MIO ANGELO
(dedicata al martire di Roboski, Husnu Encu)
Mio carissimo,
non ho potuto annusarti,
non ho potuto sentito il tuo odore,
ci hanno separati due mesi prima che tu nascessi.
Sono stato molto vicino a te
ancor prima della tua nascita.
Con la tua mamma,
ti abbiamo aspettato per tanti anni.
Sei arrivato all’improvviso,
ti ho aspettato con speranza,
ma non ti potrò abbracciare.
Hanno distrutto i nostri sogni,
da molti anni aspettavo un angelo,
ma l’angelo che aspettavo non era Azral.
Quando ancora ti aspettavo,
è arrivato l’angelo della morte
ed ha preso la mia vita prima che diventassi papà.
Non potrò vedere i tuoi primi passi,
non vedrò il tuo primo sorriso,
non sentirò il tuo primo pianto.
Non vedrò il momento in cui mi chiamerai,
con la tua voce da infante, “papà”.
Aprirai i tuoi occhi sul mondo senza babbo,
come il nostro Profeta.
Né tu potrai conoscere il mio sentimento d’amore per te,
né io potrò sentire quello di mio figlio.
Per un bidone di gasolio hanno bruciato tuo papà carissimo,
ti hanno fatto diventare orfano, prima ancora che tu fossi nato.
Lascio questo mondo,
luogo abitato da gente crudele.
Ho aspettato per molti anni un angelo,
ma l’angelo che ho aspettato non era l’angelo della morte, Azral.
Ti ho aspettato, ma Azral è arrivato prima di te.
Sei in ritardo per il tuo babbo carissimo,
ora le campanelle della separazione risuonano,
il vento che ci dividerà, è arrivato all’improvviso.
Non ti ho mai visto, figlio mio diletto,
ma il tuo babbo ti ha amato molto, mio angelo.
(scritto da Narin, moglie di Husnu Encu)