Kobanè: fortezza della resistenza del XXI° secolo
Se da un lato gli attacchi delle bande armate di ISIS vedono ormai concludersi il secondo mese di combattimenti, una resistenza storica sta di pari passo continuando grazie ai guerriglieri e alle guerrigliere delle YPG/YPJ (Unità di Protezione del Popolo/Unità di Protezione delle Donne).
Enwer Muslim, copresidente del Cantone di Kobanè, ha preso parte a una conferenza svoltasi ad Hewler (Erbil), capitale del Kurdistan del Sud. Muslim è passato da Suruç, distretto di Urfa per entrare a Kobanè. Il copresidente Muslim ha parlato alla DIHA dei recenti sviluppi e della conferenza in Kurdistan. “La resistenza ha avuto un costo per l’umanità durante il secondo mese” ha affermato. Ed ha aggiunto “La resistenza è diventata ed ha creato speranza per un futuro a favore della democrazia, della libertà e dell’eguaglianza.”
“Kobanè è diventata la fortezza della resistenza del XXI° secolo”
Muslim ha sottolineato “Kobanè è il simbolo della resistenza” e, proseguendo il suo discorso, “Le bande armate di ISIS hanno rinforzato i loro attacchi tramite armi pesanti e sono posizionate tutte intorno allo scopo di occupare il cantone.Tuttavia, questo tentativo di occupazione si è scontrato con la storica
resistenza di Kobanè. Giovani uomini e donne di 1819 anni stanno combattendo coraggiosamente contro armamenti pesanti. La nostra resistenza è divenuta simbolo dell’intera umanità. La resistenza curda ha impedito alle bande armate di prendere Kobanè. Circa 20 attacchi di auto bombe sono stati respinti e neutralizzati. Hanno anche provato a spaventare i civili con i loro mortai di artiglieria. Kobanè si è guadagnata l’amore e la stima della nazione, della resistenza e dell’umanità. Kobanè è divenuta la fortezza simbolo della resistenza del XXI°secolo.
“Ci basiamo sul valore dell’umanità”
Il copresidente Enwer Muslim ha, in seguito, sottolineato riguardo alla Siria e al regime di Baath: “Il regime di Baath nega il riconoscimento di tutti i popoli ad eccezione del popolo arabo. Abbiamo dato avvio alla lotta del popolo per la libertà e l’eguaglianza già da prima della rivoluzione. Loro affermano che siamo in relazione con il regime. Si tratta di una calunnia. Abbiamo arruolato sia soldati siriani sia membri dell’esercito libero siriano che sono fuggiti dalle milizie barbare. Perchè ci basiamo e siamo ancorati all’umanità. La nostra lotta è per costruire una vita insieme attraverso una esistenza democratica e libera.
Come possono correlarci ad un regime che nega la libera esistenza dei popoli? Non stiamo in guerra; ci stiamo solo proteggendo. Siamo una forza che è parte di un progetto di pace. Stiamo usando le armi solo per difenderci. Non stabiliremo mai alcuna relazione con il regime siriano che nega il riconoscimento delle diverse identità. Vivremo tutti insieme in una Siria democratica”.
“Non siamo una minaccia per la Turchia”.
Migliaia di civili hanno scelto di non abbadonare le proprie terre a Kobanè e altre migliaia hanno iniziato a tornare nelle loro terre a mano a mano che le forze di YPG e YPJ guadagnavano terreno” nota Muslim.
Inoltre, ha affermato: “Ci sono migliaia di civili che aspettano vicino alla linea di confine. ISIS voleva mettere in atto un massacro. Critichiamo la Turchia per il suo atteggiamento e il suo approccio nei nostri confronti.
Abbiamo chiesto ufficialmente sostegno per le persone e per i combattenti di YPG e YPJ. Perciò, se ISIS occupa Kobanè in questo caso ci sarà una reale minaccia. I curdi del Rojava non sono una minaccia. La pace e l’ordine in Turchia sono positivi anche per noi”.