A nome degli sfollati di Afrin a Shebba all’Organizzazione Mondiale della sanità

L’Ufficio delle Nazioni Unite per il cordinamento degli affari umanitari (OCHA),in cooperazione con l’Organizzazione mondiale della sanità (WHO), ha rilasciato un rapporto riguardante l’emergenza corona virus (COVID-19) nella Repubblica Siriana l’11 marzo 2020. Il rapporto afferma che il Ministero siriano della salute ha confermato la negatività di tutti i casi sospetti e che nessuno è stato infetto.

Per contrastare la minaccia del virus, l’Organizzazione mondiale della sanità ha fornito tutti i mezzi di supporto e di assistenza al Ministero della Salute siriano per integrare le sue capacità e preparazione per affrontare questa epidemia fornendo attrezzature e apparecchiature di rilevamento e monitoraggio, l’’addestramento di personale sanitario in diversi governatorati, e fornendo centri per la quarantena in aggiunta allo svolgimento  di seminari volti a comprendere e a sensibilizzare il rischio dell’epidemia.

Il rapporto ha affermato che la prontezza dei centri per l’isolamento è stata confermata in 6 aree (Damasco, Aleppo, Deir Al-Zour, Homs, Lattakia e Qamishli) ed un centro sanitario è stato attualmente allestito per trattare i casi che hanno a che fare con il Coronavirus nella campagna di Damasco.

Che dire di oltre duecentomila sfollati nella campagna settentrionale di Aleppo (Al-Shahba)?

Attraverso il rapporto, vediamo grandi sforzi per aiutare i siriani a scongiurare la minaccia di questa epidemia, ma è molto chiaro che hanno dimenticato un posto geografico molto ampio in cui sono presenti migliaia di sfollati e la cui presenza due anni, tra grande disprezzo anche dall’Organizzazione mondiale della sanità e dal governo siriano. Le aree di presenza degli sfollati dalla città siriana di Afrin, che sono state forzatamente sfollate dalle loro aree dall’esercito turco e dalle sue fazioni islamiche militanti, soffrono di una significativa debolezza nella fornitura di servizi, in particolare i servizi sanitari. Ragion per cui questa geografia (al-Shahba) è più vulnerabile alle infezioni da virus:

Al-Shahba si trova nella campagna occidentale e settentrionale di Aleppo e si trova tra le città di Al-Bab e Azaz, che è una zona pianeggiante con vaste terre agricole, terreno fertile e colline abbondanti. Consiste nelle seguenti città principali (Tal Refaat – Tal Qarrah – Tal Shair – Al-Ahdath – Fafin – Deir Jamal – Kfarnaya – Ahras), ma questa geografia non è adatta per una vita sana per i seguenti motivi:

1. Al-Shahba è considerata una delle aree liberate dall’ISIS nel 2016 dopo una guerra durata due anni dietro la quale ha lasciato rovine in tutte le infrastrutture come case, scuole, stazioni di approvvigionamento idrico, forni e centri sanitari.

2. La geografia di Al-Shahba è considerata una geografia contagiosa e un luogo adatto per la diffusione di malattie e la sua trasmissione a causa della sua trascuratezza per molti anni. È anche famosa come centro epidemico da molto tempo fa. Sfortunatamente, gli sfollati di Afrin hanno dovuto vivere in questo ambiente relativamente sicuri contro la loro volontà, dato che vi troverai sfollati che vivono in case semidistrutte dove non esistono condizioni igieniche per una vita sana.

Qui vogliamo che in un momento in cui il mondo non menziona più la leishmaniosi, che ci sono centinaia di persone colpite in questa zona. Ricevono con grande difficoltà a causa della mancanza di medicinali e vaccino per la leishmaniosi. Immagina cosa accadrebbe se la regione fosse infettata da questo pericoloso virus ?? !!

Vi è un forte assedio in questa zona, da un lato, da parte delle fazioni armate presenti alla periferia di Al-Shahba, e dall’altro lato dalle barriere di sicurezza del governo siriano che costituiscono molti ostacoli al movimento degli sfollati , ciò lo rende pericoloso in caso di diffusione del virus. Tuttile persone di Afrin chiedono come potremo andare ad Aleppo, la zona più vicina, per le cure? ?? !!!!

4. Per quanto riguarda gli sfollati nei cinque campi, è davvero disastroso che i campi siano i primi posti a ricevere malattie e ad aumentare il tasso e la velocità della loro diffusione, soprattutto in assenza di sterilizzazione e irrorazione di pesticidi.

Cosa succederà se il virus si diffonde

Fino ad ora, fino alla stesura di questo rapporto, non si sono verificati casi di Coronavirus in questa zona geografica. I comitati sanitari hanno adottato una serie di misure preventive, come il divieto di riunioni e la chiusura delle scuole, ma queste misure non sono sufficienti, ma purtroppo questo è almeno ciò che possiamo fare.