“Di topi e di danze”: Diario di una giornalista diventata combattente della guerriglia
Nata nel 1965 nel villaggio di Akbulut di Palu/Elazığ in una famiglia curda, Gurbetelli Ersöz (nome di battaglia Zeynep Agir) è stata la prima donna in Turchia a diventare caporedattrice di un organo di stampa. Dopo esseri diplomata in chimica all’università, studiò per una laurea magistrale in “Ambiente e Energia”.
Come chimica, due punti di svolta centrali nella sua vita furono il disastro nucleare di Chernobyl nel 1986 e il massacro dei curdi con armi chimiche a Halabja nel 1988 nell’ambito della campagna genocida di Saddam Hussein al-Anfal. Scrisse: “I chimici che dovrebbero essere i più preoccupati per Chernobyl e Halabja mi hanno davvero sorpresa. Ho iniziato a chiedermi ‘Cosa sono?’ e ‘Cosa farò?’”. Presto iniziò il suo attivismo politico nei gruppi rivoluzionari fino ad essere arrestata nel 1990 per via delle sue attività. Nei suoi due anni di carcerazione, Ersöz subì torture da parte delle autorità dello Stato e si politicizzò ulteriormente.
Nel 1993 iniziò a lavorare nel giornale di sinistra e filo-curdo Özgür Gündem appena rifondato con il motto “Le realtà non resteranno nell’oscurità!”. Fece storia diventando la prima donna caporedattrice nel Paese. Il giornale veniva costantemente attaccato per le denunce dei crimini di guerra della Turchia in Kurdistan e delle gravi violazioni dei diritti umani in tutto il Paese. Nel 1995 Ersöz si unì alle file della guerriglia del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), dove, oltre a partecipare attivamente alla lotta, continuò a occuparsi di media. Prese parte alla costruzione delle strutture autonome delle donne nel PKK. Nell’ottobre 1997, durante le guerre fratricide in Kurdistan, all’età di 32 anni Gurbetelli Ersöz venne uccisa del Partito Democratico del Kurdistan (KDP) durante le operazioni militari che quest’ultimo condusse contro il PKK insieme all’esercito turco. Viene ricordata dal movimento curdo come un simbolo per l’importanza della ricerca della verità e le responsabilità fondamentali dei media.
Di seguito alcuni brani dal suo diario.
Sto imparando il curdo
Oggi, per la prima volta, durante la lezione mi sono alzata davanti a tutti per fare un’analisi politica in curdo. La reazione della struttura contro la lingua turca, combinata al fatto che sono una donna, oltre al conservatorismo della società, hanno reso difficile per me partecipare alla formazione. Anche se per questo i miei pensieri sono confusi e incerti, imparare il curdo è un passo cruciale per me per unirmi alla nostra struttura.
Nel nostro campo è arrivata una TV
Mentre la guerra continua con tutta la sua velocità, l’istruzione diventa più approfondita per sviluppare la socialità e con questo una lotta per politicizzare e militarizzare le nostre file. Per questo scopo nel nostro campo è stato portato un televisore e l’abbiamo guardato per le ultime due notti. La prima notte era una sensazione curiosa guardare le analisi dei leader del partito sugli ultimi sviluppi in un programma chiamato “panel”.
Dalla resistenza in carcere alle montagne
Lo sciopero della fame nelle carceri è entrato nel 52° giorno e gode di sostegno popolare. Istituzioni democratico-patriottiche si sono riunite per sostenere le azioni in carcere […]. Conosco bene le resistenze nelle carceri; le vedo davanti ai miei occhi. Le ricordo, il mio cuore è con loro, il mio desiderio aumenta. Saluto questi amici in carcere che sono pieni di desiderio di “essere in montagna, anche per un solo giorno”. Una volta anch’io ho provato questo desiderio, brama, proposito e gioia, proprio come ora sento il desiderio di rendere giustizia alle cose.
Sono riuscita a rollare una sigaretta!
Le sigarette sono una delle cose che i guerriglieri portano costantemente con sé. Da quando sono arrivata nel Paese libero [le montagne della guerriglia], ero diventata argomento di conversazione perché non ero in grado di imparare come maneggiare il tabacco. In realtà non volevo imparare perché non volevo fumare troppo. Ma poi mi sono resa conto che non potevo sempre chiedere sigarette agli amici – così ho deciso di imparare a rollare. Vorrei aver deciso di smettere di fumare invece. Oggi è stata la prima volta che sono riuscita a rollare una sigaretta.
