La KCK rilascia una dichiarazione sul processo di soluzione democratica
La presidenza del Consiglio Esecutivo dell’ Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK) ha rilasciato una dichiarazione che evidenzia i passaggi necessari perché prosegua il processo di soluzione democratica alla ricerca di una soluzione pacifica della questione curda.
La KCK ha osservato che il governo dell’AKP ha usato i colloqui di İmralı come uno strumento per guadagnare tempo e per eliminare il movimento di liberazione curdo, evidenziando che lo stesso atteggiamento è stato tenuto nei colloqui con il movimento politico democratico curdo.
Ricordando che la parte curda ha fatto la sua parte per l’avanzamento del processo di soluzione, la KCK ha osservato che il governo dell’AKP non ha fatto passi né per mantenere il clima non-conflittuale raggiunto con il cessate il fuoco annunciato dal movimento curdo, né per il raggiungimento di una soluzione della questione curda e la democratizzazione nel paese.
Evidenziando che il sostegno diretto dello stato turco alla guerra in atto contro il Rojava significa sabotare il processo di soluzione democratica e dare prova di un atteggiamento irresponsabile rispetto alla soluzione della questione curda, la KCK ha affermato che spezzare la rivoluzione del Rojava mentre si promettono passi per una soluzione nel Kurdistan settentrionale non è un approccio politico. Il movimento curdo ha sottolineato che per una soluzione della questione curda è essenziale il riconoscimento dei curdi e della loro volontà.
La KCK ha detto che per raggiungere una soluzione pacifica e democratica e garantire la fine dell’assimilazione e del genocidio culturale dei curdi è essenziale che vengano soddisfatte le seguenti tre richieste fondamentali del popolo curdo:
– il riconoscimento dell’esistenza, dell’identità e della cultura curda e l’avvio di un percorso di garanzie costituzionali e legislative, il riconoscimento della libertà di pensiero e di organizzazione del popolo curdo,
– il riconoscimento dell’autodeterminazione dei curdi, ovvero l’autonomia democratica,
– il riconoscimento dell’insegnamento in lingua madre.
Sottolineando che se non verranno riconosciuti i loro diritti, è legittimo che i curdi costruiscano la propria vita libera e democratica in base alla propria volontà ed alle proprie forze, la KCK ha affermato che in tal caso rilancerà la lotta in termini nuovi.
La KCK ha aggiunto che le prospettive del clima non-conflittuale e i passi che farà il movimento di liberazione curdo dipendono dall’atteggiamento che il governo dell’AKP e lo stato turco assumeranno nei prossimi giorni.
Osservando che lo stato turco e il governo dell’AKP in carica hanno sprecato un’occasione e opportunità storiche offerte dal processo di soluzione democratica avviato dal leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, la KCK ha sottolineato che “Se lo stato turco e il governo non dovessero cambiare il proprio atteggiamento rispetto alla questione curda e fare quello che è necessario per la soluzione del problema, il nostro movimento farà una nuova valutazione dello stato delle cose e compirà passi per costruire una vita libera e democratica secondo la propria volontà e seguendo il proprio metodo, in linea con la propria linea teorica ed il proprio paradigma “.
La KCK ha fatto appello a tutte le realtà democratiche e forze internazionali perché stiano al fianco del popolo curdo per la soluzione della questione curda e la democratizzazione della Turchia.
La KCK ha chiuso la dichiarazione invitando la Turchia e gli altri paesi del Medio Oriente a sostenere il paradigma del leader curdo Öcalan per garantire una vita libera e democratica nella regione. Ha anche fatto appello al popolo curdo e alle forze democratiche della Turchia perché rafforzino la lotta e l’organizzazione per il raggiungimento di una soluzione democratica della questione curda e della democratizzazione in tutto il paese.