Bayik: Il governo turco ha tempo sino al 2014

Cemil Bayik, co-presidente della comunità delle società del Kurdistan (KCK) ha fornito delle risposte all’agenzia di stampa Yüksekova Haber in relazione agli attuali sviluppi in Medio e Vicino Oriente e in particolar modo rispetto alla situazione nel Rojava-Kurdistan occidentale (Siria) e rispetto allo stato delle cose nel processo di pace in Turchia. Qui sotto, alcuni pezzi dell´intervista, ripresi dal giornalista Necip Capraz.

In Medio Oriente si sviluppa un Islam centrato sul potere. Bisogna essere consapevoli che in Medio oriente si sta vivendo una fase molto seria di nuovi equilibri e nuove strutture. Il Pkk già da tempo vive questi mutamenti, considerato che il suo approccio e di tipo dialettico. Il PKK fa pulizia delle sue vecchie pagine e si rinnova. Posso affermare che il PKK, tra tutte le forze in Medio Oriente è quella che meglio si è preparata ai cambiamenti.

I regimi esistenti in Medio Oriente collassano. Hanno già vissuto abbastanza. Non c´è più nulla che questi regimi possono dare alla gente. Non hanno superato la loro durata dal punto di vista della gente, ma dal punto di vista del sistema internazionale del capitalismo moderno. Non hanno più nessuna ragione di essere e di esistere e dunque collassano. Erano regimi che erano costruiti perlopiù sulla base del nazionalismo. Quando hanno iniziato a collassare, si è tentato di assumere come base la religione, e in questo modo si è pensato di voler risolvere le questioni in Medio Oriente. Si è creduto di poter in questo modo, consolidare gli interessi del sistema capitalistico internazionale, ma non è passato molto tempo per capire, ad esempio in Egitto, che costruire regimi su questa base non risolve i problemi ma ne crea altri . Per questa ragione vi è stato un colpo di stato in Egitto.

Il colpo di Stato mostra la fine di questa politica e di queste strategie. Si è cercato di sviluppare, allora, una nuova visione islamistica che l´hanno chiamata “ Islam politico”, un termine che non riteniamo corretto. Crediamo che si possa invece definire un Islam centrato sul potere. E, penso che non sia affatto una soluzione. È una via senza uscita. È per questa ragione che regna il caos in Medio Oriente. Se si guarda più da vicino, si vede che con questo Islam ne i popoli ne i fautori della modernità capitalistica possono raggiungere i loro obiettivi è Al Qaida si può rafforzare e ottenere maggiori risultati. Centro di tutto è la Siria. La ragione di questa centralità sta nel fatto che tutte le forze coinvolte si combattono e in questo conflitto nessuno raggiunge dei risultati. Il caos in Medio Oriente puo´essere superato seguendo la linea tracciata dal Presidente Ocalan.

In breve, Il Medio Oriente sta vivendo grandi cambiamenti. È questa fase non è affatto chiusa e non è ancora chiaro come finirà . Nessuna delle forze che si fronteggia in Medio Oriente, è in grado di potere svolgere il ruolo di battistrada. Ne gli interventi esterni ne i regimi esistenti, ne tantomeno i nuovi regimi portano a risultati o porteranno a risultati. Si tratta della lotta per la libertà e per la democratizzazione. Visto che la guida è molto fragile non vediamo risultati dall’attuale situazione. Il nostro movimento ha indicato una terza via.

Il Presidente Apo, già tempo fa aveva previsto questi cambiamenti e aveva espresso valutazioni sul Medio Oriente e sui suoi Stati, avea analizzato e formulato delle soluzioni di come i popoli del Medio Oriente possano fare resistenza. Ha fornito ai popoli del Medio Oriente una forza di pensiero e se i popoli del Medio Oriente fanno propria questa forza e in questa fase cambiano mentalità, si può superare la fragile guida di oggi e far uscire il Medio Oriente dal caos. I popoli del Medio Oriente possono rielaborare su nuove basi la loro identità e riacquistare il posto che gli spetta nella storia. Questo è possibile con la linea sviluppata dal Presidente Apo. Seguendo altri percorsi non si esce dal caos.