Una vista di Istanbul
Oggi su MED TV, ho visto amici e gente patriottica che fa parte di organizzazioni democratiche della società civile a Istanbul […]. Ho visto la nostra reporter per Özgür Gündem, Berîvan, con la sua fotocamera nella mano del solo braccio che le è rimasto. Nella mia mente sono tornata a quei giorni. Giorni che erano tanto felici quanto erano stressanti. Giorni in cui ero piena di desiderio di fare e di riuscire, giorni in cui ho avuto molte notizie tristi.
Io, una guerrigliera in TV
La nostra rivoluzione, la nostra vita è sempre piena di cose nuove. Guardo me stessa in TV nelle montagne. Eccomi, durante una cerimonia formale che avevamo organizzato qui in inverno per i nostri compagni che stavano partendo per il quartier generale centrale a Zap. Compaio due volte. I compagni e gli amici mi riconosceranno? In questa occasione sono riuscita anche a vedere la valle di Zap che mi era mancata molto. Il compagno Cemal ha fatto una dichiarazione sull’ultima operazione.
Cuscino di piume
Ho pensato a molte cose prima, ma non avrei mai immaginato di avere un cuscino di piume nella guerriglia, così per caso, assurdo. Eppure proprio ora sono sdraiata sul pavimento con il mio petto appoggiato sul cuscino. Sembra che un compagno di nome Mîlan, che era arrivato dall’Australia, lo abbia fatto un anno e mezzo o due anni fa. Al muro è appesa la nostra piccola borsa con disegni come quelli di un tappeto.
Esplosione a Zaxo
Sembra che la persona responsabile per l’esplosione a Zaxo (Kurdistan del sud/ Iraq del nord) di un anno fa che aveva portato la morte a quasi 80 persone, sia collegata ai servizi segreti turchi. È caduto nelle mani dei nostri compagni e ha iniziato a parlare. Senza dubbio i fascicoli della sporca guerra dello Stato un giorno verranno aperti. Come in Argentina, in Vietnam …
Sto rubando tazze
Nel posto di coordinamento che si trova più in basso, ci sono tazze fatte di vetro. Ma nel posto di coordinamento delle donne c’era solo una tazza di vetro, così bevevamo dalla plastica puzzolente. Le amiche, affettate da nozioni di ufficialità e rispetto, continuavano a darmi una tazza di vetro. Sentendomi a disagio in questa situazione, ho preso la tazza di vetro e ho detto: “Voi non lo avete visto, ma ho rubato tazze”. Immediatamente mi sono ricordata di vecchi episodi quando nella mia vita avevo rubato. Di quando ho rubato le albicocche dall’albero di mio nonno, quando ho rubato le arance che aveva portato mio zio per darle ai bambini (vedevamo arance per la prima volta comunque), o di come avevo ripetutamente rubato con gioia dei libri durante i miei anni all’università …
“Ez keçika gundî me” (Sono una ragazza di villaggio)
Se nella vita non c’è umorismo, significa che c’è monotonia. Molte situazioni del genere si verificano nella nostra vita qui. Dopo la 4° Conferenza è stato tenuto un incontro presso il quartier generale centrale. Şervîn, del centro YAJK [NdT: formato nel 1995, la YAJK, Unione Libera delle Donne del Kurdistan all’epoca era l’organizzazione di avanguardia delle donne curde affiliate al PKK; fu una pietra miliare per l’organizzazione autonoma a livello militare, sociale e politico delle donne nel movimento] era in piedi per la sua sessione di autocritica quando venne criticata dal Dr. Süleyman per essere ‘aristocratica’. Nel suo consueto manierismo, la compagna Şervin rispose dicendo “Ez keçika gundi me!”, Sono una ragazza di villaggio. Dopo questo incidente, il compagno Fuat ci ricordò la famosa canzone di Şîvan Perwer “Ez keçika gundî me”. “Qualcuno porti un saz [popolare strumento a corde]!”, disse.
