sul modo in cui poter contribuire alla pace: “Il nostro consiglio di amministrazione non si è mai schierato con la guerra e continuerà a mantenere lo stesso atteggiamento”.
Beko ha detto che la sua organizzazione vuole rispondere all’appello per la pace espresso al Newroz in occasione del Primo Maggio, Giornata dei Lavoratori, ed ha aggiunto: “Siamo dell’opinione che la pace dovrebbe essere il messaggio principale da dare in occasione della Giornata dei Lavoratori. Senza lasciare da parte le nostre richieste economiche, sociali e democratiche, daremo priorità alla pace”.
ANF Ankara