Bayik: Il futuro del Medio Oriente è nelle mani dei curdi

Intervista a Cemil Bayik, Leader del PKK a cura di Kamal Chomani-

In una giornata d’autunno, sotto le foglie dorate di una quercia situata a Qandil che ha resistito nelle dure condizioni delle montagne, il leader del PKK Cemil Bayik, la cui comprensione della storia del Medio Oriente e della politica è profonda quanto le radici di questo albero, affronta temi come quel-lo delle imminenti elezioni in Turchia, il processo di pace e il Kurdistan Occidentale e Meridionale. Bayik non è soltanto un uomo politico influente ma è anche un individuo di grande astuzia e vedute.
Contrariamente al modo in cui è dipinto dai media dei suoi avversari, Bayik ha un carattere acco-modante, molto intelligente, acuto ed è un profondo pensatore.

Le elezioni in Turchia
Il 1 Novembre in Turchia si terranno le elezioni generali. Cosa cambieranno queste elezioni? Le elezioni determineranno se la Turchia si sta muovendo verso la democrazia o la dittatura.

Queste elezioni sono estremamente importanti proprio come le precedenti tenutesi il 7 Giugno scor-so; determineranno il futuro della Turchia. Determineranno se la Turchia si sta dirigendo verso la democrazia o verso la dittatura. Erdogan intende condurre il paese verso una dittatura fascista, l’HDP lotta per evitare questo. La repubblica che è stata fondata sulla nozione di nazionalismo si è dissolta. La Prima Repubblica è ormai defunta e le condizioni per una repubblica democratica sono state sviluppate il 7 Giugno. Questo aiuterà ad operare in modo che la risoluzione della questione curda sia affronatata democraticamente. Erdogan e i nazionalisti rifiutano una Turchia democratica; vogliono annientare l’autodeterminazione del HDP che è diventata manifesta il 7 Giugno. Erdogan ha detto che la repubblica è minacciata e di conseguenza è intervenuto in maniera impropria. Vo-gliono controllare il movimento di sinistra turco, l’HDP e altre realtà democratiche. L’entità che lotta per stabilire una turchia democratica sono l’HDP e il Movimento di Liberazione Kurdo. L’obiettivo di Erdogan è la rinascita di uno stato nazionalistico che è deceduto con l’emergere di una nazione democratica; vuole, quindi, annullare quest’ultima nozione. Inoltre, Erdogan mira a stabilire un regi-me anti-democratico sotto il quale l’HDP e altre entità democratiche diventeranno ineffettive; perciò le imminenti elezioni sono di profonda importanza al fine di determinare se la Turchia diventerà una dittatura o una vivace democrazia.

Il PKK ha interrotto il cessate-il-fuoco dopo le ultime elezioni e adesso ha dichiarato un cessate-il-fuoco unilaterale. Quale sicurezza c’è che la Turchia non diventi una seconda Siria dopo que-ste elezioni se prevarrà la dittatura?
Molteplici richieste ci sono state sottoposte da parte degli Stati Uniti, dell’Europa, dalle forze demo-cratiche in Turchia e dal sud del Kurdistan allo scopo di fermare le attività militari per la risoluzione della questione curda in modo pacifico. In risposta a ciò abbiamo dichiarato un cessate-il-fuoco uni-laterale; e ancora, questo serve a mostrare il vero volto di Erdogan e del suo governo dal momento che loro hanno proclamato che è sttao il PKK ad iniziare la guerra e loro hanno dovuto difendersi. Questa è una grande menzogna. Sono stati Erdogan e il suo governo ad iniziare questa guerra. Er-dogna vuole usare la guerra a vantaggio del suo partito e per raggiungere i suoi obbiettivi. Noi vo-gliamo essere di sostegno al successo del processo democratico. All’opposto, Erdogan vuole usare la guerra per indebolire le entità democratiche all’interno della Turchia durante le elezioni allo scopo di diventare il capo supremo.

