Il Parlamento Europeo ha approvato una mozione sulla Siria
Il Parlamento Europeo ha discusso e votato una risoluzione frutto di un compromesso trasversale tra i partiti su “La situazione di certe comunità vulnerabili in Siria”, che comprende anche alcuni paragrafi sul Rojava.
Qui alcuni dei 13 punti sottolineati dalla risoluzione:
Il Parlamento Europeo
1. Esprime la propria profonda costernazione rispetto al livello di sofferenza ed alla perdita di vite umane senza precedenti ed esprime la sua solidarietà alle famiglie di tutte le vittime innocenti del conflitto siriano; condanna con forza le violazioni di diritti umani e della legge umanitaria internazionale da parte del regime di Assad e della milizia filogovernativa; condanna ogni violazione di diritti umani e della legge umanitaria internazionale da parte di gruppi armati che si oppongono al regime; condanna con forza l’aumento di attacchi terroristici da parte di organizzazioni ed individui estremistici nel paese;
2. È convinto che una soluzione durevole alla crisi attuale in Siria può essere raggiunta solo attraverso un processo politico inclusivo a guida siriana con il sostegno della Comunità Internazionale; deplora il fatto che i colloqui di pace attualmente stanno fallendo a causa dell’ostruzionismo del regime rispetto a questi colloqui e chiede che tutte le parti coinvolte e la Comunità Internazionale mettano urgentemente il proprio impegno nel lavorare per nuovi colloqui che metteranno fine a questo massacro; sottolinea l’importanza della partecipazione e del contributo di tutte le parti della società siriana in questo processo, incluse le minoranze etniche e religiose e sottolinea il ruolo cruciale delle minoranze nel preservare il retaggio culturale unico e la tradizione di coesistenza interculturale, interetnica e interreligiosa in Siria, con l’obiettivo di creare una società vivace e attiva per le future generazioni di siriani;
3. Reitera che i diritti delle minoranze sono inestricabilmente legati al rispetto di diritti umani e libertà fondamentali, quali il diritto alla libertà, sicurezza, uguaglianza e libertà di espressione;
4. Condanna con forza i recenti attacchi contro alcune comunità etniche e religiose in Siria, in particolare cristiani, armeni e curdi e chiede a tutte le parti coinvolte di fermare tutte le azioni tese ad incitare il conflitto interetnico ed interconfessionale; sottolinea che tutte le parti coinvolte nel conflitto hanno il dovere di proteggere tutte le diverse minoranze nel paese; riconosce tuttavia, che gli attacchi contro alcune comunità vulnerabili sono solo uno degli aspetti della guerra civile siriana;
7. Condanna gli attacchi contro la città armena di Kassab; sostiene tutti gli sforzi a livello locale per evitare e combattere la violenza settaria nelle zone controllate dai ribelli e nelle aree a maggioranza curda; sollecita le autorità siriane attuali e future a fornire una protezione affidabile ed efficiente per le comunità vulnerabili nel paese ed a garantire il loro ritorno sicuro nelle proprie case, così come a garantire che gli autori degli attacchi contro di loro vengano portati davanti alla giustizia e sottoposti ad un giusto processo;
9. Chiede alla Comunità Internazionale e all’UE di prestare particolare attenzione alla sofferenza e ai bisogni delle donne e dei bambini nella crisi siriana; chiede tolleranza zero rispetto alle uccisioni, ai sequestri e al reclutamento in particolare di bambini; il rafforzamento delle capacità di sostegno umanitario in particolare per quanto riguarda il sostegno alle vittime traumatizzate;
12. Esprime la propria profonda preoccupazione rispetto alle gravi conseguenze della frammentazione della Siria per la stabilità e la sicurezza della regione, in particolare in Libano e in Iraq; è profondamente preoccupato del numero elevato di rifugiati siriani nei paesi vicini, in particolare in Libano, dove secondo l’UNHCR il numero, escludendo le decine di migliaia che non si sono registrate presso l’agenzia, ha oltrepassato il milione di persone, mentre 12 000 persone stanno fuggendo dalla Siria verso il Libano ogni settimana; è profondamente preoccupato anche rispetto alla continua fuoriuscita di profughi che riguarda Giordania, Turchia, Iraq ed Egitto; incoraggia l’Unione Europea ed i propri Stati Membri a continuare a fornire una significativa assistenza umanitaria alle popolazioni colpite dal conflitto siriano.