Le famiglie raccontano dell’attacco all’interno del carcere di Kandıra
La giornalista Zeynep Kuray ha parlato con Habibe Nardan, moglie del detenuto del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) Fesih Nardan, vittima insieme ad altri detenuti di un brutale attacco da parte del personale penitenziario all’interno del carcere No. 1 di tipo F di Kandira.
Habibe Nardan ha raccontato che suo marito, quarantottenne ed in carcere per ventidue anni, è stato vittima di trattamenti arbitrari all’interno del carcere di Kandıra ed anche in quello No.1 di tipo F di Tekirdağ, in cui era rinchiuso fino ad un mese fa.
Habibe Nardan ha detto che suo marito, altri detenuti e le loro famiglie sono stati attaccati dagli ufficiali penitenziari durante il giorno di visita; questi ultimi avevano violato il diritto agli incontri: “Un ufficiale si è avvicinato e ci ha detto che il tempo per la visita era finito, anche se erano rimasti ancora cinque minuti. Quando mio marito lo ha contestato guardando l’orologio, l’ufficiale gli ha chiesto dove lo aveva preso ed ha insistito per aprirlo e guardarci dentro. Nonostante mio marito usi lo stesso orologio da anni, l’ufficiale ha insistito per cercare all’interno, fatto che ha spinto mio marito a contestare il trattamento arbitrario. In seguito gli ufficiali hanno aggredito i detenuti nella sala visite e li hanno condotti fuori. Anche le famiglie hanno quindi cominciato a reagire contro gli ufficiali, che in seguito hanno condotto tutti nella sala d’aspetto. Poichè numerosi giovani hanno iniziato a bussare alla porta per sapere cosa stava succedendo, dieci ufficiali li hanno aggrediti, ferendoli gravemente e causando un attacco cardiaco ad una donna. Numerose ambulanze sono state inviate al carcere in seguito. Parlano di un processo di pace ma che cosa sono mai questi attacchi e questi trattamenti inumani che prendono di mira i detenuti? Mio marito ha perso quasi 28 chili da quando è stato trasferito nel carcere di Kandıra. Che crudeltà è mai questa?”.
Parlando a sua volta dell’attacco ai detenuti, l’avvocato dell’Associazione per i Diritti Umani (IHD) Fazıl Ahmet Tamer ha detto di non aver ricevuto risposta alla richiesta di incontrare l’amministrazione carceraria.
ANF Istanbul