Allo stesso modo di Kenan Evren (che fu a capo del colpo di stato in Turchia nel Settembre 1980) che diede inizio ad una guerra e che in seguito cambiò la legge, Erdogan sta conducendo un colpo di stato prima imponendosi militarmente sull’opposizione per poi cambiare la legislazione. Per indeboli-re i curdi e le forze democratiche turche Erdogan ha aperto un fronte di guerra avviando misure estreme allo scopo di uccidere civili, arrestare attivisti politici, demolire i nostri cimiteri e distrggere la vita quotidiana della gente. Erdogan promuove l’intimidazione degli attivisti pro HDP al fine di terrorizzarli e impedirgli di condurre attività politiche pacifiche in vista delle elezioni.

Il Pkk è stato accusato di promuovere la violenza perchè inizialmente ha ucciso due poliziotti; questa accusata è stata motivata dicendo che voi siete contro l’ascesa dell’HDP. Si tratta di una af-fermazione veritiera?
Questa è una guerra psicologica contro il PKK; è ovvio che il progetto che ha dato la nascita all’HDP è stato iniziato da Abdulla Ocalan e il PKK. Ocalan e il PKK hanno voluto creare una piat-taforma in cui ognuno con la sua identità culturale possa collaborare ed esercitare una determinazio-ne collettiva per una coesistenza armonica. Lo scopo di questo progetto è stato quello di unire le for-ze democratiche; Ocalan e il PKK hanno insistito su questo concetto e abbiamo visto il risultato di questo il 7 Giugno. E’ evidente che i nazionalisti e i razzisti turchi o curdi hanno lavorato strenua-mente per evitare che l’HDP raggiungesse dei buoni risultati nelle elezioni perchè questo progetto in-tende mettere fine allo stato nazionalistico e appianare la strada per il processo di democratizzazione come anche per la risoluzione pacifica della questione curda. Hanno paura che curdi e turchi possano lavorare insieme in un’organizzazione; temono che il movimento di liberazione curdo, il movimento di sinistra turco e altre forze democratiche diventino un’unica entità. Non vogliono mostrare una che una Turchia multietnica, multiculurale e multireligiosa si unisce ai curdi ma vogliono isolare i curdi e la regione del Kurdistan turco. Ocalan e il PKK hanno ribadito la necessità di un progetto alternati-vo che si è poi concretizzato nella formazione dell’HDP.

Prima del 7 Giugno Erdogan e il suo partito(AKP) hanno avviato diversi attacchi contro l’HDP e il PKK e hanno ucciso un numero di persone. A quel tempo non era sicuro che l’HDP avrebbe raggiun-to un risultato talmente grande e facilitato un contesto democratico dove la sinistra turca il movi-mento di liberazione curdo potessero lavorare insieme; perciò non dichiarò guerra al PKK.

La guerra di Erdogan non ha nulla a che fare con l’uccisione dei due agenti di polizia non sappiamo chi li abbia uccisi.

Erdogan ha ricominciato la guerra con il PKK solo quando la sua repubblica fascista è stata minac-ciata dalle forze democratiche. La decisione presa rispetto alla guerra non ha nulla a che fare con l’uccisione dei due agenti di polizia; la decisione è stata presa il 30 Ottobre 2014 quando i detenuti Ergenekons (ufficiali militari ultra-nazionalisti) sono stati rilasciati. Hanno sospeso le visite a Ocalan a partire dal 5 Aprile. L’accordo noto come “Dolmabaxce” è stato rigettato completamente da Erdo-gan. Erdogan ha iniziato la guerra per intimidire e spaventare l’HDP e le altre forze democratiche. Questa è la verità, non l’uccione dei due agenti di polizia. Né l’HDP né il PKK hanno mai affermato di aver ucciso i due agenti; ripeto: non sappiamo chi li abbia uccisi.

Il Processo di pace
L’accordo di Dolmebaxce fu annunciato prima delle elezioni ma il processo di pace non è si concre-tizzato. Qualìè la visione attuale del PKK rispetto al processo di pace, considerato che gli USA, l’EU e la richiesta pubblica a riguardo è più forte che mai?

