IMPERIA-KOBANE: Il primo Report dell’attivisti dal campo profughi di Suruc

Giovanni Vassallo, attivista del centro sociale “La Talpa e l’Orologio” e membro dell’Aifo, ha postato alcuni minuti fa il primo report del viaggio intrapreso assieme al consigliere comunale di “Imperia Bene Comune” Mauro Servalli. La carovana composta da circa 150 persone provenienti da tutt’Italia è giunta nella cittadina turca di Suruc.

“Primo giorno in Kurdistan – scrive Vassallo – e primo contatto con i profughi di Kobane. Nei campi di Suruc, cittadina turca abitata (e amministrata) da curdi. Son tutti uguali i campi profughi, bambini che giocano nel fango, donne affacendate a costruire una parvenza di quotidiano tra tende, fontane e distribuzione delle vivande e uomini che alla fine della loro storia raccontata con dignità non riescono a trattenere le lacrime. La notizia buona è che i campi sono parzialmente in via di smantellamento, molti vogliono tornare subito nella città appena riconquistata, portandosi dietro la tenda, a sostituire una casa distrutta. La notizia cattiva è che il governo turco non autorizza ancora l’apertura di un corridoio umanitario per far passare le merci e i materiali necessari alla ricostruzione.

Faremo del nostro meglio per aiutarla la gente coraggiosa di Kobane e conto su di voi. Se lo meritano.. A vista non li distingui da tutti gli altri mediorientalie neppure dai maghrebini. Donne, qualcuna con il velo, tante senza, ma piene di bambini, uomini baffuti e vecchi con la kefia in testa e la faccia rugosa da contadino e sopratutto con quell’aria impacciata e timorosa propria dei fellain, gli agricoltori poveri, di tutto il mondo arabo. Ma a fargli le domande hai tutte le risposte che vorremmo sentire da un musulmano, sembrano lì apposta per sfatare i nostri pregiudizi.

Noi ci lamentiamo che in Medio Oriente non c’è libertà e loro tirano fuori il confederalismo democratico, che è un esperimento avanzatissimo di democrazia diretta e autogoverno. La sorte delle minoranze cristiane ci preoccupa e loro hanno protetto e integrato nelle loro unità militari i cristiani assiri. E la donna? La condizione della donna? Qui a qualcuna han dato i gradi da colonnello e i soldati maschi stanno sull’attenti e dicono signorsi e sissignora. I fascisti del Califfato nero bruciano le biblioteche loro le costruiscono in terra cruda nei villaggi, piene di libri e foto di ragazzi caduti nella lotta”.

Imperia Post