Intervento delle donne curde all’incontro Nazionale del Donne in Nero
Care donne, care compagne nella lotta,
Vorrei innanzi tutto ringraziare le organizzatrici di questo convegno il quale ci permette di scambiare le nostre esperienze di lotta per la liberazione delle donne. Il movimento delle donne curde è nato dalla consapevolezza femminile nel Movimento di Liberazione del Kurdistan. Le donne curde devono affrontare una doppia discriminazione a causa del loro sesso e della loro identità. Questa doppia discriminazione si è moltiplicata per le pressioni e gli attacchi verso una lotta disapprovata contro un sistema ideologico e patriarcale dominante. Essendo le donne vittime di violenza domestica sono state anche vittime di violenza di stato.
Una breve cronologia dello sviluppo del Movimento di Liberazione delle Donne kurde:
Alla fine degli anni ’70, mentre il Movimento di liberazione del Kurdistan aveva iniziato a diffondersi in alcune parti del Kurdistan turco, le donne provenienti dalle università si sono progressivamente avvicinate al Movimento. Sakine Cansiz era una delle due donne co-fondatrici del Movimento di Liberazione del Kurdistan. Dopo un certo movimento all’interno della popolazione curda Sakine fu arrestata in Turchia nel 1980 dopo il colpo di stato del 12 settembre. È stata detenuta nel carcere di Diyarbakir per oltre dieci anni. La resistenza di Sakine Cansiz di fronte ai torturatori e carcerieri fu storica, e lei divenne rapidamente una leggenda vivente tra la popolazione curda. Sakine Cansiz è stata anche una delle fondatrici del Movimento di Liberazione delle Donne Curde costituito negli anni ’90. E’ stata uccisa con altre due militanti curde, Fidan Dogan e Leyla Saylemez il 9 gennaio 2013 nel cuore di Parigi.
Gli anni ’80 furono un periodo di mobilitazione per le donne curde appartenenti a tutte le classi della società; che fossero studentesse, intellettuali, casalinghe o lavoratrici, furono sensibili al movimento di liberazione per l’emancipazione delle donne. Mentre alcune di loro rafforzavano il processo di mobilitazione dei quartieri, altre anche in piccolo numero si sono impegnate nelle fila della guerriglia in via di sviluppo.
Nel 1987 le donne curde si sono associate con il nome di YJWK (Unione delle donne patriote del Kurdistan). Questa associazione è stata il primo passo di coinvolgimento delle donne curde in Europa. Le analisi di Abdullah Ocalan sul tema della liberazione delle donne hanno dato luce alla presa di coscienza delle donne su temi quali la parità tra uomini e donne, i problemi affrontati dalle donne curde all’interno della famiglia. Questi echi approfonditi nelle zone della comunità curda hanno dato una nuova dimensione alla struttura organizzativa delle donne curde in Europa e in Kurdistan.
Il 1992 è stato l’anno dei primi gruppi armati femminili; nel corso di un confronto armato amplificato nel Sud del Kurdistan (Nord Iracheno) la resistenza di Gulnaz Karatas-Beritan di fronte ai peshmerga del PDK provocò una nuova sfera di mobilitazione all’interno della guerriglia, e le donne cominciarono a organizzarsi in modo indipendente come unità delle donne con il proprio comando.
Il primo Congresso del YAJK (Unione di liberazione delle donne in Kurdistan) ha avuto luogo nel 1995. Quel giorno fu il momento più decisivo del Movimento delle Donne Curde sulla mobilitazione delle donne in tutti i settori della società in materia di parità tra uomini e donne.
Nel 1998 il Leader del Popolo Curdo Abdullah Öcalan dichiara l’istituzione di una nuova ideologia per la liberazione delle donne.
Il 2° Congresso del Movimento delle donne curde avviene nel 1999. Un congresso storico dove le donne decidono di organizzarsi in un partito politico specifico delle donne curde. Il PJKK (Il Partito delle Donne Lavoratrici del Kurdistan).
Al movimento delle donne è seguita la prospettiva di propagare la propria ideologia nelle quattro parti del Kurdistan e nel mondo. Questo a tutti i livelli della vita sociale e politica. Allo stesso modo che sulle montagne. Il Movimento delle donne curde si raggruppa nel KJB (Comunità delle Donne Curde in Lotta per la Liberazione).