Abbiamo rispettato le richieste da entrambe le parti affinché le elezioni si tengano in un clima di pa-ce, e di conseguenza abbiamo dichiarato l’unilaterale cessate-il-fuoco. La Turchia deve accettare il cessate-il-fuoco e evitare di provocare il PKK. La Turchia deve anche accettare la mediazione e gli osservatori internazionali e migliorare le condizioni di detenzione del nostro leader Ocalan. Il partito che promuove l’aggressione è il governo della Turchia; le nostre forze sono impossibilitate a sostene-re il processo democratico in Turchia. La Turchia non ha ancora accettato il cessate-il-fuoco ma sta conducendo operazioni militari a Jolemerg e Gever dove sono impegati 20.000 militari turchi. Ad Amed e Dersim conducono la maggior parte delle operazioni. Dopo il nostro cessate-il-fuoco alcuni governanti locali sono stati arrestati mentre altri sono stati destituiti dalle loro posizioni. La nostra richiesta all’UE, agli USA e agli altri organismi democratici è che la Turchia risponda positivamente al nostro cessate-il-fuoco.

Gli Osservatori internazionali
E’ noto che il PKK ha richiesto la presenza di mediatori e di osservatori internazionali dall’UE e da-gli USA; cosa sperate di ottenere attraverso questo?

Abbiamo suggerito in numerose occasioni che l’UE e gli USA si facciano mediatori tra il PKK e la Turchia per una risoluzione della questione curda percorribile e pacifica e perchè crediamo che senza una terza parte (gli osservatori) la Turchia inganni e non si impegni a favore di accordi. Adesso la Turchia dichiara che il PKK ha ricominciato la guerra e noi dichiariamo che è la Turchia ad aver ri-cominciato la guerra. Chi dice la verità? Senza il coinvolgimento di una terza parte nessuno sarà in grado di determinare la verità. Vogliamo che la comunità internazionale comprenda la situazione. L’UE e gli USA sono membri della NATO come lo è la Turchia. Se loro svolgeranno una mediazio-ne la Turchia non potrà più dichiarare che sostengono il PKK contro la Turchia dal momento che hanno stretti legami con la stessa. Siamo anche consapevoli del fatto che la Turchia ha utilizzato l’as-sistenza da parte dell’UE e degli USA contro di noi per molti anni. Ora noi chiediamo una media-zione internazionale che sia l’UE, gli USA o un altro organismo, affinchè si osservi il nostro impegno per il cessate-il-fuoco e per una risoluzione pacifica con la Turchia. Di conseguenza, qualsiasi parte fallisca nel mantenimento del cessate-il-fuoco e nell’impegno verso una risoluzione pacifica, loro avranno di diritto la facoltà di condannare quella parte.

Abbiamo suggerito in numerose occasioni che l’UE egli USA fungano da mediatori tra il PKK e la Turchia per una risoluzione percorribile e pacifica.

Quali sono le posizioni dell’UE e degli USA finora?
Hanno accolto favorevolmente la nostra richiesta ma la Turchia rifiuta di collaborare o di accettare un mediatore. Questo ci dice che la Turchia non ha la volontà di risolvere la questione; al contrario perpetua il conflitto. Se una parte vuole veramente risolvere un conflitto di conseguenza accetta an-che una terza parte. Questo p uno dei metodi più comuni per risolvere i cnflitti nel mondo contem-poraneo.

Crediamo che avere un organo internazionale che medi tra noi sia una strada percorribile per il raggiungimento di una comprensione reciproca. Secondo quello che è l’attuale Stato turco non esiste un’entità come i curdi; essi promuovono il concetto di assimilazione e di migrazione di massa; vogliono distruggere la cultura e la lingua curda.

Kurdistan Occidentale
Fin dall’inizio della rivoluzione curda in Siria avete dichiarato di essere il terzo elemento in questo contesto. Ora due rivali (la Russia e gli USA) hanno preso parte al conflitto; come mantenete l’equi-librio?

