Bayik: le Nazioni Unite dovrebbero investigare i crimini di guerra della Turchia.

Il leader in carica del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) e co-presidente del Consiglio esecutivo dell’Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK), Cemil Bayik, ha parlato all’agenzia curda ANF in riferimento ai recenti sviluppi politici in Kurdistan e in Medio Oriente.

Bayik ha evidenziato il sempre maggiore isolamento del leader curdo Abdullah Öcalan, e ha detto che la visita all’isola prigione di Imralı da parte del Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT) è avvenuta in ritardo ed è stata resa possibile solo grazie alla pressione esercitata dal popolo curdo. Bayik ha dichiarato che il CPT deve informare il pubblico sulle condizioni di Öcalan nel più breve tempo possibile.

Il co-presidente del KCK ha anche affermato che un ‘regime di guerra speciale’ sta governando la Turchia e che, in questo modo, non si possono risolvere i problemi del paese. Bayik ha invitato “le forze democratiche e di sinistra ad unirsi contro l’AKP e il regime fascista”. Bayik ha detto che l’autogoverno democratico / la legge della resistenza nel sud-est della Turchia (Kurdistan del Nord) ha sconfitto l’AKP, e ha invitato i funzionari delle Nazioni Unite ad istituire un tribunale internazionale attraverso cui processare i responsabili di crimini di guerra nel paese.

L’isolamento di Öcalan è parte di un complotto internazionale.
La visita del CPT ad Imralı, che è avvenuta con grosso ritardo, è stata resa possibile in alle pressioni da parte dei curdi e dei loro alleati. Tuttavia,non è stata ancora resa una dichiarazione sulla visita. Pensi che la visita del CPT produrrà qualche risultato per la lotta contro l’isolamento ad Imrali?
Un complotto internazionale ha preso di mira il nostro movimento e la nostra gente, e il nostro leader Öcalan è al centro di questo complotto. L’isolamento è parte di questo complotto e politiche di genocidio vengono condotte contro il nostro popolo. Il modo in cui viene trattato il nostro leader ci permette di comprendere quali siano gli obiettivi del fascista e coloniale Stato turco, del sistema della modernità capitalistico che lo sostiene, e dei collaboratori dello stato in Kurdistan. Il nostro leader guida questo movimento e il popolo curdo; ogni politica che colpisce il nostro leader, colpisce anche la nostra gente. Il suo trattamento determinerà il corso del conflitto; il popolo curdo e dei suoi alleati che sostengono la libertà, la democrazia, la giustizia, l’uguaglianza e la pace devono comprendere questo. Il CPT, per lungo tempo, si è rifiutato di visitare Imralı, nonostante la lotta contro l’isolamento del nostro leader, e ciò dimostra che Erdoğan e l’AKP non sono le uniche forze che applicano tale complotto. Cospiratori internazionali lavorano con lo stato turco fascista e coloniale, e il CPT non erano riuscito a visitare l’isola a causa di tale cooperazione.

Il CPT dovrebbe fare una dichiarazione.
Il CPT è stato costretto a visitare Imralı a causa delle pressioni del popolo curdo e dei suoi alleati. Non avrebbero visitato l’isola se il nostro movimento, la gente, gli alleati – in particolare la commissione guidata dall’avvocato di Nelson Mandela, Essa Moosa – non avessero lottato per questo. Questo comitato ha effettuato diversi incontri in sede di Consiglio europeo e ha costretto il CPT a visitare l’isola. Questo dimostra che un complotto internazionale prende di mira il nostro leader, il movimento e la nostra gente. Ci si aspettava che il CPT informasse il nostro popolo e le forze democratiche circa la sua visita, ma ciò non è accaduto. Di cosa hanno discusso con il nostro leader? Di che cosa sono stati testimoni? Per quale motivo si sono incontrati con i rappresentanti del Ministero della Giustizia e di altre istituzioni statali? Quali erano i loro obiettivi? Dovrebbero fare una dichiarazione su questi temi.