‘Hûn ehmaq in’ (Siete degli idioti)
Il compagno Xebat del comitato centrale tenne il suo primo incontro con il collettivo di compagni a Haftanin al suo ritorno dal quartier generale della direzione del partito (Damasco) nel 1995. Tutti aspettavano curiosi di vedere cosa aveva da dire il compagno Xebat. Le prime parole del compagno quando parlò dal palco furono “siete degli idioti”. Tutti scoppiarono a ridere e condivisero ricordi …
‘Afret, Aphrodite, Avrat’
Compresi perché Afrodite, dea della bellezza nella mitologia greca che Zeus vide sulle rive del Tigri, venne chiamata così quando imparai che le donne vengono chiamate “afret” nel dialetto Soranî. Sfortunatamente le donne qui nel sud oggi sono in una condizione di “avrat” [NdT: avrat è un’altra parola usata per “donna”, ma ha una connotazione sessista perché è associata a una femminilità sia passiva e addomesticata sia sovversiva e minacciosa]. Voglio scrivere un articolo con questo titolo per Welatê Roj, il nostro giornale che esce ogni tre giorni nel sud in curdo Soranî.
La prima pagella
Il preside Kaya raggiunse MED TV per telefono per dire nelle notizie che i bambini nel campo Etruş/Şehit Jiyan [NdT: campo profughi nel Kurdistan del sud/Iraq abitato da curdi fuggiti dalle operazioni militari e distruzioni di villaggi da parte dello Stato turco; predecessore del campo profughi di Mêxmur/Mahmura] avevano ricevuto le loro prime pagelle dalla scuola. Gli avevo detto di farne una notizia. Un esemplare è appeso sul muro di fronte a me. Sarà un documento storico un giorno. Avevano stampato una foto della direzione del partito che indossava cravatte … Invidio questi bambini.
Topi e danza
Oggi non ho partecipato alla formazione generale. Sono rimasta nel nostro posto e ho finito di scrivere il mio rapporto individuale alla direzione del partito. Questo è il primo report che ho scritto negli ultimi dieci mesi da quando sono arrivata in montagna. Lo scorso anno in questo periodo avevo scritto un report sul mio soggiorno di dieci giorni nella scuola centrale del partito. E ora stavo scrivendo un altro report di sei pagine.
Mentre me ne sto sdraiata nel manga [NdT: nome degli alloggi costruiti dalla guerriglia], scrivendo tranquillamente il mio report, topi si rincorrono sul pavimento come fanno nella loro routine quotidiana. Piccoli topi grigi, non faccio rumore. Sembrano essere arrivati per annusare l’odore del cibo vicino a me – oggi abbiamo foglie di vite ripiene. Ma aspetta, cosa?! Tutti e tre si arrampicano e iniziano a correre in fila! Improvvisamente penso a topi danzanti! Sì, a topi e danze. La sera lo racconto a Erîhan che scoppia a ridere e dice: “Bene, abbiamo scoperto il ‘come’ della nostra danza nazionale!” Mi vengono in mente i fumetti “Mickey Mouse” e “Tom and Jerry”. I nostri amici topi li hanno trascesi, sono film dal vivo.
Il percorso Bagdad-Botî
“Vengo da un’esperienza mista, capisco un po’ di curdo. Non sono un turco, sono un arabo. La nostra famiglia originariamente è andata da Baghdad a Mardin, compreso mio nonno. Sono nato a Beirut, Libano. Sono cresciuto a Iskenderun e sono andato all’Università Tecnica Karadeniz a Trabzon, dove mi sono unito al partito. All’inizio del 1995 sono entrato nella regione di Zagros attraverso Serhat. Due mesi fa ho avuto un sanguinamento gastrico a Avaşîn, motivo per cui sono dovuto venire qui per le cure.”
Questa è la storia del compagno Şiyar che è arrivato qui ieri dal campo Martire Aziz.
Bene, chi non è nel partito? A Xakurkê il compagno Abbas ha formato una squadra internazionalista. Apparentemente tra loro c’è un compagno mezzo marocchino.
