Le elezioni presidenziali in Iran non sono state ben accolte nell’est Kurdistan

Le undicesime elezioni presidenziali iraniane si sono tenute venerdì 14 giugno, dopo diversi mesi caldi di annunci politici da parte dei candidati. Dopo le elezioni presidenziali truccate del 2009, la Repubblica islamica dell’Iran ha dovuto affrontare difficili situazioni.

Secondo le analisi effettuate dall’opposizione, gli oppositori della Repubblica islamica stavano affrontando una serie di problemi e crisi politiche che sono apparse e moltiplicate nel corso degli ultimi 8 anni. La paura della perdita del potere e quella di essere accusati nuovamente di frode durante le elezioni , li ha convinti a cercare delle nuove tecniche. La pressione degli esclusi è stata accettata inizialmente da parte dei governi, ma ciò che  stava per succedere nessuno poteva dirlo con certezza.

La popolarità con cui si svolgevano le elezioni non era la stessa del 2009. Le elezioni sono state boicottate da numerosi partiti e organizzazioni. Un gran numero di persone si sono dimostrati totalmente indifferenti di fronte alla possibilità di scelta.

Il sondaggio è stato condotto lo stesso venerdì 14 giugno. Il ministro degli interni iraniano, Mostafa Mohammad-Najar, ha annunciato ai giornalisti che il vincitore delle elezioni presidenziali era Hassan Rohani con 18.613.329 voti.

Mr. Rohani ha vinto le elezioni con il 50, 71% dei voti. Questo è un risultato schiacciante lanciato dalle opposizioni al leader supremo della Repubblica islamica dell’Iran. Il fatto che Rafsanjani e Khatami con un’ ampia cerchia di riformisti abbiano appoggiato Rohani indica che essi sono sostenuti dal popolo nella lotta contro i conservatori guidati da Ali Khamenei.

Le elezioni che si sono tenute in Iran non sono state ben accette dal popolo curdo che vive nel Kurdistan orientale. Il governo iraniano ha trovato molte difficoltà nelle dimostrate l’ampia partecipazione alle elezioni. Anche le elezioni presidenziali e del consiglio si sono svolte contemporaneamente.  Nonostante ciò una non-partecipazione è stata  fortemente evidente in Kurdistan.
La percentuale di partecipazione del Kurdistan orientale è stata inferiore alle precedenti elezioni.

Si è detto che nonostante le elezioni siano state svolte contemporaneamente la partecipazione è stata estremamente bassa, come mai accaduto prima, nella città di Meriwan.

Nelle città di Sine e Seqiz, la maggior parte delle persone hanno partecipato alle elezioni del consiglio nei seggi elettorali. Tuttavia, anche qui, il numero dei partecipanti è stato nettamente inferiore alle precedenti elezioni. È stato, inoltre, riferito che gli elettori sono stati ripresi con telecamere nascoste a Sine.

Nella città di Kirmashan durante il giorno si è vista una forte presenza di forze di sicurezza. Truppe dell’esercito erano in servizio di pattuglia nelle diverse zone della città. Tuttavia, si dice, che la gran parte delle persone abbiano partecipato alle elezioni del consiglio.

A Sarpol Zahab il numero dei partecipanti è stato molto basso. I militari in borghese in giro per la città hanno chiesto alla gente di andare a votare.

Nella città di Mako le forze militari indossavano abiti civili e si sono recati alle urne per votare come ordinato dalle alte autorità. Si voleva dimostrare alle televisioni e nei video la grande affluenza alle urne.

Nella città di Bokan, dal momento che gli abitanti si rifiutavano di votare, le forze di sicurezza hanno cercato gli abitanti dei villaggi vicini. C’erano solo due telecamere per registrare le persone. Per questo motivo i funzionari hanno chiesto a parenti e amici di mettersi in fila ai seggi per dimostrare nelle immagini l’afflusso degli elettori.

La non accoglienza delle elezioni è stata palesemente dimostrata da una bassissima partecipazione nelle città di Nexede, Shino e Mehabad. Le autorità del regime hanno portato avanti un’ampia pubblicità nei giorni precedenti e le elezioni per costringere la popolazione a recarsi a votare.  Ma le informazioni che arrivavano dalle città erano estremamente diverse.

In alcuni villaggi è stata la minoranza della popolazione a votare. In altri villaggi non si sono proprio svolti dei sondaggi a tal proposito.Anche a Piranshahr, come in altre città del Kurdistan orientale, le elezioni presidenziali sono state affrontate con scarso interesse. La maggioranza delle persone che si recavano a votare ha votato solo per il consiglio.

È stato riferito che nelle città di  Elam, Kangawar e Aywan, diversamente dal passato, l’affluenza è stata bassa. Queste erano delle città che si trovavano sotto un’atmosfera di sicurezza disperata. L’elezione è stata accolta in maniera cauta da parte dei cittadini.
A Pawa e Shamshiri l’affluenza è stata tanto bassa che l’imam si è lamentato durante la preghiera del venerdì. A Rewanser le persone non sono proprio uscite di casa, così che le truppe comunali Ansar hanno obbligato i soldati delle città a recarsi a votare.
Due urne sono state istituite nelle località di Hewler e Binesilaw, nel Kurdistan meridionale. A Hewler la maggior parte dei votanti erano dipendenti della Repubblica islamica dell’Iran in città e ci sono stati circa 20 voti nel secondo seggio.

Rojhelat