Azione sul Tevere: “Fermiamo la diga di Ilisu”

Azione sul fiume Tevere in solidarietà con il movimento che si batte contro la diga di Ilisu, in Turchia. Un progetto che minaccia il patrimonio storico, culturale e ambientale dell’intera Mesopotamia.

Ieri pomeriggio un gruppo di attivisti e attiviste ha manifestato la propria solidarietà a chi in Turchia si batte contro la costruzione della diga di Hasankeyef. Hasankeyf è un sito archeologico millenario sul fiume Tigri, minacciato dal progetto di costruzione della diga di Ilisu e di una centrale elettrica, fortemente voluti dal governo turco. Sul fiume Tevere, a pchi passi dall’isola Tiberina, nel girno della mobilitazione transnazionale contro il progetto criminale, è stato srotolato uno striscione con la scritta “Stop Ilisu Dam. Defend Culture, Land & People. Hasankeyf is not alone, Erdogan Terrorist”.

La costruzione della diga costringerebbe circa 80000 persone ad abbandonare l’area, oltre a distruggere una parte fondamentale del patrimonio culturale, storico e archeologico della popolazione curda. In più garantirebbe alla Turchia il sostanziale controllo sul flusso del fiume Tigri, aggiungendo un ulteriore elemento di instabilità ad all’area compresa tra Turchia, Iraq e Siria.

La resistenza contro la diga di Ilisu sarà al centro dell’iniziativa “Save the last drop” Frontiere di resistenza tra Kurdistan e Iraq: diritto all’acqua, al lavoro, alla pace che si svolgerà il 22 settembre presso la Facoltà di Scienze Politiche de La Sapienza

Di seguito l’appello alla mobilitazione transnazionale, distribuito durante l’azione.

Appello per una mobilitazione globale in difesa di Hasankeyf

Invitiamo gli attivisti, I movimenti sociali e le ONG, a partecipare, il 20 settembre, ad una giornata di mobilitazione globale, in difesa di Hasankeyf e del fiume Tigri!

Fermiamo il progetto della diga di Ilisu!

Domenica 20 settembre organizzeremo una grande manifestazione nell’antica città di Hasankeyef. Questa città, con oltre diecimila anni di storia, è minacciata dalla costruzione della diga e della centrale idroelettrica di Ilisu. Se il progetto verrà completato, il Kurdistan turco e tutto il nord della Mesopotamia, subiranno una devastazione sociale, culturale ed ambientale senza precedenti.

80,000 persone saranno costrette a vivere in miseria e l’ecosistema del fiume Tigri verrà completamente distrutto. Nel quadro attuale del Medio Oriente, il progetto della diga di Ilisu rischia inoltre di intensificare il conflitto all’interno e all’esterno del confine turco, secialmente per quanto riguarda lo scenario iracheno e siriano.

Il 20 settembre sarà l’ultimo di tre giorni di Campeggio resistente. Centinaia di persone e attivisti si raduneranno con l’obiettivo di fermare il progetto Ilisu. Migliaia di persone scenderanno di nuovo nelle strade per fermare la devastazione ambientale.

Invitiamo tutti e tutte ad organizzare azioni nelle vostre città e nei vostri paesi per denunciare il pericolo rappresentato dal progetto Ilisu, nelle forme che riterrete più appropriate, per denunciare le attività del governo Turco, della compagnia austriaca Andritz – la più importante del consorzio che si occupa del progetto – e del governo iracheno, che continua ad ignorare l’incombente desertificazione del suo territorio.!

Xwedî Derkeve -­ Difendiamo la nostra cultura, la nostra terra e la nostra gente