Heseke- una città molto contesa
Heseke è la seconda città del cantone di Cizire. Anche se non si conosce esattamente il numero degli abitanti, si tratta di centinaia di migliaia di persone. Heseke si trova in una posizione strategica, nella parte meridionale del cantone di Cizire e rispecchia la pluralità e la diversità della popolazione. Il 40% sono Kurdi, il 20% Arabi e il 20% cristiani siriani. Il centro di Heseke è segnato dalla presenza di molte chiese ed è controllato dal regime. A Heseke si trova anche un quartiere abitato principalmente da arabi, controllato dall´ISIS e da altre bande.
Quasi mezza città si autoamministra grazie a dei Consigli. Si sta costruendo una convivenza comune delle culture, simbolicamente modello per una Siria e un Rojava diversi. Il sistema, proprio per l´importanza strategica e simbolica della città, cerca di riconquistare i territori che si autoamministrano, e tutto questo con un accordo tacito con le bande dell´ISIS. Ci arrivano informazioni sul fatto che a Heseke l´ISIS non attacca il regime e viceversa, ma insieme procedono contro la regione autoamministrata.
Il 21 maggio scorso le milizie del regime hanno iniziato a installare dei punti di controllo proprio di fronte alle postazioni degli Asayis( guardie dell’autoamministrazione), aprendo il fuoco. La postazione degli Asayis era occupata da poche guardie e nello scontro sono morti tre combattenti degli Asayis e delle YPG/YPJ; due sono stati colpiti mentre cercavano di recuperare un compagno caduto. Quando sono arrivati i rinforzi, le YPG hanno lanciato un’offensiva che ha respinto le forze del regime. Le YPG hanno conquistato tre punti strategici: la centrale idrica, il city garage e la via Sina. Almeno 20 soldati del regime sono caduti. Il 21 maggio scorso, inoltre, nelle vicinanze dell’ospedale, è stata ferita a morte Khadischa Saleha Senli, una paziente in dialisi, e suo figlio è rimasto ferito.
La mattina del 22 maggio le forze del regime hanno lanciato bombe sulla scuola Hamid Mehfuz, nella parte kurda della città. E´morto un genitore che aveva appena accompagnato sua figlia a scuola.
La settimana precedente eravamo stati ad Heseke e in occasione dell’inaugurazione di un punto di controllo delle YPJ avevamo avuto modo di conoscere la compagna Sakarya. Sbigottiti abbiamo dovuto constatare che questa compagna era tra i caduti. Anche per questa ragione avevamo deciso il 22 maggio di andare ad Heseke e di prendere parte ai funerali. Quando siamo entrati in città, abbiamo visto un grande complesso di edifici, dove sino alla settimana scorsa sventolavano le bandiere del regime. Adesso sventolano le bandiere delle YPG. Si odono colpi di kalashnikov e ancora vi sono scontri. Bisogna attraversare velocemente le strade, rischiando di essere colpiti dai colpi dei cecchini del regime.
Siamo andati a trovare Adulselam Ehmed. Abita nella parte curda della città ed è membro della direzione del consiglio del popolo del Rojava. Si sentono continuamente colpi di artiglieria, perchè il quartiere è vicino al fronte dove stazionano le milizie del regime. Dal tetto della casa si vede del fumo salire. E´ un territorio controllato dalle bande. Su ogni tetto si trovano postazioni fortificate, per poter difendere in caso di necessità la strada.
Nei Comuni si sono organizzati comitati di autodifesa.
