KCK: Ogni morte in carcere è un omicidio
La Co-Presidenza del Consiglio Direttivo del KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan) ha rilasciato una dichiarazione in reazione al costante aumento delle morti in corso di prigionieri politici nelle carceri turche.
Ricordando che cinque detenuti rivoluzionari hanno perso la vita in carcere nelle ultime due settimane, il KCK ha sottolineato che lo Stato dell’AKP intendeva rendere la situazione dei detenuti degenti una questione di negoziazione.
La Co-Presidenza del Consiglio Esecutivo del KCK ha evidenziato che le politiche oppressive, fasciste e vendicative dello stato dell’AKP, che non tengono conto della legge universale e dei diritti umani, hanno continuato ad essere imposte ai detenuti rivoluzionari nelle carceri turche.
La dichiarazione del KCK ha inoltre enfatizzato che a centinaia di detenuti che restano in carcere, pur essendo in una situazione di pericolo di vita, vengono ulteriormente negate le cure mediche, mentre questi non riescono nemmeno ad essere autosufficienti.
“Nonostante il fatto che la legislazione interna della Turchia richieda la liberazione dei prigionieri sofferenti, lo stato dell’AKP vi sta contravvenendo e ha intenzione di rendere la situazione dei detenuti ammalati una questione di negoziazione, come parte della risoluzione della Questione Curda. Questo atteggiamento, che è lontano dall’etica politica, è, sopra ogni cosa, né morale né etico,” come sottolineato nella dichiarazione del KCK.
Ammonendo l’AKP su queste politiche sporche e immorali, il KCK ha invitato l’amministrazione dell’AKP ad abbandonare immediatamente il proprio attuale approccio, a rispettare la vita umana e ad agire in linea con le leggi internazionali e la legislazione nazionale della Turchia.
Il KCK ha osservato che gli istituti di medicina legale hanno agito in collaborazione con l’amministrazione dell’AKP per quanto riguarda il proseguo della detenzione dei prigionieri infermi, ricordando che il paziente prigioniero con cancro al polmone, Mehmet Canpolat, detenuto nel carcere Kandıra di tipo F, è stato il più recente recluso a morire a causa di queste politiche e della relazione di Medicina Legale, che ha chiesto la continuazione della sua condanna a prescindere dall’avanzamento della sua malattia.
Sottolineando che questo atteggiamento politico ha causato ogni giorno la morte di un numero sempre crescente di prigionieri ammalati, il KCK ha dichiarato: “Ogni morte in carcere è un omicidio commesso congiuntamente dalla dirigenza dell’AKP e dalle istituzioni di Medicina Legale.”
Estendendo le condoglianze a tutti coloro che sono stati martirizzati nelle carceri turche, il KCK ha invitato tutti i popoli a mettere sotto pressione l’AKP e ad intensificare la lotta per garantire la liberazione di tutti i prigionieri malati.