ANPI Albisola Albisola Superiore in solidarietà della popolazione curda siriana, a seguito dell’offensiva militare da parte dell’esercito turco

Si riporta, di seguito, il documento discusso e condiviso, in data odierna, dal direttivo della sez. Anpi di Albisola Superiore, in relazione all’offensiva turca, in territorio siriano.

Tale documento verrà inoltrato all’Anpi Provinciale di Savona.

VERSIONE UFFICIALE

“Comunicato Anpi Sez. Albisola Albisola Superiore, in solidarietà della popolazione curda siriana, a seguito dell’offensiva militare da parte dell’esercito turco

Comunicato a sostegno della popolazione curda siriana, a seguito attacco da parte dell’esercito turco.

“Il 20 gennaio 2018, l’esercito turco ha dato inizio a un’offensiva militare per colpire l’enclave curda di Afrin, uno dei cantoni della Repubblica del Rojava, nella Siria del nord, ove moltissimi civili, in questi anni, si sono rifugiati per sfuggire dalle milizie dell’Isis. L’attacco ad Afrin rappresenta l’inizio di una più vasta operazione militare contro i curdi siriani, che potrebbe avere come prossimo obiettivo Manbij, città sottratta definitivamente dalle forze curde allo Stato islamico nell’agosto 2016, dopo una lunga e cruentissima battaglia.

In questi giorni di bombardamenti, sono stati colpiti centri abitati, postazioni militari curde e campi profughi. Ad oggi si parla di decine di morti, militari e civili, e centinaia di feriti.

Gli uomini e le donne curde, armati e sfruttati dall’Occidente per combattere Isis in Siria e in Iraq, sono stati letteralmente traditi dagli Usa e dalla Russia, che hanno abbandonato il loro territorio, permettendo l’attacco da parte della Turchia che da sempre considera la presenza dei curdi, nelle aree di confine, un problema di sicurezza nazionale.

La comunità internazionale, pur esprimendo preoccupazione per la sorte dei civili, non ha, in alcun modo, condannato l’azione di Erdogan. L’UE ha invitato la Turchia alla “moderazione”. La NATO ha dichiarato che Erdogan ha il diritto di difendere i propri confini. In tal senso è opportuno tenere presente che, alla data dell’inizio dell’offensiva, la popolazione curda siriana non aveva in alcun modo attaccato, e tantomeno minacciato i confini della Turchia.

L’UE, legata politicamente alla Turchia, per la questione della gestione dei profughi siriani (per ironia della sorte), si mostra un’altra volta indifferente e/o incapace di prendere nettamente le distanze, dalle azioni compiute da Erdogan, nei confronti della minoranza curda, sia in territorio siriano che turco.

Riprendendo un estratto di un articolo della giornalista Stefania Battistini, scritto per l’associazione Articolo 21: “In questa solitudine ci sono tutto il cinismo e l’ipocrisia dell’Occidente verso i combattenti curdi sostenuti dalle truppe americane e finanziati dai governi occidentali soltanto fino a quando sono stati ritenuti utili”

La popolazione curda siriana, a maggioranza musulmana sunnita, ha rappresentato per l’Occidente, in questi ultimi anni, il simbolo della Resistenza contro un oppressore spietato. I media hanno narrato le imprese delle milizie YPG, costituite da giovani donne musulmane, direttamente impegnate a combattere contro l’Isis.

Nel caos medioorientale, il Rojava, come ha narrato splendidamente anche il fumettista Zerocalcare nel libro “Kobane Calling”, rappresenta un esperimento di democrazia partecipata e un modello di convinvenza tra religioni ed etnie diverse.

Alla luce di quanto premesso, con la presente esprimiamo tutta la nostra solidarietà nei confronti della popolazione curda siriana, in queste ore costretta a combattere l’ennesima Resistenza, all’indomani di una libertà appena riconquistata, attraverso il sacrificio di tante donne e uomini combattenti.

Ci appelliamo alle istituzioni e ai partiti, affinchè condannino fermamente l’attacco indiscriminato che si sta compiendo sulla popolazione del Rojava , da parte della Turchia di Erdogan e favoriscano ogni azione politico-diplomatica, volta a bloccare immediatamente questa offensiva;

chiediamo al governo italiano di adoperarsi, soprattutto a livello europeo, affinchè l’UE si faccia politicamente promotrice e garante del rispetto dei diritti umani e democratici, nei confronti sia dei Paesi Membri, che dei Paesi Alleati”