Consiglio Nazionale dell’Austria: Basta Esportazioni per Militari e Polizia in Turchia

Decisione comune di tutti e sei i partiti presentata oggi in Parlamento

Oggi in Parlamento c’è stata una nuova iniziativa bipartisan rispetto alla Turchia. Già il 10 novembre rappresentati di tutti e sei i gruppi avevano chiesto la liberazione di tutti i deputati arrestati a un’interruzione dei negoziati per l’ingresso nell’UE (vedi PK-N.: 1187 ). I capigruppo e parlamentari di SPÖ, ÖVP, FPÖ, Grünen, NEOS e Team Stronach – Andreas Schieder, Reinhold Lopatka, Walter Rosenkranz, Peter Pilz, Matthias Strolz e Robert Lugar – nell’ambito di una conferenza stampa hanno ora presentato una nuova richiesta di decisione riguardante “Nessuna Esportazione di Armi in Turchia“ che oggi stesso verrà presentato nel dibattito sul bilancio nel Consiglio Nazionale. Con questo il Parlamento austriaco è il primo a dare in Europa un segnale di questa chiarezza, questo il tenore delle dichiarazioni dei parlamentari.

Il governo, nell’affrontare le esportazioni verso l’estero, viene invitato a tenere conto del pericolo di conflitti armati e della possibilità che i prodotti forniti vengano usati per la repressione die diritti umani, come previsto dalla legge sul materiale bellico e della legge sul commercio estero. All’UE invece va l’appello a preparare un adeguato regime di sanzioni per la difesa dello stato di diritto e della democrazia in Turchia.
Il testo della richiesta di decisione:

Quando il 15 luglio 2016 parti dell’esercito hanno tentato un golpe contro il Parlamento eletto e il governo, le democrazie dell’UE si sono schierate dalla parte della democrazia turca. Non dimenticheremo: decine di migliaia di cittadine e cittadini a Istanbul, Ankara e in molte altre città sono scesi nelle strade per sostenere la loro democrazia.

Ma ora molto è cambiato: con il pretesto della lotta contro il terrorismo e dell’azione contro i responsabili del tentativo di golpe, negli ultimi mesi la democrazia e lo stato di diritto sono stati attaccati e indeboliti. Decine di migliaia di dipendenti pubblici, giornalisti e giornaliste sono stati licenziati, molti altri sospesi. Sindaci e sindache in molti comuni curdi sono stati destituiti. Innumerevoli media e associazioni private sono stati chiusi o vietati.
Dieci deputati si trovano agli arresti, così come giornalisti e giornaliste e magistrati e magistrate. Dichiarazioni pubbliche di rappresentanti del governo dell’AKP fanno temere a breve una reintroduzione della pena di morte.

Contemporaneamente la Turchia è impegnata militarmente in Siria e nel nord dell’Iraq. Rappresentanti del governo turco già parlando un grande impero turco, che vuole comprendere città come Mosul. Anche all’interno del territorio turco, in nome della lotta al terrorismo, si procede contro la popolazione civile nei territori di insediamento curdi.

Pertanto i richiedenti sono convinti che in queste condizioni nessuna fornitura di materiale bellico, beni per la difesa o beni dual-use debbano avvenire dall’Austria verso la Turchia per scopi militari o di polizia. Di questo, oltre a materiale bellico in senso stretto, fanno parte anche tutte altre armi da fuoco come ad esempio fucili di precisione, tecnologia, sostanza chimiche e altri materiali come da allegati I e IV da regolamentazione UE Dual-Use (VO 2016/1969).
Sia lo status dell’Austria come Paese neutrale, che la legge sui materiali bellici e la legge sul commercio con l’estero escludono la possibilità di simili esportazioni, quando nel territorio di destinazione è in corso un conflitto armato o minaccia di scoppiare, nonché quando sussiste il pericolo che le armi fornite vengano usate per la repressione dei diritti umani e nel caso della legge AußWG 2011 [N.d.T. legge sul commercio con l’estero] sussiste il fondato sospetto che questi beni potrebbero innescare, prolungare o inasprire il conflitto.

Fino a quando non verrà motivato un regime efficace di sanzioni contro la Turchia a livello internazionale, in particolare a quello europeo, queste circostanze andranno tenute in conto da parte dei Ministri competenti nel trattare eventuali richieste di autorizzazione. L’Unione Europea dovrà preparare misure adeguate per la difesa dello stato di diritto e della democrazia in Turchia.

A fronte di inadempimenti dei criteri di autorizzazione della legge AußWG 2011 non vengono rilasciate autorizzazioni per l’esportazione.
I sottoscritti parlamentari pertanto prestano la seguente richiesta di decisione.

Il Consiglio Nazionale decida che: “Il governo federale, per quanto riguarda il Paese di destinazione Turchia, viene invitato a tenere conto del pericolo di conflitti armati e della possibilità che i prodotti forniti vengano usati per la repressione die diritti umani illustrato nella motivazione, come previsto dalla legge sul materiale bellico e della legge sul commercio estero.” (Schluss)

Foto della conferenza stampa si trovano sul sito del Parlamento: www.parlament.gv.at/SERV/FOTO/ARCHIV.