Turchia: Elezioni comunali a marzo
Ma i preparativi già marciano a pieno ritmo. Il 31 marzo in Turchia in tutto il Paese verranno eletti sindaci, consiglieri comunali, soprintendenti di villaggio. I candidati dovranno essere resi noti formalmente solo all’inizio di marzo e ufficialmente la campagna elettorale è limitata ai giorni dopo il 21 marzo.
Ma già ora le elezioni comunali gettano la loro ombra. Così l’attuale tintinnar di sciabole del governo turco contro i curdi della Siria del nord, dovrebbe per una buona parte essere dovuto all’intenzione di potare il Paese in un entusiasmo bellico nazionalista. Di fronte a un tasso di inflazione del 20 percento, il partito di governo religioso nazionalista AKP del Presidente dello Stato Recep Tayyip Erdogan, da un clima di questo tipo spera di trarre profitto nelle elezioni. Il governo cerca di ottenere il favore degli elettori anche con prestazioni materiali. Così all’inizio dell’anno il salario minimo è stato aumentato di un quarto fino all’equivalente di circa 400 Euro, e sono stati fatti sconti sui prezzi di energia elettrica e gas regolamentati dallo Stato.
Come già per le elezioni parlamentari nell’estate dello scorso anno, l’AKP e il partito fascista MHP formano un’alleanza, mentre il CHP kemalista come più grande partito dell’opposizione, si è accordato con la scissione dell’MHP, IYI, per presentarsi insieme in 22 importanti città. Accordi con l’HPD di sinistra, fortemente radicato nella popolazione curda, vengono invece rifiutati dal CHP per non spaventare i suoi elettori nazionalisti.
A diventare appassionante potrebbe essere la gara per la metropoli Istanbul da 15 milioni di abitanti. Per l’AKP la città più grande della Turchia ha un grande significato simbolico. Lì 25 anni fa con l’elezione di Erdogan a sindaco, è iniziata la marcia trionfale dell’islam politico. Come candidato sindaco per l’AKP, Erdogan ha nominato l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri Binali Yildirim.
Per legge per potersi candidare dovrebbe dimettersi dall’attuale incarico di Presidente del Parlamento. Erdogan ha già segnalato che potrebbe esserci una condizione eccezionale. Questo potrebbe essere un indizio del fatto che il partito di governo non considera affatto certo l’esito delle elezioni a Istanbul e vuole conservare a Yildirim, uomo di fiducia di Erdogan, l’attuale posto in caso di sconfitta.
Le possibilità dell’opposizione di ottenere una vittoria sul Bosforo potrebbero però essere assottigliate dal fatto che il CHP su pressione del suo presidente Kemal Kilicdaroglu vuole presentare l’attuale sindaco distrettuale di Istanbul-Beylikdüzü, Ekrem Imamoglu, come candidato sindaco. Un’alternativa poteva essere il carismatico ex candidato presidenziale Muharrem Ince.
È tutto a destra lo scontro nella capitale Ankara. Mentre l’alleanza AKP-MHP vuole presentare l’ex sindaco della città anatolica di Kayseri, Mehmet Özhaseki, considerato ultraconservatore, la coalizione CHP-IYI con l’ex politico MHP Mansur Yavas, ha nominato un »Lupo Grigio«.
Per la partecipazione al voto nelle parti del Paese abitate in prevalenza da curdi nell’est della Turchia, sotto il tetto dell’HDP si sono uniti sette partiti curdi. Accanto al DBP, il braccio politico del movimento di liberazione ispirato dalle idee di Abdullah Öcalan, di questa coalizione fanno parte un partito comunista, uno islamista e diversi partito conservatori vicini al clan Barzani nel nord dell’Iraq.
L’HDP spera di conquistare di nuovo i circa 100 sindaci che cinque anni fa andarono al suo partito membro DBP. Quasi tutti questi comuni dal 2016 sono gestiti da amministratori forzati di nomina governativa, dopo che i loro sindaci sono stati messi in carcere con accuse di terrorismo. E così dovrà anche restare secondo il parere di Erdogan. »Chi viene eletto in queste elezioni e ha avuto a che fare con il terrorismo verrà di nuovo sostituito da governatori«, aveva chiarito il Presidente dello Stato già ad ottobre rispetto all’HDP. A fronte di simili minacce e di diverse ondate di arresti negli ultimi giorni, l’HDP non ha ancora reso noti i candidati nominati per non esporli già prima della presentazione ufficiale delle liste elettorali al pericolo di essere arrestati.