Afarof Mahmut
È di Şırnak e era un a mîlîs [NdT: civili non appartenenti al partito che forniscono supporto logistico alla guerriglia, principalmente nei villaggi di montagna] per il compagno Agît [NdT: nome di battaglia di Mahsum Kormaz che ha guidato la prima azione armata del PKK] nel 1984. Si è unito al partito, ha circa 40 anni, ma il suo spirito è giovane. Negli anni ’90 eravamo entrambi nell’amministrazione dell’accademia, abbiamo molti ricordi comuni. Mi chiama sempre Zozan. Considera il nome di battaglia Zeynep un nome di villaggio. Doveva essere responsabile per l’organizzazione delle munizioni nel sud, motivo per cui è venuto a Botî. Un caro amico ha detto: “Ho seguito i posti che hai visitato”.
Se solo avessi un comandate come il compagno Şiyar!
Con il compagno Mahmut ricordiamo il compagno Şiyar (Kazım Kulu) di Dersîm. Era il nostro coordinatore nell’amministrazione dell’accademia nel 1990, un comandante in tutto e per tutto, con la sua postura, con tutto ciò che lo riguardava. Sono triste che il mio io superficiale del passato non abbia assimilato molto di più in quel periodo. Un comandante che adoravo e che abbiamo perso troppo presto. Entrando nel sud nel 1992, cadde martire nella regione di Cizîrê. In quel tempo ero in carcere e vidi i corpi morti in TV. Li vedo ancora davanti ai miei occhi. Ero fuori di me. C’erano molti ricordi; piansi per la sua morte. Ti ricorderò, comandante Şiyar.
Il nuovo Agir?
Afarof Mahmut: Il tuo altro fratello non è a Amed?
Io: [Mio fratello] Dr. Agir? Il Dr. Agir è caduto martire.
– No, quello più giovane.
– Ti sbagli. Quel compagno non è entrato.
– No, ho saputo che è entrato anche lui. Non hai un altro fratello?
–Sì, ce l’ho. Si stava preparando per i suoi esami di ammissione all’università nel periodo in cui ho lasciato casa.
– Davvero? Chi lo ha detto? Quando? Dov’è?…
L’ultima cosa che mi disse fu “Riempirò il posto di mia sorella, diventerò un medico”. Non ti chiamerò Galip, ma “Agir”. Benvenuto Agir, serçavan!
Ci vedremo senza dubbio. Abbi curda di te, cresci, lotta e incontriamoci.
La cerca del monte Cûdî
La compagna Rengîn si è unita alla guerriglia all’età di 17 anni dal villaggio di Siirt, quattro anni fa. Nella sua prima gioventù soggiornò sul monte Cûdî [Judi] che da molti è considerato la più bella delle nostre montagne e di cui alcuni affermano che sia stato il posto dove si arenò l’arca di Noé dopo il diluvio.
Dato che conosceva benissimo tutta la regione intorno a Cûdî, faceva da corriere e guidava missioni … fino a quando un giorno una maledetta mina le staccò uno dei suoi piedi. Ferita e distrutta rimase con il monte Cûdî nello spirito, vagano per il monte nei suoi ricordi. Come una cerva saltava da una roccia all’altra, fendendo il buio con i suoi occhi da cerva.
Il suoi sguardi fragili e timidi non sono ancora completamente maturi. Erano pieni di vita. Attraversa la vita portando nel suo cuore il Cûdî, il suo splendore e tutti i compagni di cui ha visto la morte. Non ha mai saputo di una cosa chiamata questione delle donne, se ha mai vissuto l’amore, lo ha sepolto dentro di lei. Attraverso la sua bella voce e le sue canzoni, con i suoi occhi penetranti ha dedicato il suo amore al Cûdî.
Vita e morte
Guyî si unì al movimento nel 1989, in un’età molto giovane. Puoi riconoscere il compagno dal gozzo e dal suo modo di parlare tipico della grande tribù di Guyî. Tutti i nostri compagni Guyî hanno il gozzo per via dell’acqua nella regione.
Nel 1992, Guyî è rimasto ferito ed è partito per l’ Iran per essere curato. Il filo di platino nella sua testa viene influenzato dalla variazione della temperatura, ma questo non gli impedisce di partecipare alla vita.
Alcune persone nella società sono state corrotte a un livello incredibile. Ho sentito parlare di un giovane uomo nel sud che ha ucciso suo fratello per vendere il filo di platino nella sua gamba in cambio di soldi.
Il platino non si arrugginisce, è un materiale flessibile che viene usato soprattutto per scopi ortopedici.
di Komun Academy