Guerrigliera armena: Ho fatto una promessa alla mia coscienza
Il massacro di Sinjar (Şengal) non ha solo lasciato un marchio indelebile nel cuore della gente ma porta anche la mente ad associazioni storiche. Sulla montagna di Sinjar si stanno incontrando bambini che hanno ascoltato le storie di vecchi massacri dalle loro none. Gruppi di curdi, armeni, assiri, arabi e yezidi con guerriglieri, insieme con guerriglieri di molte altre fedi e origini etniche si sono riuniti a Sinjar con lo stesso obiettivo.
Una è la guerrigliera Viyan, che proviene da una famiglia armena di Diyarbakir che è migrate nella città di Kobanê nel Rojava dopo i massacri degli armeni nel 1915. Viyan ha partecipato ad innumerevoli battaglie nell’ambito della rivoluzione del Rojava ed è stata ferita molte volte, da ultimo nel villaggio di Sününe a Sinjar.
Sono diventata parte delle storie di mia nonna
Dopo essersi ripresa si è unita ancora una volta alle unità di difesa a Sinjar. Viyan spiega in questo modo le sue esperienze a Sinjar:
“Quando mi sono trovata faccia a faccia con la banda di ISIS e abbiamo aperto il fuoco gli uni contro gli altri, le storie che mia nonna mi aveva raccontato in passato mi sono passate per la mente in un istante come se fosse un film. Era come se fossi diventata mia nonna e avevo la sensazione che il massacro che stavo vivendo fosse diventato parte dei massacri dei quali mi aveva raccontato mia nonna. Quando la gente attraversava il confine non riuscivo a smettere di pensare a quelle donne rapite e ho fatto migliaia di promesse alla mia coscienza che avrei fatto tutto quanto in mio potere perché i bambini feriti che portavo in braccio non abbiano mai più a vedere un simile massacro.”
da Özgür Gündem