Azione concrete verso la convergenza delle forze politche nel Kurdistan Orientale

Il Kurdistan e la nazione curda stanno pagando un prezzo pesante per ottenere libertà e democrazia. Al di là dell’inquadramento dei partiti politici, i curdi hanno a lungo sacrificato le loro figlie e i loro figli più cari nella speranza di ottenere la libertà. Numerosi dirigenti sono stati martirizzati nel processo. A questo punto, il Kurdistan è l’[area] più organizzata politicamente, più dinamica e militarmente attiva nella geografia dell’Iran, nonostante tutti i limiti e gli aspetti critici. Di conseguenza, [l’area del] Kurdistan sarà pioniera e al centro degli sviluppi in Iran. I curdi non sono e non saranno una carta politica per equilibrare il potere nell’equazione regionale o all’interno dell’Iran. Erano in prima linea nella lotta e hanno pagato un alto prezzo nel processo. Pertanto, è necessario per i curdi e le organizzazioni curde diventare la principale forza politica all’interno dell’Iran piuttosto che seguire movimenti e organizzazioni che hanno un atteggiamento passivo e mancano di potere politico nel paese. Come curdi dovremmo ricordare che abbiamo un piano e un progetto per la libertà della nostra nazione. Da un punto di vista diplomatico e militare, sono gli altri partiti e le altre organizzazioni che necessitano della collaborazione coi curdi. Tuttavia, non è possibile ottenere la libertà senza istituire un fronte nazional-democratico basato sull’unità di tutte le organizzazioni e i partiti politici curdi. È necessario cooperare e attuare una convergenza con le altre forze politiche in Iran, sebbene tale cooperazione debba situarsi all’interno del quadro di un fronte nazionale congiunto, altrimenti i curdi saranno lasciati senza alcun interesse nazionale e saranno soltanto sacrificati per il beneficio politico di altri. Siamo stati onesti nei confronti della nostra nazione e continueremo a rimanere autentici.

È chiaro che la nazione curda nel Kurdistan Orientale è preoccupata che i partiti politici possano coinvolgerla in una lotta per il potere o porre gli interessi di partito al di sopra di quelli nazionali, similmente al caso del Kurdistan Meridionale. La nazione curda brama l’unità di tutti i partiti politici curdi al fine di istituire in Kurdistan un fronte nazional-democratico. Un fronte che sia platea per il mondo esterno e pioniere di vera democrazia e libertà all’interno dell’Iran. È ovvio che qualunque movimento o partito politico che rifiuta di adempiere a questa responsabilità nei confronti dei curdi, sta ignorando le legittime richieste della nazione curda e mette imperdonabilmente a rischio il futuro politico del Kurdistan. La chiave per la democrazia in Iran e la libertà nel Kurdistan si trova nell’unità, nella convergenza e nella sinergia della nazione, delle organizzazioni e dei partiti politici curdi. La nazione curda è preoccupata per una potenziale guerra civile curda nel pieno della crisi iraniana e mediorientale. Se ci consideriamo forze politiche del Kurdistan che si attengono alle richieste del popolo curdo, allora non abbiamo scelta se non quella di fugare queste preoccupazioni. La nazione curda è preoccupata che i propri figli possano essere sacrificati negli sviluppi iraniani, come pure che nel futuro possa perdere tutto al tavolo delle negoziazioni con l’Iran per colpa della mancanza di unità tra le voci curde. Queste sono preoccupazioni valide, dal momento che abbiamo avuto un’esperienza simile durante i negoziati col governo centrale subito dopo la rivoluzione iraniana del 1979. Le figure politiche, gli intellettuali, le donne, i giovani e le organizzazioni non governative devono svolgere un ruolo attivo in un momento storico così critico, al fine di spingere alla convergenza i partiti e le fazioni politiche. Il sentiero verso la nostra libertà passa attraverso l’unità e la coerenza tra tutti i movimenti politici curdi e il fare affidamento sulle nostre potenzialità e capacità. Senza dubbio una tale alleanza influenzerà in maniera diretta i tavoli negoziali in Francia, a Washington, le altre potenze mondiali, così come il resto delle opposizioni iraniane. Il PJAK crede in una politica chiara, autentica e aperta riguardo la trasparenza nei confronti della nazione curda e fa appello a tutti i partiti politici del Kurdistan Orientale affinché condividano le stesse responsabilità nei confronti del popolo.

Il PJAK e il KODAR hanno presentato la [propria] roadmap in una forma generale e pubblica. Crediamo che la questione curda non sarà risolta senza una soluzione delle controversie con altri soggetti come gli azeri, i beluci, gli ahvaziani e ogni altra diversa religione. La mancanza di linee guida per una “politica democratica” può mettere a rischio il futuro di tutte le sopracitate diversità. D’altra parte, dobbiamo chiarire che ogni metodo di ricerca della libertà e dell’uguaglianza che non metta le donne al centro della propria lotta per la libertà, non sarà in grado di raggiungere l’uguaglianza.

Il PJAK, nell’attuale momento critico, considera essenziali i seguenti punti e invita gli intellettuali curdi e i partiti politici a prendere il destino della propria società nelle loro mani in maniera pluralistica, a cooperare per una società democratica e laica e a svolgere il proprio ruolo storico nel realizzare un Kurdistan libero e democratico.

  1. Istituzione di una commissione congiunta per risolvere le dispute tra le forze e i partiti politici curdi, in cui siano assegnati ruoli fondamentali a intellettuali e accademici.
  2. Istituzione di un’assemblea nazionale democratica che agisca al di sopra della struttura dei partiti politici. L’assemblea consisterà di rappresentanti dei partiti e da indipendenti, organizzazioni e istituzioni civiche del Kurdistan Orientale. Uno dei ruoli principali dell’assemblea sarà la supervisione dell’operato dei partiti e tutti i partiti saranno tenuti a conformarsi all’assemblea.
  3. Istituzione di una forza militare, al di sopra della struttura dei partiti politici e all’interno del quadro del diritto all’autodifesa.
  4. Istituzione di un consiglio militare che si conformi all’assemblea nazionale democratica.
  5. Creazione di un consiglio diplomatico comune per rappresentare i curdi, sotto la supervisione dell’assemblea nazionale democratica, sia nella regione sia a livello globale.
  6. Istituzione di un organo di stampa e televisivo comune per rendere note le politiche dell’Assemblea Nazionale in tutto l’Iran e il Kurdistan.
  7. Istituzione di un centro di ricerca in Europa allo scopo di condurre ricerche strategiche sul Kurdistan, con la partecipazione dei curdi della diaspora così come di ricercatori interni. Il centro di ricerca fornisce consulenza all’Assemblea Nazionale, ai partiti e alle organizzazioni politiche.
  8. Istituzione di un centro strategico per organizzare le operazioni comuni (p. es.: conferenze, raduni di protesta, scioperi dei lavoratori e [azioni di] disobbedienza civile) al fine di far convergere la società del Kurdistan Orientale.
  9. Creazione di un’organizzazione e istituzione, al di sopra della struttura dei partiti politici, specificamente per le donne. L’organizzazione cercherà [specifiche] soluzioni ai problemi delle donne. Darà rilievo alle decisioni e operazioni comuni nel risolvere i problemi delle donne nel Kurdistan Orientale.
  10. Istituzione di un comitato congiunto per monitorare attivamente e quotidianamente la situazione dei prigionieri politici curdi nella Repubblica islamica dell’Iran e lottare per il rilascio di tutte le prigioniere politiche e tutti i prigionieri politici.

 

Assemblea del Partito per la Vita Libera in Kurdistan

12/08/2018