Erdoğan ha organizzato l’attacco a Kobanê.
Le politiche dello stato turco hanno paralizzato i tentativi di Öcalan di trasformare la mentalità in Turchia, di democratizzare il paese, e risolvere la questione curda e altre questioni con mezzi democratici e pacifici. Il nostro movimento ha fatto importanti progressi nella società turca, in Medio Oriente, e sulla scena internazionale. Le forze che stanno dietro la cospirazione internazionale contro il nostro leader e il movimento (a partire dal 1999) si sentivano minacciati da questi progressi e hanno, perciò, deciso di fare la guerra appena prima gli attacchi a Kobanê. In realtà, gli attacchi dello Stato Islamico (ISIS) contro Kobanê sono stati coordinati da Erdoğan e hanno costituito l’avvio della guerra. Questo è il motivo per cui Erdoğan sosteneva “Kobanê è in procinto di cadere”. Egli avrebbe voluto che Afrin cadesse subito dopo Kobanê; questo avrebbe significato la fine della rivoluzione in Rojava. La rivoluzione in Nord Kurdistan sarebbe stata schiacciata di conseguenza. Erdoğan è stato colui che ha coordinando tutti questi sforzi.

Resistenza per un autogoverno vittorioso.
Naturalmente, i funzionari dell’AKP non immaginavano una tale ascesa della resistenza e dell’autogoverno. Pensavano di poter mettere in pratica il loro “Collapse Plan”, ma la resistenza ha sconvolto i loro piani. La loro dichiarazione di guerra ha ricevuto un colpo a Kobanê e più tardi il 7 giugno [con la vittoria elettorale del HDP]. Il terzo colpo è arrivato con l’auto-organizzazione della resistenza, che ha vinto nonostante le pesanti perdite. La resistenza ha vinto contro il “Collapse Plan” e ha portato la vittoria al Movimento curdo di liberazione e al popolo curdo. La resistenza qui non è solo per il popolo curdo, ma anche per la democrazia e la libertà in Turchia. Persone di spicco e politici come Mehmet Tunç, Asya Yüksel e Pakize Nayır hanno partecipato a questa resistenza insieme a giovani, donne e persino bambini.

La solidarietà deve essere rafforzata.
Il popolo curdo e le forze democratiche devono rafforzare la propria solidarietà e migliorare la loro mobilitazione e lotta. Il popolo curdo dovrebbe condividere le proprie opportunità in maniera più unitaria, senza permettere ad altri di stabilirsi nelle loro città, quartieri e villaggi. Non dovremmo permettere gli insediamenti del TOKI (Turkey’s Mass Housing Administration) nelle aree distrutte e fare di tutto per fermare gli attacchi di genocidio delle forze turche colonialiste e dei loro collaboratori curdi. Queste forze non solo svolgono massacri fisici, ma cercano, anche, di assimilare il nostro popolo e cambiare la demografia della regione. Vogliono espellere il popolo curdo dalle proprie terre e paralizzare l’economia. Sostengono che il popolo curdo si arrenderà, negherà la propria esistenza e servirà lo Stato turco, o sarà ucciso.

Tutti i metodi di lotta sono legittimi.

Il popolo curdo deve lottare per il proprio onore, la propria identità e i propri valori. Questo può essere costoso, sia mentalmente che materialmente. Tuttavia, nessuno dovrebbe compromettere la resistenza poiché il popolo curdo non può vivere senza identità, cultura, lingua e valori. Il popolo curdo può vivere solo nei propri villaggi, nelle proprie terre, città e quartieri in Kurdistan. Dobbiamo assicurare la vittoria dopo decenni di lotta e sacrificio. Non possiamo accettare tutto ciò che mette a repentaglio la nostra vittoria. Il popolo curdo non può permettere la realizzazione dei piani del TOKI per la costruzione di progetti di edilizia abitativa in Kurdistan e l’arabizzazione tramite i nuovi arrivati dalla Siria. Dobbiamo resistere in modo organizzato e disciplinato. Noi saremo vittoriosi se rafforzeremo la nostra solidarietà e condivideremo le nostre opportunità. Della nostra vittoria beneficeranno anche i popoli del Medio Oriente e l’umanità in generale.

La resistenza deve espandersi a tutto il Kurdistan.
La resistenza, fino a questo momento, ha avuto una portata limitata, ma ora deve diffondersi in tutte le città e i villaggi del Kurdistan e della Turchia. La resistenza può assumere la forma di cortei, proteste, sommosse, azioni democratiche e della solidarietà. Può anche assumere la forma di azione militare, che porterà il popolo e la guerriglia ad agire insieme. Nessuna forza esterna potrò porsi tra l’unione del popolo curdo, le forze di democrazia di sinistra e le popolazioni della Turchia.

