Dichiarazione per conto del SEAE

Mobilitazione internazionale per ricostruire Kobanê- EP, Sala P7C050, 1/7/15

Intervento di Vassilis BONTOSOGLOU, Direttore del SEAE (Servizio Europeo per l’Azione Esterna) Divisione per il Medio Oriente, già ambasciatore in Siria

Signor Presidente,Onorevoli membri del Parlamento Europeo,Gentili signore e signori,Cari colleghi,

A nome del Servizio Europeo per l’Azione Esterna vorrei ringraziarvi per avermi invitato a illustrare la risposta UE alla crisi siriana e cosa può fare e farà l’UE, in particolare a sostegno della popolazione di Kobanê.

Durante numerosi dibattiti in plenaria sulla crisi in Siria abbiamo evidenziato il fatto che Da’esh costituisce una complessa minaccia terroristica nei confronti della Siria, dell’intera regione, ma anche dell’Europa.

Ma dobbiamo ricordare che semplici cittadini in Siria così come in Iraq sono molto esposti al terrorismo: sono effettivamente sulla linea del fronte.

Le violazioni dei diritti umani commesse da Da’esh sono in crescita, sia per numero di vittime che per atrocità.

Solo negli ultimi giorni oltre 200 persone, prevalentemente civili, sono state uccise a Kobanê durante uno dei peggiori attacchi terroristici commessi da Da’esh su suolo siriano. Alle famiglie delle vittime vanno le nostre più profonde condoglianze.

Ancora una volta l’intenzione di Da’esh è chiarita dalla sua azione – Da’esh vuole occupare quanto più territorio possibile, acquisire autosufficienza e espandere il suo brutale dominio.
Signor Presidente, onorevoli membri del Parlamento Europeo, gentili signore e signori, per oltre 4 mesi fino alla fine del gennaio 2015 la città di Kobanê in Siria è stata assediata da questi terroristi.

I combattimenti sono stati feroci e sbilanciati: i terroristi erano riusciti a trasferire a Kobanê un considerevole volume di forze e considerevoli quantità di equipaggiamento sofisticato e pesante sequestrato in particolare dopo la caduta di Mosul.

Dall’altra parte poche centinaia di combattenti locali e volontari contano solo su armi leggere, ma grande coraggio. Difendono la loro città strada per strada, casa per casa, con sostegno internazionale limitato.

Questo è come Kobanê è diventata simbolo della resistenza locale contro il dominio di terrore e oppressione di Da’esh. Dobbiamo rendere omaggio a coloro che hanno sacrificato la loro vita per questa causa.

Ma sappiamo tutti che l’azione militare non è sufficiente per sconfiggere Da’esh.

Dobbiamo ricordare che mentre Da’esh è una singola organizzazione e serve un approccio regionale per contrastarla, le circostanze in Siria e in Iraq sono distinte:

(1) in Iraq stiamo lavorando in stretto contatto con il governo legittimo e continueremo a farlo, sostendolo per quanto ci è possibile nei suoi sforzi di ripristinare governance inclusive e stabilità,

(2) in Siria una transizione politica inclusiva è cruciale per una pace sostenibile e stabilità: la lotta contro Da’esh e altri gruppi terroristici deve essere condotta in parallelo con la ricerca di soluzioni politiche durature.

La nostra posizione è chiara: è la brutale guerra del regime di Assad contro il suo stesso popolo, le violazioni di diritti umani su larga scala e il blocco sistematico delle riforme democratiche che hanno contribuito alla proliferazione di Da’esh in Siria . A seguito delle sue politiche e azioni, il regime di Assad non può essere un partner nella lotta contro Da’esh.

La minaccia posta da Da’esh non deve mettere in ombra la considerevole sofferenza della popolazione siriana come conseguenza di questa crisi politica. Ieri, il Segretario Generale dell’ONU ci ha ricordato che:

Dovremmo tutti vergognarci per il fatto che a tre anni dall’azione del Comunicato di Ginevra sulla risoluzione del catastrofico conflitto in Siria, la sofferenza della popolazione siriana continua a sprofondare in nuovi abissi … Tre anni dopo che le parti stesse e tutti coloro che hanno influenza su di loro hanno espresso sostegno a un piano per mettere fine a questa sofferenza, è ora di trovare una via d’uscita da questa follia.

Continuiamo a dare pieno sostegno agli sforzi dell’Inviato Speciale dell’ONU de Mistura per raggiungere la pace in Siria e mantenere l’unità del paese, la sua sovranità e integrità territoriale.

Sta continuando un intenso lavoro diplomatico. Abbiamo partecipato alle “consultazioni di Ginevra” e speriamo che questi colloqui aiuteranno a lanciare un processo che porti a una transizione nell’ambito dei provvedimenti del Comunicato di Ginevra del 30 giugno 2012.
Il nostro obiettivo finale è di aiutare a costruire una Siria democratica e pluralista dove trovino posto tutte le minoranze e tutti i gruppi vulnerabili.

Questo approccio politico è il cuore della strategia regionale dell’UE rispetto a Siria e Iraq e alla minaccia di Da’esh che è stata adottata nel marzo 2015 e che attualmente viene perseguita e attuata.

Signor Presidente, onorevoli membri del Parlamento Europeo, gentili signore e signori, l’UE è anche determinate continuare a sostenere i siriani e i vicini della Siria colpiti dalla crisi.
Aiuti umanitari e assistenza a lungo termine resteranno importanti pilastri della risposta dell’UE alla crisi in Siria e nei paesi vicini.

Durante i primi giorni della crisi di Kobanê la Commissione Europea ha adottato una decisione di emergenza di 3.9 milioni per fornire urgenti aiuti umanitari alle persone che hanno trovato rifugio in Turchia.

Elogiamo il governo turco per aver fornito assistenza salvavita e rifugio a coloro che sono stati costretti a lasciare Kobanê. È della massima importanza che i valichi di confine ufficiali restino aperti per le emergenze mediche. Il ritorno alla normalità (commercio, ecc.)dipenderanno in larga misura dalla situazione del confine tra la Turchia e Kobanê.

Dalla liberazione di Kobanê ci siamo impegnati in sforzi a sostegno di quei profughi e di altre vittime della crisi siriana.

Come dimostrato dai più recenti attacchi terroristici contro Kobanê, sicurezza e protezione restano una grave preoccupazione. Anche lo sminamento di Kobanê è una condizione cruciale per il lancio di attività umanitarie e di ricostruzione a tutto campo.

La Direzione Generale della Commissione Europea per gli Aiuti Umanitari (DG ECHO) e altri servizi stanno attualmente mobilitando risorse significative per sostenere operazioni del genere.
Queste operazioni, implementate in coordinamento con l’amministrazione cittadina, daranno un chiaro segnale del fatto che l’UE è coerente con il suo impegno per sostenere il ripristino dei servizi di base e il ritorno alla normalità a Kobanê così come in altre aree della Siria in cui la violenza è ridotta.

Alla Conferenza Kuwait III il 31 marzo 2015, la Commissione Europea e gli Stati Membri si sono impegnati per quasi 1.1 miliardi di Euro (il doppio dell’impegno UE alla conferenza del 2014).
Questo mette in evidenza la nostra volontà di sostenere il livello del nostro impegno umanitario e non umanitario in risposta alla crisi in Siria e alle sue conseguenze regionali.
Grazie.