Abbiamo la possibilità di farci un giro a Mifti, nel quartiere kurdo, e di andare a trovare organizzazioni della società civile. Regna una atmosfera surreale. Nulla lascia intravedere che questo sia luogo di continui scontri e combattimenti, a parte i comitati di difesa e le unità delle YPG. I bambini giocano per strada, i negozi sono aperti, le persone si intrattengono per strada. In una piazza vediamo un carro armato delle YPG costruito da loro stessi. Visitiamo l´ufficio del PYD e incontriamo un attivista del movimento dei Consigli. Ci racconta che da tre giorni i suoi 4 figli sono stati rapiti dal regime. Il più piccolo ha 12 anni. Non sa dove stanno e anche questa è la realtà quotidiana di Heseke. Hevale Sexmus del PYD ci dice che il regime da due giorni cerca di inasprire gli scontri ad Heseke. Questo è dovuto al fatto che Heseke è la porta del territorio del Rojava, e che il regime ha scacciato dai villaggi del Sud Al-Nusra, e adesso vuole conquistare la città e mettere fine all’autoamministrazione kurda.
La popolazione delle diverse etnie ha visto positivamente la liberazione della città dalle bande e dal regime, perché queste fanno sistematicamente il bello e il cattivo tempo al confine e alla dogana. Un collaboratore dell’agenzia di stampa ANHA ci ha raccontato che questi scontri sono stati i piùduri di sempre nella storia di Cizire.
La sera riprendono i combattimenti in diversi punti e sentiamo di un attentato dinamitardo delle forze di regime nel quale sono morti due civili. Nello scorso mese solamente a Heseke si sono verificati oltre 50 attacchi del genere. L´obiettivo di questi attacchi è quello di far allontanare la popolazione civile kurda.
La sera cogliamo l´occasione per visitare il battaglione Sehit Tolhildan delle YPG. Gli amici ci raccontano che tra le fila del battaglione è caduto in un combattimento Sair Ebdo, padre di un bambino di sei mesi.
Il 23 maggio si svolge il funerale di tre caduti. Un convoglio di centinaia di auto, stracolmo di gente, accompagna i caduti al cimitero di Sehit, a circa 20 chilometri dalla città.
E´ una cerimonia toccante, nella quale prendono la parola i parenti dei caduti, davanti a migliaia di persone. La compagna di Asay Eymen, indossando la divisa dell´esercito femminile, giura che farà di tutto per proseguire la lotta del suo compagno caduto. Molti piangono, le YPG e le YPJ sparano a salve in segno di saluto e i caduti vengono accompagnati al grido: Viva la resistenza, i caduti sono immortali. Si uniscono alla cerimonia 7 giovani delle YPG.
La cosa che colpisce è che qui, in Rojava, assistiamo continuamente a una situazione contraddittoria. Mentre ad Heseke muoiono persone combattendo contro il regime, la convivenza a Qamislo è del tutto normale. Mentre Al-Nusra e ISIS provenienti dai più svariati paesi sono stati organizzati per combattere il regime di Assad, qui l’ISIS ha un legame strategico con le forze governative contro il Rojava. Il regime vuole colpire il progetto di “ Autonomia democratica” , ma non essendo in grado di eliminarlo, usa indirettamente formazioni come ISIS, ma anche milizie governative, per attaccare l´autonomia democratica. Gli altri paesi della regione tollerano questa situazione, perché il progetto del Rojava é il progetto di un Medio-Oriente democratico, che non fa gli interessi delle potenze regionali, dell´Europa e degli Usa.
Per questa ragione l´appoggio della Turchia ad Al-Qaida viene completamente ignorato dall´Europa e dagli USA. L´opinione pubblica internazionale tace sul terrorismo esercitato contro il Rojava e sull´embargo. Proprio ad Heseke si puo´constatare con mano come si pratichi la democrazia nei territori autoamministrati e come stia diventando realtà la parità di genere.
Abbiamo potuto osservare una pacifica convivenza tra le diverse etnie in una situazione di guerra. Se fossimo andati tre chilometri più avanti, a sud del quartiere di Mifti, saremmo finiti nelle zone controllate dalle bande, dove regna una arbitraria interpretazione della Sharia, dove la gente subisce mutilazione e maltrattamenti. E´ subito evidente che il Rojava é un progetto straordinario proprio in una brutale realtà di guerra, e che bisogna fare molto di più per diffondere questa realtà contro tutte le campagne diffamatorie.
Delegazione Tarot Kurdistan 2014