Ormai è chiaro che il terzo elemento (o terza linea) ha prodotto un risultato. E’ anche evidente sia al-la Russia che agli USA che senza il Kurdistan Occidentale (siriano) non ci potrebbe essere molto progresso. Con la loro terza linea i curdi sono stati riconosciuti come una forza politica strategica. Oggi tutti vedono questo e vogliono usarlo a loro vantaggio. Il futuro della regione è nelle mani dei curdi quindi sia la Russia che gli USA vogliono promuovere le loro relazioni con i curdi. Dietro que-sto scenario Erdogan è scontento rispetto ai suoi partner NATO del fatto che la posizione strategica della Turchia -che è stata precedentemente usata contro gli interessi dell’UE, degli USA come anche del Medio Oriente- sia ora a rischio. I curdi stanno assumendo il controllo della posizione strategica e la conseguenza è l’opposizione aggressiva della Turchia ai curdi dell’Ovest, Sud e Nord del Kurdi-stan. La Turchia ha perso il suo ascendente; proprio come i curdi hanno bisogno di partner interna-zionali, i partner internazionali hanno bisogno maggiormente dei curdi in Siria. Sia gli USA che la Russia riconoscono questo, che a parte i curdi non c’è molta speranza per altri gruppi di avanzare in una nuova Siria. Perciò la terzo elemento è l’elemento del successo come è stato dimostrato in prati-ca.

In un’intervista rilasciata da un media tedesco, lei ha affermato che se l’UE vuole sicurezza energetica dovrebbero considerare i curdi e il Kurdistan Occidentale. Intende che è possibile una strada alternativa sotto controllo curdo o semplicemente che se la questione curda non sarà risolta, il PKK minaccerà l’accesso alla strada esistente?

Coloro che erano contro Ocalan ieri hanno bisogno di Ocalan e delle forze politiche che egli ha fon-dato oggi.

Ho detto che il futuro del Medio Oriente è nelle mani dei curdi. Oggi il modello del Kurdistan Oc-cidentale ha mostrato i curdi e le altre forze democratiche in Medio Oriente. Quelli che combattono Daesh(ISIS) sono i curdi. Daesh ha subìto un duro colpo a Kobane: questo è stato l’inizio della sua ritirata. Erdogan e il fallimento della sua politica cominciano qui. Erdogan si oppone ora al curdi del Nord e quelli dell’Ovest perché si completano. In questo modo il ruolo della Turchia si è indebolito e i curdi sono diventati una forza strategica. I cambiamenti in Medio Oriente iniziano qui, perciò l’e-nergia non è l’unica questione che conta. Da ora in poi in Medio Oriente o anche nel Caucaso il pe-trolio e il gas potranno essere trasportati attraverso il Kurdistan occidentale. Questo significa la mor-te dei piani della Turchia. La Turchia sta facendo quanto può per impedire al cantone di Afren e a quello di Kobane di unirsi territorialmente. Inoltre, la Turchia vuole continuare a controllare certe aree per proteggere Daesh e Ahrar Al-Sham. La Turchia sta facendo questo per proteggere il suo ruolo all’interno del territorio siriano e più largamente in Medio Oriente. Ormai abbiamo superato questo; La politica della Turchia in Medio Oriente è morta. I curdi stanno conducendo le politiche regionali e tutte le parti hanno bisogno dei curdi: questo è un dato di fatto. Precedentemente c’era una cospirazione internazionale contro il nostro leader Ocalan, quelli che erano schierati contro Oca-lan ieri, hanno bisogno oggi di lui e delle forze politiche che lui ha fondato e ispirato. Questa è la fi-ne della cospirazione internazionale contro i curdi; abbiamo raggiunto questo risultato attraverso la nostra lotta.

Come cosi prefigura la situazione politica a breve e lungo termine in Siria? Quale tipo di Siria vuole vedere?
La Siria non rimarrà a lungo la stessa. La Siria sta diventando una federazione o confederazione democratica. In Siria i curdi, i sunniti, gli aleviti sono le componenti maggiori. Basandosi su queste tre entità potrà essere stabilita la nuova Siria democratica. Storicamente questo è stato il caso; Alep-po, la regione orientale e quella kurda sono state differenti. Abbiamo visto il primo modello di una Siria democratica nel Nord del paese sotto l’amministrazione dei curdi. La fondazione di questo modello federale democratico è stata iniziata dai curdi nel nord del paese, dove molteplici forze, et-nie e gruppi religiosi coesistono e difendono la loro regione. Gli Stati Uniti e la Russia vogliono en-trambi questo modello per tutto il paese. Questa è l’unica soluzione percorribile.
Daesh ha subìto un duro colpo a Kobane: questo è stato l’inizio della sua ritirata. Erdogan e il falli-mento della sua politica cominciano qui.

