Bombe contro la manifestazione per la pace ad Ankara: il numero di morti sale a 128

In una manifestazione davanti alla stazione ferroviaria di questa mattina sono esplose diverse bombe. Il numero delle vittime nell’attacco dinamitardo è salito a 128. A queste si aggiungono centinaia di feriti, di cui molti tutt’ora si trovano in condizioni critiche. Poco dopo le esplosioni medici e civili che volevano prestare soccorso ai feriti sono stati attaccati dalla polizia turca con gas lacrimogeni. Negli ospedali in cui sono stati trattati i feriti temporaneamente regnavano condizioni caotiche. La popolazione di Ankara viene continuamente invitata a donare sangue con urgenza, dato che manca sangue per le cure dei feriti.

La manifestazione per la pace era stata indetta dai sindacati DISK (Confederazione del Sindacato Rivoluzionario delle Lavoratrici e dei Lavoratori) e KESK (Confederazione dei Sindacati delle Lavoratrici e dei Lavoratori del Pubblico Impiego), le associazioni di categoria TMMOB (Ordine degli Ingegneri e degli Architetti della Turchia) e TTB (Ordine dei Medici della Turchia). All’appello, oltre al Partito Democratico dei Popoli (HDP) avevano aderito anche numerose organizzazioni e partiti democratici della Turchia. Secondo dichiarazioni del deputato dell’HDP Sırrı Süreyya Önder in tutto si sono verificate tre esplosioni alla manifestazione, tutte nello spezzone dell’HDP.

La KCK ha proclamato cessate il cessate il fuoco

Il Co-Presidente del Kongra-Gel (Congresso del Popolo del Kurdistan), Remzi Kartal, il 9 ottobre in un’intervista con il canale TV Med Nuçe TV aveva annunciato che la KCK domenica avrebbe proclamato un cessate il fuoco provvisorio. „Con il cessate il fuoco si vogliono rafforzare le forze democratiche. Tutti coloro che chiedono un cessate il fuoco, ora devono sostenere questo processo”, così Kartal. Che l’attentato dinamitardo si sia verificato solo un giorno prima dell’annuncio di un cessate il fuoco, da parte di molte aree viene valutato come un attacco diretto alle aspirazioni per la fine dello scontro.
Come annunciato da Kartal, il Consiglio Esecutivo dell’Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK) ha poi proclamato il cessate il fuoco già poco dopo l’attacco con le seguenti parole: “Fino a quando non ci saranno attacchi contro il nostro popolo e contro la nostra guerriglia, abbiamo deciso di proclamare un cessate il fuoco unilaterale. Le nostre forze di guerriglia in questa fase non faranno attacchi mirati per consentire elezioni libere e imparziali.“ Il Consiglio Esecutivo della KCK ha dichiarato che con questa decisione segue gli appelli per un cessate il fuoco provenienti da diverse aree.

‘Abbiamo a che fare con un’idea dello stato di tipo stragista’
Il Co-Presidente dell’HDP Selahattin Demirtaş ritiene il governo corresponsabile dell’attentato dinamitardo. In una prima dichiarazione stampa a Istanbul Demirtaş inviata le persone a guardare verso Ankara. „Li ancora ci sono i cadaveri per terra e si cerca di trasportare i feriti negli ospedali. E proprio in questa atmosfera la polizia spara lacrimogeni contro la folla, le ambulanze non vengono lasciate passare fino al luogo dell’esplosione. Nel centro di Ankara si verifica un massacro, ma fino al luogo dell’attacco non si lasciano arrivare le ambulanze, ma le forze di polizia. A quanto pare lì si vuole far aumentare consapevolmente il numero delle vittime. Ora il Presidente andrà davanti all’opinione pubblica, ci guarderà negli occhi e chiederà ritegno a tutte le parti, mentre allo stesso tempo le nostre forze di polizia, che sono ai suoi comandi, sul luogo dell’esplosione sparano lacrimogeni sui feriti“, così Demirtaş. Il Co-Presidente dell’HDP dice che si ha a che fare con ‘un’idea dello stato mafiosa, assassina e stragista’.

La polizia ha lasciato la manifestazione prima delle esplosioni?

Un partecipante ha riferito all’agenzia stampa Dicle, che circa 15 minuti prima della prima esplosione i poliziotti hanno lasciato il luogo della manifestazione. Secondo la testimonianza avrebbero lasciato i propri veicoli blindati con le porte aperte e sarebbero spariti.

Emanato divieto di informazione
Su ordine dell’Ufficio del Presidente del Consiglio tramite l’ente radiofonico RTÜK è stato emanato un divieto di informazione sull’attentato dinamitardo. Con questo a tempo indeterminato non possono più essere fatte trasmissioni in diretta dal luogo dell’esplosione. Contemporaneamente il Presidente del Consiglio turco per via dell’attentato dinamitardo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.

Attacchi della polizia contro azioni di protesta contro il massacro di Ankara
Le proteste spontanee a Van (Van) e Elîh (Batman) contro il massacro di Ankara sono state attaccate dalla polizia turca. A Van sono state arrestate almeno sei persone. Attualmente in tutta la città sono in corso scontri tra manifestanti e polizia. Anche a Elîh una manifestazione è stata attaccata dalla polizia con idranti e lacrimogeni. Almeno quattro partecipanti alla protesta sono stati arrestati.

Civaka Azad