Benvenuti in Molisistan

Il 4 marzo, a Campobasso, ha avuto luogo un evento interamente dedicato al Kurdistan e alla libertà del suo leader Abdullah Ocalan, tenuto prigioniero da 19 anni in condizioni disumane dalla Turchia di Erdogan, nell’isola/prigione di Imrali, nel Mar di Marmara

Abdullah Ocalan, il leader curdo che il suo popolo chiama amorevolmente “Apo”, padre buono, è nato nel 1948. Nel 1978 fondò il PKK (partito curdo dei lavoratori) e nel 1984 intraprese la lotta armata contro la Turchia, l’Iran e l’Iraq, con l’obiettivo di creare uno Stato indipendente per il suo popolo diviso e assoggettato all’indomani della prima guerra mondiale; la Siria in un primo momento assecondò il suo progetto. Dal 1998 i rapporti fra Turchia e Siria si fecero tesi e quest’ultima, nonostante avesse visto di buon occhio la nascita del PKK, per non far deflagrare i rapporti con il potente confinante, intimò ad Ocalan di lasciare il suo territorio, dov’era rifugiato.

Da allora per il leader curdo cominciò un’odissea per farsi concedere l’asilo politico; riparò prima in Russia da dove fu espulso dopo pochi giorni e il 12 novembre 1998 arrivò a Roma, accompagnato dal deputato di Rifondazione Comunista Ramon Mantovani, che aveva avuto assicurazione da D’Alema allora a Palazzo Chigi, che Ocalan sarebbe stato accolto nel nostro Paese. Il Governo italiano non poteva estradare il presidente curdo in Turchia perché in quel Paese vigeva la pena di morte e la Magistratura, alla quale spetta la concessione dell’asilo politico, si espresse solo quando la cattura di Ocalan era già stata eseguita dai servizi segreti turchi. Pressato dalle minacce di boicottaggio commerciale da parte della Turchia, il Governo D’Alema convinse Ocalan a lasciare l’Italia; il leader curdo partì il 16 gennaio 1999 diretto a Nairobi, in Kenya.

Fu arrestato il 15 febbraio del 1999, caricato su un aereo e condotto in Turchia, dove fu segregato, unico prigioniero, nell’isola/carcere di Imrali, nel Mar di Marmara.

Dopo l’arresto, Ocalan ha modificato profondamente l’impianto della sua proposta teorica che partiva dal marxismo-leninismo ortodosso; in particolare nella sua ultima opera “Oltre lo Stato, il potere e la violenza” (2016) accoglie e rielabora le teorie dell’anarchico statunitense Murray Bookchin (1921-2006) fondate sul Confederalismo democratico, sul pacifismo, sulla difesa dell’ambiente e sulla centralità del ruolo e della cultura delle donne. La Turchia nei confronti dei Curdi che rappresentano un terzo della popolazione residente, ha perpetrato gravissime violazioni dei diritti umani; ai Curdi, che abitano nella parte sud orientale del Paese, è negato l’uso della propria lingua e la rappresentanza politica perché, nonostante siano riusciti ad eleggere loro rappresentanti in seno al Parlamento, il Governo li arresta sistematicamente e mette fuorilegge i partiti ai quali appartengono; tutto questo mentre la Turchia di Erdogan ha chiesto di entrare nell’Unione Europea.

Contro i Curdi Erdogan ha messo in atto, nel proprio Paese ma anche all’estero, un terrorismo di Stato, definito nei dettagli da una determinazione del Tribunale Permanente dei Popoli riunitosi a Parigi il 15 e 16 marzo scorso e dalla recente aggressione al Cantone siriano di Afrin. Nel Molise, intanto, i Comuni di Castel del Giudice e di Castelbottaccio hanno assegnato la cittadinanza onoraria ad Abdullah Ocalan ed altre Amministrazioni si preparano a fare altrettanto, seguendo l’esempio, fra gli altri, dei Comuni di Palermo, Napoli, Pinerolo e Reggio Emilia. Il 4 maggio a Campobasso, nella sala consiliare di Palazzo San Giorgio, sede del Comune, ha avuto luogo una conferenza stampa convocata dall’associazione “primo marzo” e dal mensile culturale il Bene Comune, intitolata “Il Molise per il Kurdistan e per la Pace”. All’iniziativa hanno partecipato Antonio Ruggieri, direttore de il bene Comune, Michele Durante, presidente del Consiglio comunale di Campobasso, Ozlem Tanrikulu, responsabile di Uiki onlus, l’ufficio d’informazione del Kurdistan in Italia e Mahmut Sakar, membro del collegio di difesa di Abdullah Ocalan. Vi hanno preso parte anche Antonio Di Salvo, Consigliere comunale di Castel del Giudice e Nicola Marrone, Sindaco di Castelbottaccio.

Oltre alle testate dell’informazione regionale, erano presenti gli studenti dell’ITIS “S.Pertini” accompagnati dalle insegnanti Nella Varanese ed Emilia Tanno, che hanno ospitato nella loro scuola, in diverse occasioni, l’attivista curdo Hikmet Aslan, residente nel Molise e ormai cittadino italiano, nell’ambito di un progetto di educazione alla mondialità intitolato “Popoli senza diritti”. Mahmut Sakar a conclusione dell’incontro, ha denunciato le condizioni di segregazione assoluta che patisce Ocalan nell’isola/prigione di Imrali, nel Mar di Marmara, dove non possono fargli visita i suoi legali e nemmeno i suoi familiari; non si sa nulla sulle condizioni di salute del presidente curdo e si ignora addirittura se sia ancora vivo. Tutto questo accade in un Paese membro della Nato, che ha chiesto di entrare nell’Unione Europea.

La conferenza si è chiusa con la consegna di una pergamena che attesa l’attribuzione della cittadinanza onoraria ad Ocalan da parte di Castelbottaccio e Castel del Giudice e con l’impegno dei presenti che altri Comuni molisani, compreso il capoluogo di regione, accolgano il presidente imprigionato dei Curdi come membro di riguardo delle loro comunità. Nel tardo pomeriggio, dalle 19 alle 23 circa, presso la struttura dell’ex Onmi di via Muricchio, si sono svolte una serie di manifestazioni artistiche intervallate dagli interventi di Antonio Ruggieri, Hikmet Aslan e Ozlem Tanrikulu. Stefano Sabelli, direttore artistico del teatro del Loto di Ferrazzano, ha dato inizio alla serata con la lettura di un suo testo scritto a margine di un viaggio in Afghanistan, nella valle del Bamiyan, dove solo un anno prima i talebani avevano fatto esplodere col tritolo le statue del Buddha più alte al mondo, risalenti al terzo secolo dopo Cristo.

Subito dopo il suggestivo racconto di Sabelli, non prima comunque di un gradito break ristorativo imbastito dal Blow up, sono saliti sul palco Alessia D’Alessandro accompagnata dal sassofonista napoletano Daniele Sepe e da Elmo Zaccarelli alla chitarra, Matteo Iannaccio al violino e Giacomo Cerio alle tastiere. Un momento di altissimo livello, impreziosito dalla presenza di Zerocalcare – il fumettista romano di fama internazionale, autore di lavori sulla lotta del popolo curdo – che disegnava a pochi metri dal palco, con una telecamera puntata sulla scrivania in modo che il pubblico potesse seguire in diretta il lavoro dell’artista sullo sfondo del concerto.

I disegni realizzati in diretta da Zerocalcare saranno donati ai Comuni di Castel del Giudice e Castelbottaccio e pubblicati in esclusiva sul prossimo numero de Il Bene Comune.
Il Bene Comune