Nelle capitali del KJB si è organizzato il partito ideologico-politico delle donne, le Unità Armate Femminili YJA STAR, l’Unione delle Donne Libere (Movimento Femminista Popolare), e la Gioventù Femminile KJC.
Le strutture del movimento di liberazione delle donne curde si costituiscono tramite delle assemblee di donne, organizzazioni femministe non governative, le accademie, le attività relative alla legittima difesa, il campo della politica.
Kurdistan Settentrionale: DOKH Il Movimento di Donne Kurde per la Libertà e la Democrazia
Kurdistan Occidentale – ROJAVA: Yekitiya Star-Unione delle Stelle
Kurdistan Orientale: YJRK Unione delle Donne per la Liberazione del Kurdistan
Kurdistan Meridionale: TJAK – Movimento delle Donne Libere del Kurdistan
I principi di tutte queste organizzazioni si ricongiungono sotto uno stesso detto che è essenziale per lo sviluppo di una società libera e democratica. “Il livello di libertà di una società si misura dal grado di liberazione delle donne di questa stessa società”, ” la liberazione della società passa attraverso la liberazione delle donne.”
L’attuale soggetto in cui questo movimento ha un ruolo strategico è l’instaurazione di un’autonomia democratica nel Kurdistan occidentale – Rojava.
Le donne sono la forza motrice della rivoluzione
Le attività della gioventù e delle donne sono uno dei pilastri del sistema di autonomia democratica. Le donne curde, impegnate con il nome di Yekitiya Star (unione delle stelle), hanno preso parte alla decisione di creare “assemblee popolari” per le donne e “case delle donne”. Esse sono rappresentate in modo coerente nelle “assemblee popolari”. Hanno creato diversi centri educativi e scientifici e fondato un’accademia per le donne il cui scopo è quello di diffondere l’ideologia della “liberazione della donna”. Le donne assicurano la co-presidenza delle “autorità popolari”. Le associazioni femminili svolgono un ruolo attivo nella risoluzione dei conflitti politici, educativi, familiari, economici e quelli con le forze dell’ordine. Queste donne che si sono occupate del loro proprio ruolo in materia di istruzione nella lingua madre, hanno deciso di associarsi sotto il nome di “Unione delle donne insegnanti” nell’ambito dell’Istituto in Lingua Curda (SZK).
Il YPJ: Le unità di difesa delle donne
Le donne, per sbarazzarsi del patriarcato e dello Stato, hanno compiuto passi significativi nella costruzione di un sistema autonomo. Coloro che avevano avuto fino ad allora posto nei ranghi del YPG presero la decisione di organizzarsi autonomamente a livello militare e prendere il nome di YPJ (Unità di Difesa delle Donne). Sono attualmente organizzate in brigate e battaglioniin tutte le province per difendere la popolazione.
Gentili signore, care sorelle di lotta,
Noi del movimento di liberazione delle donne curde conosciamo le donne italiane per il loro sostegno e la solidarietà per le giuste cause e soprattutto per la pace nel mondo. Avete conosciuto la popolazione curda in particolare nel 1999 con l’arrivo del leader del popolo curdo Abdullah Ocalan nella vostra capitale, Roma. Siete state sensibili con noi in quel difficile momento quando la voce del popolo curdo si voleva spegnere. Ve ne siamo grate. Da decine di anni ormai abbiamo raggiunto una forza decisiva nel meccanismo del nostro movimento per la pace nella nostra regione, che è in perenne conflitto ormai da quasi 40 anni. Abbiamo saputo utilizzare testi internazionali come il CEDAW o la Convenzione 1325 delle Nazioni Unite. Abbiamo condotto molte campagne contro tutte le forme di violenza contro le donne in Kurdistan e nel mondo. Stiamo facendo una campagna rilevante contro il Femminicidio che è un argomento che voi conoscete e dove le nostre lotte si intersecano.
Ci auguriamo che attraverso questo messaggio possiamo rafforzare la nostra solidarietà. Vorrei concludere dicendo che la nostra lotta continuerà fino alla liberazione delle donne di tutto il mondo, perché nessuno è libero senza la libertà dell’altro.