Alto Consiglio Curdo: Non ci sarà una seconda Losanna

In un articolo dell’Özgür Gündem di sabato, il giornale ha pubblicato un colloquio con Ilham Ehmed, un membro del comitato di sei persone che ha rappresentato l’Alto Consiglio Curdo alla sua prima visita ufficiale ad Ankara questa settimana. Il comitato, che era ad Ankara l’8 e il 9 di ottobre, ha incontrato i vari funzionari del governo turco nonché i rappresentanti delle ambasciate americana e tedesca.

Nell’intervista Ehmed sottolinea che il comitato parteciperebbe ai colloqui di Ginevra per rappresentare “la volontà politica dei curdi” e che una “seconda Losanna non potrebbe essere rinnovata oggi a Rojava.” Ehmed si riferiva al trattato di Losanna firmato nel 1923, che ha riconosciuto il nuovo stato-nazione della Turchia e posto le basi per il moderno Medio Oriente, mentre ha completamente fallito nel riconoscere le rivendicazioni nazionali dei curdi. Qui di seguito alcuni stralci dell’intervista di Ehmed con Özgür Gündem, tradotti dall’inglese.

Quali questioni ha sollevato durante le riunioni di Ankara?

Sostanzialmente abbiamo sollevato una serie di critiche al ministero degli Esteri turco. In particolare li abbiamo criticati per aver lasciato i loro confini aperti a queste bande armate. Per aver dato loro una base da cui partire per attaccarci così facilmente. Hanno lasciato le frontiere aperte, ma in tutti i posti amministrati dai curdi le hanno costantemente chiuse. Hanno messo la regione sotto un embargo molto pesante. Abbiamo discusso di questi temi e abbiamo esposto le nostre critiche. E abbiamo detto loro che se non prendono queste bande sotto controllo domani o il giorno seguente sarà un flagello per la Turchia. Che creeranno un sacco di lavoro anche per loro. E abbiamo detto loro che saranno un flagello non solo per loro ma per l’intero Medio Oriente. Hanno detto che erano anche loro a conoscenza della situazione. Di fatto ci dicono che non li hanno sostenuti  loro né allora né mai.”Non li abbiamo sostenuti noi”, hanno detto. La loro risposta ha seguito in generale questa modalità. Ma ci siamo accorti che hanno lentamente ritirato il sostegno che hanno dato loro.

Da quali paesi sono originari gli jihadisti che sono venuti a Rojava?

La maggioranza dei membri di tali gruppi vengono dalla Tunisia, Libia, Afghanistan, Pakistan, Arabia Saudita, Cecenia e Turchia. Ce ne sono anche tanti che arrivano con passaporti americani. Molti possiedono passaporti americani ma arrivano dopo essere entrati in Turchia. Voglio dire che arrivano attraverso la Turchia. Molti vengono anche attraverso vie non ufficiali.

Avete parlato di preparativi per la Conferenza di Ginevra-2 ?

Abbiamo messo in chiaro che vogliamo partecipare alla conferenza come parte indipendente. Per noi questo è molto importante. E ‘importante da una certa prospettiva che portiamo avanti il nostro caso in modo indipendente. E ‘importante dal punto di vista di essere più facilmente in grado di difendere i nostri popoli. Su questo punto vi è un vantaggio se i Curdi partecipano autonomamente. Tuttavia hanno detto che dal loro punto di vista è necessario che l’intera opposizione entri sotto una stessa tenda. Difendono la posizione che sia necessario che tutte le parti diventino uno. In questo ambiente si guardano alcune delle misure adottate dall’ENKS più positivamente. Abbiamo detto loro che all’interno di tale coalizione (parlavamo della Coalizione Nazionale Siriana), non tutta l’opposizione siriana è rappresentata. Abbiamo sostenuto che la coalizione non rappresentava l’intera Siria. Abbiamo detto che la coalizione è per lo più composta da nazionalisti arabi e sciovinisti. Abbiamo sostenuto che dalla nostra osservazione non hanno dimostrato una mentalità disposta ad accettare e comprendere gli altri popoli. Abbiamo dichiarato che hanno mostrato un atteggiamento insistente rivolto a proibire le aspirazioni del popolo curdo. Abbiamo messo in chiaro che per questo motivo non ci saremmo uniti alla coalizione. Abbiamo parlato di questo molto apertamente. Ma comunque abbiamo suggerito che questa struttura potrebbe essere costituita e che i curdi potrebbero unirsi come gruppo indipendente. Come saremo presenti alla conferenza di Ginevra riguarda noi. Non riguarda invece la Turchia. Voglio dire che questo non lo tratteremo con nessuno.

Quando la Turchia è andata a Losanna ha detto “Noi rappresentiamo anche i curdi”. İsmet İnönü ha anche portato all’epoca alcuni curdi con lui. Mi chiedo se la Turchia vuole rinnovare questa pratica da Losanna riguardo Rojava ?

Sembra così. La politica della coalizione qui è la politica della Turchia. La Turchia sta in questo momento mettendo in atto lo stesso piano. Intendo dire nel raccogliere la totalità dell’opposizione siriana sotto una tenda. Non vogliono che alcun partito che non sia in quella tenda vada a Ginevra. Tuttavia anche la Russia vuole che l’intera coalizione stia insieme, ma vuole divisioni. Per esempio vuole che il Comitato El Tensiq (For Change), il Consiglio Superiore e il Consiglio Nazionale Siriano siano presenti. L’America ha un giudizio che si avvicina a quello della Turchia. Lo abbiamo capito dalla loro ambasciata. Tuttavia era chiaro che l’ambasciata americana in Turchia avesse questo pensiero molto più rispetto agli americani stessi. Hanno ora accettato che i curdi rappresentano la propria forza e possono aderire con il proprio gruppo. La politica che il governo turco ha diretto contro i curdi non è la politica giusta. La Turchia dovrebbe rivalutare questa politica. Se continuano così queste bande saranno un flagello per il popolo della Turchia sia domani sia il giorno dopo. La Turchia deve accettare l’esistenza dei curdi. E dovrebbero accettare il fatto che ci sia un popolo a Rojava e che quella gente è curda, e che questi stanno conducendo una lotta per la conservazione della propria regione. Devono sapere che hanno diritto ad una vita libera nelle proprie terre. Dovrebbero adottare relazioni di vicinato con Rojava …

Il ministro degli Esteri Davutoğlu – che non ha incontrato  il comitato ad Ankara – ha incontrato il presidente del partito Abdulhakim Başar, il segretario del Partito dell’Unione Curda Siriano, Ibrahim Bro e Mustafa Sino del Partito Democratico Curdo. Cosa significa ?

Secondo noi si sono incontrati sul punto dell’adesione alla coalizione. Come farà ENKS ad unirsi alla coalizione? Probabilmente hanno parlato di questi temi e li hanno discussi. Con loro il nostro ordine del giorno è stato diverso. Il nostro ordine del giorno era che i valichi di frontiera siano aperti e che sia consentito passare agli aiuti umanitari. Una nuova pagina doveva essere aperta riguardo la Turchia. Ne abbiamo parlato con loro ma ci hanno detto come si sarebbero uniti alla coalizione.

Rojava Report