I curdi hanno degli accordi con la Russia e gli Stati Uniti?
Esiste un’intesa e basandosi su questa si è proceduto. Gli USA hanno costituito e equipaggiato la Forza Democratica Siriana. D’altro canto non possono collaborare con Al Nusra e Ahrar Al Sham e aspettarsi dei risultati. Il futuro dell’Iraq, della Siria e più ampiamente del Medio Oriente è determi-nato dai curdi.
Lei ha affermato che i curdi determineranno il futuro del Medio Oriente ma attualmente sono disor-ganizzati. Cosa pensa riguardo ad un fronte curdo unito nel combattere Daesh?
La minaccia imminente per i curdi è rappresentata da Daesh e gruppi simili come Al Nusra e Ahrar Sham ed è quindi imperativo che i curdi si uniscano contro il loro comune nemico e usino la loro uni-tà potenziale. Questo rafforzerà la posizione dei curdi a livello internazionale. Combattere Daesh deve essere il nostro comune obbiettivo; deve unire i curdi. Con l’emergere di Daesh l’unità tra curdi si è rafforzata più che mai e l’unità tra il PKK e i Peshmerga è diventata più forte anche se c’è ancora mancanza di unità tra le forze politiche. Se tutte queste parti si uniscono contro Daesh, allora la loro unità si concretizzerà alla fine.

Kurdistan meridionale
Vorrei affrontare la questione del Sud del Kurdistan. Dopo la caduta e il massacro di Shingal le YPG e il KK si è posizionato a Shingal. Ora esiste una disputa tra il KDP e il PKK su Shingal. Co-me vede il futuro di Shingal? Quali sono i vostri piani?

Gli ezidi sono stati delusi. Come ci si può aspettare che ritornino a Shingal senza le proprie forze di sicurezza?
I governi centrale e regionale non si sono assunti le proprie responsabilità per proteggere Shingal quando Daesh ha attaccato. Senza considerare la composizione sociale e religiosa, se sunniti, sciiti, curdi o cristiani, ezidi o ogni altro gruppo, avrebbero dovuto proteggerli dalla barbarie di Daesh. Le YPG intervennero per evitare una più grande tragedia e evitare che Daesh prendesse il controllo su Shingal; tutti devono saperlo. I/le guerriglieri/e hanno protetto il governo, il parlamento e la popola-zione della regione del Kurdistan (iracheno). I/le guerriglieri/e hanno protetto la dignità della nazio-ne curda e dei partiti politici del Kurdistan meridionale. Tutti dovrebbero avere rispetto per le forze HPG e YPG. Gli Yezidi hanno perso la fiducia nei governi centrale e locale, sono stati delusi. Come ci si può aspettare che ritornino a Shingal senza le proprie forze di sicurezza? Secondo me tutti, in-clusi il KDK, Gorran, il PUK, il KIU e il KIG, dovremmo sforzarci di riguadagnare la fiducia degli Yezidi e persuaderli a restare a Shingal. Shingal non avrebbe senso senza gli Yezidi.

Quali sono le differenze tra voi e Masud Barzani e il suo partito?
Di solito esistono differenze e somiglianze tra due o più entità politiche. Il PKK e il KDP, il PKK e altri partiti politici hanno somiglianze come anche divergenze. Le differenze non significano che siamo nemici l’uno dell’altro, anzi. Su questioni che concernono gli interessi nazionali collaboriamo, mentre su altre questioni abbiamo le nostre differenze. L’esistenza di differenze è salutare in demo-crazia; dove ci sono differenze c’è progresso. Abbiamo divergenze con tutti gli altri partiti politici nel sud-est, nord e ovest. Esistono critiche che servono come basi per dei miglioramenti; ciò non do-vrebbe essere ritenuto negativo. Non scappiamo mai dalle critiche; anche con le critiche proseguiamo le nostre relazioni nell’interesse nazionale. Spesso ci sono parti che non vedono i propri difetti o le proprie lacune. Deve sempre esserci l’opportunità per gli altri di criticare; dobbiamo promuovere la cultura del non sottrarsi alle critiche.

