Beritan, Simbolo della resistenza del PKK

Quando iniziarono le operazioni turche contro il Kurdistan del Sud, Beritan si trovava a Xakurke. Combatté fieramente contro l’esercito turco e i collaborazionisti. Il 25 ottobre 1992 scelse di gettarsi da un dirupo piuttosto che arrendersi.

Il 25 ottobre 1992 una guerrigliera curda, Gülnaz Karataş (nome di battaglia: Beritan), fu circondata da un gruppo di peshmerga del PDK in cima a una collina presso Xakurke, nel Kurdistan del Sud.

I peshmerga erano collaborazionisti dell’esercito turco, nell’ambito di un’operazione su vasta scala contro il PKK. Col supporto dell’esercito turco, i peshmerga attaccarono una posizione del PKK a Xakurke. Sebbene in inferiorità numerica e peggio armati, i guerriglieri curdi continuavano a resistere.

Gülnaz Karataş era una delle poche combattenti donne del tempo. Si era unita al PKK nel maggio del 1991 e aveva un’esperienza limitata nella guerriglia. Il suo gruppo stava difendendo una postazione in cima a una collina. Ordinò alla sua squadra di ritirarsi in una posizione più sicura e combatté fino all’ultimo proiettile.

Quando i peshmerga capirono che Beritan non aveva più munizioni, iniziarono ad avvicinarsi. Il comandante dei peshmerga le chiese di arrendersi, ma lei non diede risposta.

Il comandante si avvicinava sempre di più, parlandole continuamente per convincerla ad arrendersi. Quando scorse Beritan, lei si trovava sul bordo di una roccia. Anziché arrendersi al peshmerga, con una mossa repentina si gettò dal dirupo. Preferì una morte dignitosa alla resa.

Dopo aver rifiutato di arrendersi, Beritan divenne una leggenda a Xakurke. La sua storia veniva raccontata dagli stessi peshmerga che avevano tentato di catturarla. Molti di loro gettarono via le armi e smisero di combattere il PKK dopo il gesto di Beritan.

Per via del suo eccezionale coraggio e carattere passionale, Beritan divenne una figura di rilevanza storica per i Curdi. Furono scritte canzoni in suo onore e numerosissime bambine vennero chiamate come lei. La sua vita è stata anche rievocata nel film del 2006 “Beritan”, del regista curdo Halil Dağ.

La sua tomba è stata rinvenuta nel 2005. Le sue spoglie sono state traslate nell’area controllata dalla guerriglia e risepolte con una gran cerimonia.

CHI ERA BERITAN

Gülnaz Karataş, Beritan, nacque nel 1971 a Solhan, un distretto della provincia di Bingöl. La sua famiglia era originaria di Dersim. Frequentò lo scuola e Elazığ e fino a 18 anni non era consapevole della propria identità curda.

Fu arrestata per il proprio attivismo politico nel 1990, ma fu rilasciata poco dopo. Si unì al PKK il 9 maggio del 1991, sui monti Cûdî presso ‎Şırnak. Per via del suo coraggio, nel 1992 fu inviata nell’area di Şemzînan (Şemdinli) al comando di una piccola forza.

Quando iniziarono le operazioni turche contro il Kurdistan del Sud, Beritan si trovava a Xakurke. Combatté fieramente contro l’esercito turco e i collaborazionisti. Il 25 ottobre 1992 scelse di gettarsi da un dirupo piuttosto che arrendersi.

In poco più di un anno di lotta guerrigliera, Beritan delineò precisi standard militari e ideologici – specialmente per il movimento delle donne – e consegnò un grande simbolo alla resistenza del PKK.

Con la propria auto-immolazione, mostrò a tutte le donne che è sempre possibile una scelta alternativa contro l’oppressione, il patriarcato, il tradimento e la resa.