L’ONU dovrebbe indagare i crimini di guerra della Turchia.

Recentemente, il Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha fatto una dichiarazione in cui ha evidenziato la ferocia dello stato turco a Cizre. L’AKP ha commesso crimini contro l’umanità e preso di mira civili durante la resistenza e l’autoamministrazione. Come valuta questa affermazione? Le organizzazioni per i diritti umani sono rimaste in silenzio, nonostante la chiara ferocia esercitata a Cizre e Sur. Pensi che ci sarà un processo di perseguimento di questi crimini di guerra e crimini contro l’umanità?
L’ONU ha dichiarato che 100 persone sono state bruciate vive a Cizre e i documenti provano questo massacro. I funzionari delle Nazioni Unite hanno inoltre richiesto un’indagine sugli eventi da parte di un comitato indipendente allo stato turco, che continua, però, a rifiutare tale richiesta. La Turchia non permette un’indagine indipendente perché così si dimostrerebbe che ciò che sta avvenendo in Turchia è un genocidio. I massacri sono giunti all’agenda delle Nazioni Unite nonostante gli sforzi dello stato turco di nasconderli. Credo che altre organizzazioni internazionali siano in possesso, anche, di documenti circa la strage avvenuta a Cizre. Non si erano pronunciati sulla questione, motivo per cui sembrava approvassero le atrocità turche, incoraggiando, così, Erdoğan, l’AKP, e lo stato turco fascista e colonialista. Questo è il motivo per cui si sono permessi di bruciare la gente viva, smembrare corpi, esporre corpi nudi di donne combattenti, trascinare i cadaveri di combattenti curdi, e distruggere le case e le città. Hanno giustiziato donne incinte, anziani, gatti, cani, pecore, capre e mucche. Neppure Hitler fu così brutale come lo stato turco fascista e colonialista, oggi rappresentata da Erdoğan, e neppure Hitler ha effettuato atti di genocidio [assimilazione] come quelli perpetrati contro il popolo curdo!

I crimini di guerra dovrebbero essere resi noti.
Se i rappresentanti delle istituzioni internazionali come le Nazioni Unite, il Consiglio europeo e i tribunali internazionali visitassero il Kurdistan e indagassero ciò che è accaduto in luoghi come Cizre, Sur, Silopi, Gever, Şirnak, Nusaybin, Hezex e Silvan, vedrebbero che centinaia di persone e case sono state bruciate, e che le forze di stato hanno commesso innumerevoli crimini contro il popolo curdo e l’umanità. I crimini di guerra dello Stato turco dovrebbero essere studiati, resi noti e perseguiti. Le dichiarazioni delle Nazioni Unite giungono in ritardo ma sono, comunque, positive. I funzionari delle Nazioni Unite non dovrebbero fermarsi a tali dichiarazioni, ma dovrebbero creare un tribunale internazionale per processare gli autori dei crimini di guerra in Kurdistan. Questo è quello che vogliamo, questo è ciò che la gente curda vuole, e questo è ciò che le forze di democrazia vogliono.

Gli avvocati devono agire
Il popolo curdo, le istituzioni sociali, le forze della democrazia e le organizzazioni per i diritti umani in Turchia dovrebbero concentrarsi su questo tema. Gli avvocati devono agire e portare questi massacri all’agenda delle organizzazioni internazionali. I tribunali di guerra internazionali dovrebbero agire e compiere il loro dovere contro il popolo curdo e l’umanità in generale. La dichiarazione delle Nazioni Unite è stata il risultato del lavoro di avvocati e organizzazioni per i diritti umani. Credo che un tribunale internazionale verrà allestito se questi sforzi aumenteranno e raggiungeranno un pubblico più ampio.

Storicamente la Turchia ha effettuato massacri e genocidi colpendo la popolazione armena, assira, alevi, greca e altri popoli, ma nessuna di queste atrocità è stata indagata. La mancanza di una condanna ha permesso allo Stato turco di ripetere i suoi genocidi e perfino uccidere il proprio Presidente [Turgut Özal] e il capo di stato maggiore [Eşref Bitlis]. I funzionari turchi possono pianificare nuovi massacri a causa di questa mancanza di indagini, ma l’umanità non la può più tollerare. L’unico modo per prevenire ulteriori genocidi da parte turca e aiutare sia il popolo curdo che quello turco è indagare sui precedenti genocidi e consegnare i loro responsabili alla giustizia.