L’Iran ha giustiziato 529 persone nel 2013, Più di 300 giustiziati da quando Rouhani è entrato in carica

Secondo un conteggio fatto dall’Iran Human Rights Documentation Center (IHRDC – Centro di Documentazione dei Diritti Umani dell’Iran), l’Iran quest’anno ha giustiziato 529 persone, tra cui oltre 300 da quando il presidente Hassan Rouhani è entrato in carica ad agosto.

Il numero di esecuzioni ha avuto una significativa impennata da quando Rouhani è entrato in carica, portando alcuni a ritenere che questo si scontra con la sua immagine di riformatore moderato.

Secondo l’IHRDC l’Iran ora ha il dubbio onore di essere il leader globale nelle esecuzioni capitali.

La brusca impennata ha provocato critiche da parte di alcuni osservatori che dicono gli Stati Uniti ed altre nazioni occidentali stanno ignorando le massicce violazioni dei diritti umani da parte di Teheran per facilitare l’approvazione da parte dell’Iran di un accordo conclusivo sul nucleare.

“All’ombra dei negoziati tuttavia, la pessima situazione dei diritti umani in Iran praticamente non si è modificata,” hanno scritto gli attivisti iraniani Payam Akhavan e Shirin Ebadi in un recente editoriale sul Washington Post.

Secono Akhavan e Ebadi, le esecuzioni in effetti sono aumentate mentre Tehran è impegnata in colloqui con l’occidente.

Molti di coloro che sono stati giustiziati dall’Iran, prevalentemente per impiccagione, erano accusati di essere “Moharebeh,” ovvero persone definite “in guerra contro Dio” secondo la legge islamica.

Molti altri sono stati impiccati in segreto e dopo essere stati accusati per reati in processi chiusi che gli osservatori per i diritti umani hanno classificati come ingiusti e privi degli standard internazionali.

Tuttavia molti altri ritengono che l’impennata sia il risultato di divisioni interne e lotte di potere tra la cosiddetta ala moderata dell’Iran e la magistratura più fautrice della linea dura.

I dati sulle esecuzioni provengono sia da rapporti ufficiali che da quelli ufficiosi nei media iraniani e da altre fonti. Il governo iraniano ha ufficialmente riconosciuto almeno 400 esecuzioni nel 2013.

La Casa Bianca ammette che i diritti umani non sono oggetto del negoziato sul nucleare.

“Come abbiamo ampiamente chiarito, i negoziati P5+1 con l’Iran hanno affrontato esclusivamente il tema del nucleare,” ha detto un funzionario dell’amministrazione Obama al Washington Free Beacon. “È importante notare che questo progresso sulla questione nucleare non cambia le nostre intenzioni di respingere il sostegno iraniano al terrorismo, le minacce contro i nostri amici e partner e le violazioni dei diritti umani.”

Funzionari iraniani ed altri hanno detto che gli Stati Uniti hanno tentato senza successo introdurre i diritti umani ed altri argomenti durante i colloqui.

“Gli americani hanno chiesto di aprire altri fascicoli durante i negoziati sul nucleare, ma gli iraniani hanno insistito sul fatto di limitare il dibattito,” ha affermato il leader Hezbollah Hassan Nasrallah all’inizio del mese.

Un funzionario iraniano ha fatto simili affermazioni ad al-Monitor.

“L’Iran sa quello che vuole ed è quello che perseguiamo,” ha detto un funzionario iraniano anonimo.

“La crisi siriana non era al centro dei negoziati, ma è stata discussa approfonditamente durante colloqui collaterali,” ha detto la fonte. “Inoltre c’era la richiesta americana di discutere possibili opzioni una volta concluso l’accordo sul nucleare ed è per questo che alcune potenze regionali hanno chiesto ai francesi di inserirsi nei colloqui con la loro chiave ed eccoci qui.”

L’Iran è stato a lungo leader globale per le esecuzioni e la carcerazione politica.

Molti dei giustiziati sono spacciatori e trafficanti di droga che sono stati arrestati e detenuti con accuse che non rispondono agli standard giudiziari internazionali.

La maggior parte di questi iraniani detenuti per droga vengono giustiziati pubblicamente, spesso impiccandoli ad una gru.

Altri quattro prigionieri politici appartenenti alla minoranza etnica araba Ahwazi sono stati giustiziati in circostanze discutibili la scorsa settimana dopo aver subito torture, carcerazione e processi segreti che gli attivisti hanno classificato come ingiusti.

L’ex consulente del Pentagono Michael Rubin ha detto che l’immagine moderata dell’Iran verso l’esterno spesso corrisponde ad un giro di vite a livello domestico.

“È uno schema comune: l’Iran abbina sempre l’immagine esterna con l’aumento della repressione in casa,” ha detto Rubin, autore di ‘Dancing with the Devil: The Perils of Engaging Rogue Regimes’.

“Fondamentalmente gli ayatollah stanno dicendo alla loro gente: ‘Non sbagliatevi. La nostra moderazione è rivolta solo verso l’estero. E per essere sicuri che capiate, intensificheremo le esecuzioni,’” ha detto Rubin.

Washington Free Beacon ha pubblicato questo rapporto il 9 dicembre 2013