È in moto la macchina delle menzogne dell´AKP

Lo Stato turco cerca con insistenza di separare la questione kurda dal PKK. È un metodo consapevole di condurre una guerra psicologica. Non è possibile parlare della questione kurda senza tener conto del PKK. Questo deve essere chiaro. La gente grida in strada:

“ Noi siamo il PKK”, e lo grida apertamente. Lo sanno tutti. Devono smetterla di separare il PKK e il suo Presidente dai Kurdi. È un modo di fare che fa parte della politica di annientamento e di negazione. Si basa sulla considerazione che i Kurdi non sono un popolo, che non vanno riconosciuti i loro legittimi diritti e pertanto non si vuole accettare la questione kurda. È roba vecchia e l´AKP mette in moto sistematicamente la sua macchina delle menzogne. In questo sono esperti, ad ingannare la gente, a conquistare fiducia, a suscitare speranze e a mettere la gente in lista d´attesa.

E, qual è l´ultimo metodo usato? La base della loro campagna pubblicitaria, sia dentro il loro partito che nella società è la seguente: Abbiamo trovato un accordo con Apo, adesso abbiamo davanti a noi le elezioni. A causa delle prossime elezioni non facciamo ulteriori passi avanti. Dopo le elezioni andremo avanti. Bisogna aspettare, osservare, la soluzione si troverà. Questa propaganda risveglia la fiducia, tende la mano. E, molti kurdi finiscono col credere davvero che una soluzione si troverà. Molti credono veramente che Apo si è messo segretamente d´accordo con lo Stato e che in futuro saranno fatti ulteriori passi in avanti. È tattica elettorale. L`AKP vuole vincere le elezioni.

Nella mentalità dell’AKP non esiste nessuna logica che abbia in se una soluzione. Non può dire che è contro una soluzione. Fa credere chela pace sia davvero vicina. E, per alleggerire la pressione tenta di spiegare all´opinione pubblica, facendo uso della macchina delle menzogne, la ragione per la quale sinora non sono stati fatti dei passi in avanti. Perciò, fa credere che si è trovato un accordo con Apo e che si troverà pian piano una soluzione. Tutti ci hanno creduto e aspettano. Il nostro popolo, tutti i patrioti, i democratici, i progressisti e i socialisti devono sapere che tutto questo è una prodotto della macchina delle menzogne. Non esiste nessuno accordo con il Presidente Apo. I passi elaborati dal Presidente unilateralmente sono stati fatti a pezzi dall´AKP. Le trattative che avrebbero dovuto iniziare non sono mai iniziate. Tutti i nostri passi non sono presi in considerazione.

L’AKP non offre nessuna via per la soluzione, solamente la guerra. Noi proviamo ancora ad uscire dal vicolo cieco ma dei passi avanti devono venire dall´AKP. Se lo faranno si uscirà da questa situazione e se non lo fanno, ritengono questo processo come chiuso.

Se si avanti così ci sarà guerra in Turchia.

Se si va avanti cosi´, manderemo di nuovo nel Nord le forze che abbiamo ritirato nel Sud. Abbiamo affermato che, per non esserci più guerra, l´AKP deve accettare le trattative. E, abbiamo posto tre condizioni.

Per prima cosa: Un cambiamento nelle condizioni di detenzione del Presidente Apo; Un avvicinamento al Presidente come interlocutore della nostra parte, e non solo tatticamente ma come avvicinamento strategico.

Per seconda cosa: I colloqui devono essere condotti con delle garanzie legali. Sinora non ci sono state norme che garantivano la sicurezza. La situazione deve cambiare.

Per terza cosa: Ci vuole una parte terza come osservatrici nelle trattative. Se si accetta questo, si può andare avanti nelle trattative. Se non si accetta, l´AKP ritiene la questione chiusa e inganna la società. Tutti devono saperlo.

Aspettiamo sino alla prossima primavera. Se, per allora, sono stati compiuti dei passi in avanti siamo sulla buona strada. Non ci faremo prendere in giro.
Yuksekovahaber