Il PKK ha la sua visione su un più grande Kurdistan e sul Medio Oriente. Qual è la posizione del PKK sull’attuale situazione nel Kurdistan del sud, soprattutto da quando al portavoce del parlamen-to è stato impedito di svolgere i suoi compiti legislativi e Gorran è stato espulso dal governo? Il PKK svolgerà un ruolo di mediazione tra le forze politiche nel Sud del Kurdistan?

Attualmente, le questioni relative al Kurdistan del sud sono significative a livello economico, politi-co, militare e peggiorano di giorno in giorno. Queste questioni devono essere risolte e coloro che guidano la regione devono accettare le proprie responsabilità e agire con misure efficaci. Tali que-stioni non possono essere ignorate né possono essere lasciate complicarsi ulteriormente. Lasceranno un impatto durevole sulla società e i giovani in particolare. Molte di queste persone trovano la solu-zione nel migrare in Europa; ma questa non è la soluzione. Attualmente la democrazia nelle istituzio-ni è limitata; è di grande importanza che la democrazia sia promossa. Quando si presenteranno i pro-blemi la gente protesterà e questo è il loro naturale diritto; questo è un movimento democratico. Il KDP dovrebbe vedere le sue mancanze e nessuno dovrebbe sopprimere le proteste. Questo permet-terà alla società di progredire. Perché al MPs e al Portavoce del parlamento non è stato permesso di entrare a Erbil? Anche se il KDP accusa Gorran di aver mal agito contro di loro due sbagli non ag-giustano la situazione. Non si possono nascondere i propri errori additando gli errori di qualcun al-tro. Nessuno dovrebbe darsi il diritto di svalutare i nostri successi nazionali. Come ho dichiarato prima dobbiamo intraprendere qualsiasi azione necessaria per aiutare a risolvere la situazione di stallo del Sud. Il Sud del Kurdistan è una conquista, nonostante gli errori commessi e non dobbiamo per-mettere interventi esterni. Tutti i partiti devono anteporre gli interessi nazionali davanti a quelli dei partiti. La nazione del sud del Kurdistan non deve permettere ai partiti mettere a rischio gli interessi nazionali per le loro piccole conquiste.

Queste questioni devono essere risolte e coloro che guidano la regione devono accettare le proprie responsabilità e agire con misure efficaci.

La mia ultima domanda è questa: nel sud del Kurdistan e in Turchia Cemil Bayik viene accusato di essere estremista oltre che un alevita che ha stretti legami con l’Iran. Cosa risponderebbe a tali accu-se?

Sono tutte falsità e si tratta di una guerra psicologica. Non sono alevita, non sono sunnita; seguo Aneffy (un ramo dell’islam sunnita). Questa è la verità; nessuno deve credere a questa propaganda. Tra la Turchia e l’Iran c’è una guerra che coinvolge sunniti e sciiti; questo è anche il caso di tutto il Medio Oriente. Quando mi definiscono alevita lo fanno perché vogliono creare un legame tra me, Bashar Assad e l’Iran in modo che gli Stati Uniti ci trattino allo stesso modo. Invece gli Stati Uniti hanno buone relazioni con i curdi e il PKK. Coloro che fanno tali accuse vedono questa relazione come un pericolo per sé stessi perchè vogliono che il Kurdistan sia costituito solo dal sud ed esserne gli unici ad averne parte. Oggi l’Europa e gli Stati Uniti sanno che il Kurdistan non comprende solo il sud ma che ci sono altre parti del Kurdistan come anche altri partiti politici. Questo ha un effetto sulla loro situazione perciò provano a evitare questo progresso.

Accusare Cemil Bayik di essere un estremista non è altro che una sciocchezza e guerra psicologica. Non ho mai agito contro i princìpi fondamentali del PKK e i suoi obbiettivi. Questo movimento mi ha dato questa posizione; se fallisco nel restare entro i princìpi fondamentali e gli obiettivi che si pre-figge il movimento sarò rimosso dalla mia posizione. La loro propaganda spesso contiene dichiara-zioni infondate – come quella secondo cui esistono approcci duri e morbidi nel movimento – al fine di disilludere l’opinione pubblica. Pensano di poter impedire il nostro progresso e di minare la nostra unità con queste dichiarazioni prive di fondamento.

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